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Voto: 6/10 Titolo originale: 平成狸合戦ぽんぽこ , uscita: 16-07-1994. Regista: Isao Takahata.

Riflessione: Pom Poko di Isao Takahata, i tanuki come ultimo baluardo contro la modernità

10/07/2024 recensione film di Gioia Majuna

Nel 1994 il regista giapponese portava in scena un'opera bizzarra, che non riusciva ad esprimere adeguatamente i suoi intenti

Pom Poko (1994) film takahata

Sappiamo che William Shakespeare aveva le sue commedie, le sue tragedie e le sue rappresentazioni storiche. E poi c’erano le opere ‘problematiche’, quella strana fusione di risate e di incubi che non sembravano mai sapere esattamente cosa volessero essere davvero (e più di un regista ha bestemmiato in silenzio cercando di venire a capo di come portare in scena questi bizzarri ibridi).

Lo stesso si può probabilmente dire per Pom Poko del 1994 (Heisei Tanuki Gassen Ponpoko, traducibile in italiano come ‘Ponpoko, la guerra dei tanuki del periodo Heisei’), una delle creazioni forse più ambiziose, ma meno ficcanti, di Isao Takahata per lo Studio Ghibli.

Disegnato a mano e liberamente ispirato ai racconti per l’infanzia di Kenji Miyazawa, si inserisce temporalmente fra due delle sue storie familiari più affascinanti (il malinconico Pioggia di ricordi del 1991 e la commedia ridanciana I miei vicini Yamada del 1999) e rappresenta sicuramente un cambio di passo.

Fu – probabilmente – il tentativo del regista giapponese di rivendicare un posto di rilievo in quei territori del fantastico che il suo amico e co-fondatore dello Studio Ghibli, Hayao Miyazaki, stava parallelamente padroneggiando senza eguali in patria e all’estero (non sorprendentemente, visto che Isao Takahata aveva già ampiamente dimostrato il suo valore fin dal 1968, anno di uscita dell’innovativo La grande avventura del piccolo principe Valiant del 1968).

Pom Poko (1994) film posterPurtroppo, il risultato finale è diverso da quello sperato.

Ad ogni modo, Pom Poko è così deliziosamente weird e zeppo di stravaganze che non risulta mai noioso, anche se a volte viaggia troppo sul filo dell’indecifrabile, e uno sguardo adulto può certo apprezzare il non esattamente velato monito ambientalista e la preoccupazione verso le derive capitaliste del Giappone, con la trama che non cela nemmeno il tenue grido di dolore per un mondo più genuino e puro destinato inesorabilmente a scomparire.

I tanuki del titolo originale sono i cani procione (o più semplicemente dei procioni), creature dei boschi che assomigliano ai ghiottoni, ma possiedono l’amabile svampitezza dei ricci. Nel folklore giapponese, sono dei simpatici esserini mutaforma che si distraggono troppo facilmente per costituire una seria minaccia per il mondo umano.

Eppure, quando un enorme piano di sviluppo postbellico appena fuori Tokyo minaccia di distruggere la loro casa ancestrale, i tanuki delle colline Tama devono ricorrere a tutta la loro magia per proteggere il territorio e gli alberi che li ospitano da sempre.

Se Pom Poko dimostra una cosa, è quanto sia incredibilmente delicato l’equilibrio che Hayao Miyazaki è così spesso riuscito a raggiungere con apparente facilità nei suoi film. Un attimo prima Isao Takahata fa festeggiare e schiamazzare le sue piccole creature cartoonesche, l’attimo dopo le fa diventare degli avventati pirati della strada.

Il cast di doppiatori (guidato da Gualtiero Cannarsi) è foltissimo e, se non fosse per la voce narrante (di Carlo Valli), la vasta rete di sottotrame che si dipanano nel corso delle quasi 2 ore complessive sarebbe probabilmente impenetrabile per chiunque, figuriamoci per i più piccoli.

Non deve quindi sorprendere troppo che nessuno lo avesse deciso di distribuire nei cinema italiani all’epoca (dove, anzi, è rimasto inedito fino ad ora, pur godendo di un’uscita home video nel 2011), anche al di là della spinosissima e leggendaria questione legata ai testicoli abnormi dei tanuki (da cui l’onomatopeico Pom Poko, dal suono prodotto tamburellandoci sopra …) disegnati senza la minima remora grafica.

E la dissonanza narrativa si riflette nel volutamente erratico stile visivo dei pelosi protagonisti. Un momento hanno i contorni teneri delle classiche creature antropomorfe della Disney; nel successivo, riflettono la natura viscerale e l’affilatezza di La Collina dei Conigli; all’improvviso, poi, hanno il retrogusto gommoso del paffuto Doraemon.

Eppure, quando riesce a esprimersi al meglio, Pom Poko è genuinamente emozionante e meraviglioso, come quando vediamo la parata degli Spettri che i tanuki evocano durante uno dei loro piani strampalati. Insomma, questo fuoco di paglia di Isao Takahata riesce comunque ad offrire almeno qualche scintilla degna del suo nome.

Di seguito trovate il trailer italiano di Pom Poko, per la prima volta assoluta nei nostri cinema dall’11 al 17 luglio:

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