[riflessione] Uno sguardo ai registi che hanno rifiutato la direzione di un cinecomic
13/07/2017 news di Sabrina Crivelli
Da Batman e Superman a Watchmen, da Dick Tracy a Gambit, molti sono i nomi noti che hanno declinato le lusinghe dei grandi studi
Nell’immaginario collettivo, soprattutto nell’ultimo periodo, complice il successo dell’MCU, l’idea di adattare per il grande schermo un fumetto è il miglior ingaggio che possa capitare a un regista, di sicuro uno dei meglio retribuiti. Eppure, non tutti condividono la medesima opinione, forse anche per il timore di limitazioni alle proprie velleità artistiche, viste le ingerenze della Marvel / Disney sull’operato di chi dirige (si pensi al caso di Rogue One: A Star Wars Story, di cui sono state rigirate intere porzioni perché lo studio non era soddisfatto).
Nel passato e ancor oggi, sia per volontà di affermare la propria libertà creativa, che per snobismo contro il materiale dei comics (sebbene lavori come Watchmen dimostrino che i supereroi possano dar vita a una cinica riflessione esistenzialista tanto quanto un dramma ungherese di Bela Tarr), ci sono dunque innumerevoli esempi di intransigenza verso a un mondo in continua espansione e un genere filmico, quello dei paladini mascherati e non, che sempre attrarre più di ogni altro il grande pubblico. Siete curiosi? Di seguito trovare la lista dei cinecomic rifiutati e dei registi che non hanno voluto girarli:
1) Superman – Il Film e tutti quelli che si rifiutarono di dirigerlo
Alla metà degli anni ’70, quando Ilya Salkind iniziò a pensare a una versione per il grande schermo di L’uomo d’acciaio, di cui acquistò i diritti dalla DC insieme al padre Alexander e a Pierre Spengler, il progetto non doveva essere poi tanto allettante, almeno per i registi a cui venne proposto. Se infatti alla fine fu Richard Donner a dirigerlo, non fu certo lui la prima scelta dei produttori. Primo ad essere contattato fu infatti George Lucas, ma era troppo impegnato con Star Wars per accettare (e la scelta fu vincente). Poi tentarono con il controverso Sam Peckinpah, a cui dobbiamo Cane di paglia e Il mucchio selvaggio, ma anche lui non parve essere attratto dall’ingaggio e anzi, si narra che abbia tirato fuori una pistola e abbia gridato: “Lascia perdere, ragazzo. Cosa pensi di sapere dei film?”. Abbandonato per ovvi motivi tale candidato, passarono a Steven Spielberg, fresco del successo di Lo squalo, che tuttavia aveva già firmato per Incontri ravvicinati del terzo tipo. Venne poi il turno di Francis Ford Coppola, William Friedkin, Peter Yates, John Guillermin, Ronald Neame e di Richard Lester. In ultimo, finalmente, grazie a Omen – Il presagio, Salkinds venne a conoscenza del lavoro di Donner, che comunque ebbe i suoi bei rompicapo sul set di Superman.
Tuttavia non è certo l’unico film con protagonista il supereroe di Krypton ad aver avuto una gestazione complicata: Superman Lives / Superman Reborn dovette affrontare altrettante traversie e non ebbe sul finale la stessa fortuna (per avere una più chiara idea di ciò che andò storto può essere d’aiuto la visione del documentario The Death Of Superman Lives: What Happened?). Risalente alla fine degli anni ’90 e a partendo da uno script di Kevin Smith, molti furono i nomi fatti per la sua regia, primo tra tutti quello di Robert Rodriguez, che allora aveva da poco terminato Dal tramonto all’alba ed era già all’opera su The Faculty, motivo per cui rifiutò prontamente. Poi ci fu Tim Burton, che una volta salito a bordo defenestrò prima il copione già esistente e poi abbandonò la produzione. A quel punto la sceneggiatura, riscritta da Dan Gilroy, fu offerta a Ralph Zondag, Michael Bay, Shekhar Kapur, Brett Ratner e Martin Campbell, tutti poco interessati, dopodiché fu ristesa un’ulteriore bozza da William Wisher Jr. e proposta a Oliver Stone, che declinò. Dopo qualche tempo, J.J. Abrams e McG flirtarono con l’idea di un loro adattamento di Superman, intitolato (in teoria) Flyby e scritto dal primo, che si era anche proposto come regista, ma in tutta risposta la Warner Bros. rigettò il pacchetto completo. Infine, Bryan Singer si fece avanti e nacque Superman Returns. Era il 2006.
E non è finita qui. Alla lunga lista s’accoda altresì L’uomo d’acciaio (2013), diretto da Zack Snyder. Prima di lui infatti, David S. Goyer valutò Guillermo del Toro, con cui aveva lavorato in Blade II, che declinò poiché era già coinvolto nella realizzazione di At The Mountains Of Madness, tratto dal romanzo di di H.P. Lovecraft, che alla fine però non venne mai ultimato. Il film fu allora proposto a Robert Zemeckis, sulla scorta della sua esperienza su blockbuster dall’alto tasso di effetti speciali quali Ritorno al futuro e Polar Express, ma anch’egli rifiutò.
2) Batman e le mille peripezie affrontate da Michael Uslan e Benjamin Melniker per trovare chi si mettesse dietro alla macchina da presa
Se trovare un candidato per dirigere Superman non fu per nulla semplice, altrettanto complessa fu la ricerca di un candidato per l’adattamento delle avventure dell’uomo pipistrello. Prima di optare per Tim Burton venne infatti chiamato Guy Hamilton, che aveva all’attivo 4 film di James Bond (Agente 007 – Missione Goldfinger, Agente 007 – Una cascata di diamanti, Agente 007 – Vivi e lascia morire e Agente 007 – L’uomo dalla pistola d’oro), ma i produttori non ebbero fortuna. Successivamente pensarono a Ivan Reitman (Ghostbusters – Acchiappafantasmi) , che voleva Bill Murray per la parte di Batman ed Eddie Murphy come Robin. Tuttavia non si concretizzò nulla e in una fase posteriore salì a bordo anche Joe Dante (Gremlins), il quale aveva in mente John Lithgow nei panni del Joker, ma anche questa collaborazione falli miseramente. Poi ci furono Alex Cox (Repo Man) e David Cronenberg (Videodrome, La mosca e Scanners), ma infine fu Beetlejuice – Spiritello porcello a portare all’ingaggio di Burton.
Similmente, un tortuoso percorso fu seguito da Batman Begins. Come spesso è accaduto con i reboot dei film di supereroi, anche in questo caso furono vagliati parecchi nomi. Dopo il binomio Burton/Schumacher, furono vicini al progetto Joss Whedon, l’intellettualissimo Darren Aronofsky (Requiem for a Dream) e perfino David Fincher (il regista di Fight Club e Se7en fu anche contattato per Spider-Man per ben due volte, prima e anche dopo i capitoli di Sam Raimi). Ad accettare però fu in ultimo Christopher Nolan.
3) Il detective movie ispirato alle strisce di Dick Tracy
Molte personalità di grande spicco presero in considerazione l’idea di una versione filmica del capostipite dei fascinosi fumetti polizieschi, il Dick Tracy di Chester Gould nato nel 1931. Ancora una volta fu offerto a Steven Spielberg, ma questi non diede segno alcuno d’interesse; lo seguì John Landis, che inizialmente parve più bendisposto, coinvolgendo peraltro i suoi sceneggiatori, ma poi abbandonò. Ad un certo punto fu vagheggiato addirittura il nome di Walter Hill, che aveva in mente una versione decisamente più violenta di quella poi arrivata al cinema; questi approcciò Warren Beatty, che voleva quale protagonista, ma i due non riuscirono ad accordarsi sul tono da dare al cinecomic. L’attore si fece indietro, e lo stesso fece il regista, che fu sostituito da Richard Benjamin per un indie low budget. In ultimo risolse la questione comprando i diritti e finendo a dirigere lui stesso, non prima di aver tentato di assoldare Martin Scorsese.
4) Watchmen: i numerosi candidati all’adattamento tratto dalla seminale graphic novel di Alan Moore e Dave Gibbons
Prima di arrivare nelle mani di Zack Snyder, anche il film di Watchmen contò svariati candidati per la regia. Primo tra questi fu Terry Gilliam, il cui sguardo visionario ci ha regalato capolavori come Brazil (il nostro approfondimento), ma il budget troppo limitato lo fece desistere. Più avanti fu il turno di David Hayter (che aveva anche lavorato allo script), di Aronofsky e di Paul Greengrass, nonché ancora una volta di Burton.
5) Le difficoltà del mutante Gambit
Tra i progetti mai andati in porto s’inserisce il lungometraggio da solista per l’X-Men Gambit, che per un certo periodo si era ventilato avrebbe dovuto avere come protagonista Channing Tatum e su cui la Fox continua a temporeggiare. L’attore, a quanto pare, contattò Darren Aronofsky e Bennett Miller (con cui aveva collaborato in Foxcatcher – Una storia americana), ma ambedue declinarono. Lo stesso fecero in seguito Gareth Evans (The Raid ‑ Redenzione), J.C. Chandor (1981: Indagine a New York), Rupert Wyatt (Rise Of The Planet Of The Apes) e Doug Liman (Edge of Tomorrow – Senza domani). Il progetto ad oggi è in stallo.
6) Tutti i no a The Flash
Passando da un film mai realizzato a uno in via di realizzazione, anche l’adattamento per il grande schermo di The Flash con Ezra Miller è nel mezzo di un complesso processo di selezione del regista. Anzitutto Phil Lord e Chris Miller (The Lego Movie, 21 Jump Street, Han Solo) hanno lavorato alla prima bozza della sceneggiatura, ma hanno in seguito rinunciato di prendere parte alla produzione poiché i loro altri impegni non lo permettevano. Il successivo nome è stato così quello di Seth Graeme-Smith, che non si è rifiutato di rimaneggiare il copione ma ha abbandonato dopo un certo lasso di tempo per divergenze creative. La stessa storia si è ripetuta per Rick Famuyiwa. Successivamente Sam Raimi e Marc Webb, ambedue aventi all’attivo gli adattamenti di Spider-Man, hanno respinto l’offerta e lo stesso è valso per Matthew Vaughn (Kingsman – Secret Service). Voci più recenti vorrebbero Robert Zemeckis alla direzione di The Flash, ma il suo coinvolgimento in The Women Of Marwen potrebbe rappresentare un serio ostacolo, anche se tutto dipende dalle tempistiche con cui la DC/Warner intende ultimare il progetto solista del velocissimo supereroe, che in ogni caso comparirà nel film corale della Justice League.
7) Alcuni nomi sparsi di registi hanno rifiutato dei cinecomic
Molti sono i filmmaker a cui è stato offerto almeno una volta nella carriera un film di supereroi, ma che si sono tirati indietro per svariati motivi. Ron Howard dichiarò (via Happy Sad Confused podcast) nel 2015 che non bisognerebbe “girare un film come se fosse una sorta di esercizio. Bisogna esserne completamente coinvolti”. Ha anche aggiunto che non è mai stato “un tipo da fumetti”, benché gli piacessero le pellicole che ne erano state tratte, “specialmente le storie sulle origini”. Eppure non ha mai creduto di poter “arrivare sul set alle 3.00 del mattino, stanco morto, con dieci importanti decisioni da prendere, e sapere, a livello intuitivo, di cosa la storia necessiti”, aggiungendo che avrebbe soltanto “copiato e non inventato nulla”, per questo motivo “non dissi di sì”. Non ci è dato conoscere tuttavia il titolo del film che rifiutò.
Anche Jeff Nichols, come da lui stesso dichiarato l’anno scorso (Screen Crush), era stato contattato per girare Acquaman e declinò perché, mentre su Midnight Special aveva “avuto molto controllo sul processo creativo” e “sul montaggio finale”, era stato affiancato dal “suo team”, realizzando “il film che volevamo fare”. Con una produzione DC invece, “molte parti sono già state attivate e molte decisioni sono già state prese”, quindi sarebbe come “salire su un treno in corsa”.
Ad Ava DuVernay (Selma e 13th) era stato offerto un posto dietro alla macchina da presa dalla Marvel per Black Panther, ma la regista non ha trovato un accordo; tuttavia ha comunque lavorato con la Disney per l’adattamento del romanzo sci-fi Nelle pieghe del tempo. La donna ha infatti paragonato (su THR) il progetto a un matrimonio, ossia “tre anni in cui non è possibile seguire altro”. L’idea di una produzione dal grandissimo budget che avrebbe necessitato la sua presenza nei luoghi più disparati, obbligandola a viaggiare da una parte all’altra del globo e occupando tutto il suo tempo, infine l’ha convinta a desistere insieme al fatto che ci fossero “troppi compromessi” da accettare e che non sarebbe stato un film del tutto suo. A prendere il suo posto è stato invece Ryan Coogler (Creed – Nato per combattere).
Non è detto tuttavia che solo i puristi si rifiutino di accettare un ingaggio simile. James Gunn ad esempio ha in un certo senso avuto un’esperienza nel genere con l’indie Super – Attento crimine!!!, per poi firmare con la Marvel per I guardiani della galassia e il suo seguito. Tuttavia, il regista avrebbe ripetutamente detto di no ai competitor diretti, ossia alla DC, poiché, secondo quanto raccontato (Facebook Live Q&A), non poteva “dire di sì a tutto” e d’altra parte in questo momento è strettamente legato al MCU; con estremi aplomb e onestà ha in ogni caso asserito che “ci sono alcune scene d’azione spettacolari in L’uomo d’Acciaio“.
Per concludere in bellezza la nostra disamina, citiamo uno dei registi più geniali e irriverenti di Hollywood: Quentin Tarantino. Dopo il notevole successo di Le Iene, gli studios incominciarono a corteggiarlo con molteplici lusinghe, proponendogli tra gli altri anche Men In Black, ma lui decise piuttosto di dedicarsi a Pulp Fiction, coi risultati che conosciamo. Il suddetto non rifiutava però di per sé l’idea di girare un film su un qualche paladino dotato di superpoteri, anzi voleva solo scovare quello giusto e su per giù in quel periodo, erano ancora gli anni ’90, si accaparrò i diritti di Luke Cage. Materiale su cui avrebbe potuto sicuramente dire la sua, Tarantino dichiarò che “se avesse mai fatto un comic book movie, avrebbe dovuto essere su un personaggio originale”, qualcosa che lui stesso “avrebbe creato più che qualcosa a cui cercare di adattarsi”. La querelle, a quanto sembra, riguardava soprattutto il protagonista, che per il regista di Knoxville avrebbe dovuto essere incarnato da Larry Fishburne (Matrix), mentre la produzione insisteva invece su Wesley Snipes. Dopo l’accantonamento del progetto, ci fu una seconda occasione per il filmmaker di traghettare un fumetto sul grande schermo, ovvero la realizzazione alla fine degli anni ’90 di Iron Man per la Fox; la casa di produzione però, abbandonò il proposito e ne vendette i diritti alla New Line Cinema, che a sua volta cercò di assoldare Joss Whedon (allora celebre soprattutto per Buffy l’ammazzavampiri) per la regia, ma i lavori avanzarono a rilento e i diritti infine tornarono alla Marvel. Se in ultimo fu messo da parte anche il progetto della New Line, non lo fu del tutto il regista scelto: Whedon fu reclutato nell’MCU per The Avengers nel 2012 e per Avengers: Age of Ultron nel 2015. Non solo, dopo aver lavorato alla sceneggiatura di Justice League per la DC, il suo nome è legato adesso anche alla regia del prossimo film solista di Batgirl.
Di seguito uno scorcio della prova costume di Nicolas Cage per Superman Lives:
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