Titolo originale: The Haunted , uscita: 06-05-1991. Regista: Robert Mandel.
Riscopriamo La Casa delle Anime Perdute: il capitolo di The Conjuring del 1991 dimenticato
24/01/2018 news di Sabrina Crivelli
Prima di diventare protagonisti del prolifico franchise creato da James Wan, i coniugi Warren debuttorono nel film TV della Fox con protagonista Diane Baker
Il prolifico franchise di L’evocazione – The Conjuring è negli anni creciuto a dismisura: partito nel 2013 con il capostipite diretto da James Wan, l’horror paranormale incentrato sui coniugi Ed e Lorraine Warren, incarnati al cinema da Patrick Wilson e Vera Farmiga, ha ottenuto nel 2014 un primo sequel, The Conjuring – Il Caso Enfield (The Conjuring 2) sempre del medesimo regista e poi ben tre spin-off, Annabelle (2014) di John R. Leonetti e il suo seguito del 2017 Annabelle 2: Creation (Annabelle: Creation) di David F. Sandberg; infine The Nun, che uscirà nelle sale nostrane il prossimo luglio. Non c’è d’altra parte da stupirsi, l’universo espanso nato da un’idea di Wan si è senza dubbio rivelato assai remunerativo e a budget decisamente contenuti rispetto ai ricavi, dacché il primo e il secondo film sono costati rispettivamente 20 e 40 milioni di dollari e ne hanno incassati 319 e 320, mentre per Anabelle e il suo sequel l’investimento è stato di 6.5 e 15 milioni di dollari e le entrate dal botteghino di 257 e 306 milioni di dollari … Il concept a quanto pare funziona, non c’è che dire!
Tuttavia, a quanto pare, prima di James Wan, qualcun altro ha pensato di realizzare un film, o meglio un film per la TV sui casi di possessione affrontati dai Warren: si tratta di The Haunted di Robert Mandel, uscito in italia come La Casa delle Anime Perdute (il filone delle ‘case’ in Italia era assai prolifico all’epoca e lo stesso carattere usato per la ‘C’ nel poster è identico a quello usato per quello del film di Sam Raimi del 1981), prima su VHS per la Fox Video e poi passato in televisione su Rai3 nel settembre del 1995. Era difatti il maggio 1991, quando la Fox assoldò Sally Kirkland (EdTV) e Jeffrey DeMunn (The Blob, The Walking Dead) per interpretare i protagonisti Janet e Jack Smurl. Basato su una storia vera, l’horror era ambientato in Pennsylvania, a Pittston, dove la famiglia si era trasferita e dove avevano iniziato a verificarsi una serie di inquietanti eventi. Terrorizzati, marito e moglie avevano chiamato i Warren per affrontare la maligna presenza che infestava la loro nuova casa. Le attività paranormali erano da principio limitate, si iniziava con piccoli indizi, strani e fastidiosi odori, voci sinistre e oggetti che scomparivano per poi riapparire in luoghi assurdi. Poi però gli eventi degeneravano, finché un tostapane prendeva fuoco, un lampadario si staccava dal soffitto e Jack veniva abusato in una scena scult da un Succubus (demone di femminee spoglie), che alternava le sue sembianze tra una bionda con il seno rifatto male e un obeso in preda agli effetti della droga (!!). Come per The Conjuring, i coniugi Warren erano presentati mentre tenevano una lezione universitaria che riguardava proprio la loro esperienza sul campo in diverse case infestate. Lorraine era interpretata nientemeno che da Diane Baker (conosciuta per Marnie o Il silenzio degli innocenti), mentre Ed era impersonato da Stephen Markle (Star Trek: The Next Generation), che somigliava al vero Ed Warren assai più di Wilson. I due demonologi erano presentati quali disponibili e pragmatici come nei nuovi film, ma nella pellicola del 1991 il loro credo religioso era decisamente più calcato e, diversamente da The Conjuring, questa non era incentrata per la maggior parte sui due parascienziati, che in La casa delle anime perdute entrano in scena a metà dello svolgimento e che compaiono complessivamente solo in circa 10 minuti di girato. Tuttavia, il film era effettivamente basato sui loro libri, nella fattispecie sul libro omonimo del 1986 scritto a più mani con gli Smurl e Robert Curran.
Dunque in La casa delle anime perdute, la fonte del copione e le vicissitudini raccontate possono essere analoghe rispetto alla saga di L’evocazione, con il medesimo canovaccio, ovvero la famiglia media con molti figli che ha problemi con un demone, contatta i Warren, la Chiesa è riluttante ad aiutarli, e così via, ma l’attenzione rimane sulla famiglia Smurl e sulla loro strenua lotta con il Male. Inoltre, a differenza della saga ideata da James Wan, c’è molto poco in termini di accumulo drammatico nell’horror del 1991 e non è presente uno specifico espediente narrativo per la possessione demoniaca, ma viene semplicemente descritta una famiglia atterrita da una forza malvagia. Le scene più spaventose, quali la scena dello stupro, la levitazione del letto di Janet, un incontro con dei demoni durante un campeggio, iniziano, si svolgono e finiscono bruscamente, e solo dopo una serie di fatti davvero sinistri gli Smurl implorano l’aiuto dei Warrens o della Chiesa. Quando il soccorso spirituale arriva, i fenomeni di possessione si arrestano solo temporaneamente o, in alcuni casi, peggiorano addirittura, e comunque non viene risolto granché … Al contrario James Wan, sia che abbia visto La casa delle anime perdute o meno, ha compreso che quelli che le vittime dell’infestazione demoniaca non sono mai i personaggi più interessanti, almeno a livello di costruzione del pathos, mentre lo sono indubbiamente i Warren. Il regista e produttore ha anche capito che era necessario dare, altresì, non soltanto maggiore spazio e rilevanza ai due demonologi, ma anche dar loro maggior spessore psicologico, umanizzarli, inserendo nella trama la figlia e conferendo maggiore rilievo al loro amore reciproco, quale elemento fondamentale del lavoro di coppia contro alle maligne presenze.
Tuttavia, anche La casa delle anime perdute ha i suoi meriti e punti di forza, seppur si tratti di un approccio molto diverso rispetto a quello di The Conjuring. Il film diretto da Mandel (che ha girato tra gli altri il pilot originale di X-Files) mantiene difatti un ritmo costante e riesce a trasmettere un sottile senso di paura. Certo, non si tratta di qualcosa di pirotecnico in stile Poltergeist – Demoniache presenze di Tobe Hooper, quanto più una resa psicologica del demoniaco. Forse l’apice del terrore è costituito dalla scena in cui gli Smurl sono via per un campeggio e i vicini sentono ogni tipo di agghiacciante rumore dalla casa vuota nel cuore della notte, mentre dalle finestre si scorgono delle luci tremolanti. Si tratta di una rappresentazione semplice, ma spaventosa ed efficace. Poi i media si appropriano della storia e gli Smurl diventano simili a paria nella loro comunità, assediati a tutte le ore del giorno da stampa e da squilibrati che li perseguitano dal prato davanti casa. Sfortunatamente, poco effetto ha l’intervento naif del vicinato, che intona inni tenendo candele per scacciare i demoni. Alla fine apprendiamo che la famiglia ha deciso semplicemente di risolvere il problema cambiando casa, e che il demone si è trasferito con loro. Pare che la questione sia stata quindi risolta, almeno a quanto è scritto in chiusura in La casa delle anime perdute, attraverso un esorcismo da parte della Chiesa nel 1989, evento che avrebbe certo potuto rappresentare un buon epilogo anche per il film, ma si è preferito forse un finale più sospeso ed inquietante.
Forse non sarà un capolavoro, ma La casa delle anime perdute ha qualche pregio e alcune sequenze piuttosto d’impatto, oltre a un cast dignitoso e inoltre affronta uno dei topos horror divenuto ora più di moda, in maniera in parte differente, esplorando forse in maniera meno scenografica, ma più realistica, l’intramontabile casa stregata. Senza contare che costituisce indubbiamente un passaggio obbligato per i fan dei coniugi Warren!
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