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Voto: 5/10 Titolo originale: Run , uscita: 20-11-2020. Budget: $1,700,000. Regista: Aneesh Chaganty.

Run: la recensione del film thriller diretto da Aneesh Chaganty

09/12/2020 recensione film di Gioia Majuna

Sarah Paulson e Kiera Allen sono le protagoniste di un prodotto standard e prevedibile, che non sfrutta appieno le potenzialità dell'idea alla base

paulson film run 2020

La maliziosa madre interpretata da Sarah Paulson non ha nulla di buono in mente in Run, un thriller piuttosto camp che la vede opposta alla figlia adolescente disabile in una battaglia di intelletti che non riesce ad essere mai abbastanza acuta quanto invece vorrebbe. Dopo il suo brillante debutto al Sundance del 2018 con Searching, il regista Aneesh Chaganty abbraccia ora la teatralità sovreccitata e le occasionali divagazioni della sua storia in una giocosa assurdità.

Eppure, che si tratti della performance prevedibilmente sopra le righe della 45enne protagonista o dell’ovvietà dell’inevitabile colpo di scena, il film finisce per sembrare un esercizio di genere che manca dell’ingegnosità del precedente lavoro.

run film poster 2020 Aneesh ChagantyChi ha apprezzato Sarah Paulson in American Horror Story e nella recente Ratched (la recensione) saranno sicuramente rimasti incuriositi dal trailer di Run. Ed è interessante vedere che Aneesh Chaganty abbia scelto la praticamente sconosciuta Kiera Allen, disabile anche nella vita vera, per interpretarne la figlia in pericolo, sottolineando l’attenzione di Hollywood di essere sempre più inclusiva. Per il resto, tuttavia, ci troviamo di fronte a materiale piuttosto standard e derivativo.

Kiera Allen interpreta Chloe, che è stata allevata in casa per tutta la vita dalla sua amorevole e protettiva mamma single Diane (Paulson). A causa di un parto difficile, Chloe soffre di una serie di condizioni mediche particolari – tra cui asma, aritmia cardiaca, paralisi sotto la vita e diabete – che richiedono a Diane di occuparsi costantemente della sua brillante e ottimista figlia.

Dopo che la ragazzina si accorge che sua madre le sta dando una nuova pillola – una che, in realtà, è stata assegnata alla donna, e non a lei, dal farmacista – inizia a chiedersi se lei intende forse farle intenzionalmente del male.

Svolgendosi interamente su schermi di computer e di telefonini, Searching era un thriller astuto che enfatizzava la natura claustrofobica della sua impostazione. In maniera differente, anche Run (che è stato sceneggiato da Aneesh Chaganty e dall’autore di Searching, Sev Ohanian) opera in spazi ristretti, con la maggior parte dell’azione che si svolge all’interno della casa in cui vivono dei due personaggi principali.

Spostandosi su una sedia a rotelle e monitorata da vicino da sua madre, Chloe ha pochissima libertà – una frustrazione che spera di alleviare una volta che andrà al college. Ciò potrebbe essere un pio desiderio da parte dell’adolescente, tuttavia: all’inizio di Run, Diane continua a rassicurare con sospetto la figlia di non aver ancora ricevuto alcuna risposta alle sue domande universitarie, una chiara indicazione che la donna potrebbe non essere altruista e benevola come sembra.

Naturalmente, questa non è certo una sorpresa, considerando che la parte è interpretata da Sarah Paulson, il cui sorriso ostentato spesso allude alla segreta malvagità dei personaggi a cui dà corpo. Anche se l’idea di base potrebbe essere intrigante – quali sono le intenzioni di Diane? – né la sua interpretazione monodimensionale (apertamente ispirata a Carrie – Lo Sguardo di Satana, parole sue), né la lenta rivelazione del suo piano risultano accattivanti. Non solo lo spettatore smaschera immediatamente la doppiezza di Diane, ma è anche abbastanza facile indovinare la scoperta scioccante che Chloe alla fine farà. E il tema di fondo di Run – a volte, l’amore di una madre può essere soffocante – non viene certo affrontato con particolare arguzia o innovazione.

Kiera Allen in Run (2020)Nei panni della debole Chloe, che adora sua madre ma teme che la loro casa possa diventare una prigione permanente, la 22enne Kiera Allen proietta sullo schermo una simpatica innocenza prima di portare alla luce la ferrea intraprendenza del personaggio.

Aneesh Chaganty escogita alcune sequenze di suspense insolite (e consapevolmente inverosimili) che sfruttano l’incapacità di Chloe di muoversi facilmente, e mentre l’attrice illustra in modo convincente quanto può essere spaventoso il mondo quando non hai pieno uso delle tue membra, l’accumulo di ulteriori malanni che affliggono Chloe possono apparire come ulteriori ostacoli artificiali nella trama che sfruttano quelle disfunzioni molto reali.

Mentre Searching rimaneva relativamente realistico nella rappresentazione della ricerca da parte di un padre spaventato della figlia scomparsa, Run è felice di esagerare, prima con il panico crescente di Diane nel tenere Chloe all’oscuro del suo piano e poi con la posta in gioco crescente quando la guerra psicologica tra le due donne raggiunge un picco febbrile (le composizioni musicali che si poggiano pesantemente sugli archi di Torin Borrowdale ricordano le partiture ‘espansive’ di Bernard Herrmann, purtroppo l’unico accenno diretto del film alla proverbiale suspense hitchcockiana …).

Ma poiché i personaggi sono disegnati in modo così sottile e il dramma sviluppato in modo così poco convincente, il terzo atto non sbigottisce o abbaglia come dovrebbe, lasciando la sensazione di aver potuto sfruttare meglio questi 90 minuti.

Di seguito trovate il trailer internazionale di Run, che è stato distribuito direttamente su Hulu il 20 novembre: