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Voto: 5/10 Titolo originale: Sweet Girl , uscita: 18-08-2021. Regista: Brian Andrew Mendoza.

Sweet Girl: la recensione del film di Brian Andrew Mendoza (su Netflix)

21/08/2021 recensione film di Gioia Majuna

Jason Momoa è il protagonista di un action thriller Rated R dalle premesse interessanti ma dallo sviluppo sciagurato

sweet girl film 2021 momoa

Il problema sta nei registi di oggi che non possono più farla franca con i ‘grandi’ colpi di scena, perché quelli più scioccanti li abbiamo già visti così tante volte ormai, oppure è – forse – più semplicemente che i creatori di Sweet Girl siano dei totali incompetenti nel tentare di ‘coprire’ le tracce delle loro reali intenzioni? La grande rivelazione dello script orchestrato a quattro mani da Gregg Hurwitz e Philip Eisner, ovviamente, non dovrebbe e non sarà divulgata in questa recensione, ma è quasi irrilevante. Gli sceneggiatori e il regista Brian Andrew Mendoza si sono infatti assicurati, in pratica, che la “sorpresa” principale di questo film distribuito in esclusiva da Netflix si palesi immediatamente non appena entra a far parte integrante della storia narrata.

Questo esito non è evidentemente frutto di una mossa intenzionale da parte dei soggetti sopra citati, che si divertono a giocare molteplici giochi nei dialoghi, nella messa in scena e persino nel montaggio di Sweet Girl per cercare di impedire allo spettatore di capire cosa stia realmente accadendo sullo schermo. Tuttavia, tutti questi trucchi falliscono miseramente, soprattutto perché la trasparenza della tattica scelta rende il gioco stesso parimenti lampante.

sweet girl film netflix 2021 posterNiente di tutto questo dovrebbe avere comunque troppa importanza, se soltanto la vicenda che sta sopra all’inganno possedesse un certo grado di interesse e una qualche qualità per i quali valga la pena impegnarsi per un centinaio di minuti. Qui, però, la storia e – in effetti – i personaggi sembrano esistere solo per supportare una scusa per quella grande rivelazione. Se l’impalcatura su cui si basa crolla, proprio come fa il twist di Sweet Girl (e su più livelli …), quale scopo e significato finisce per avere allora la storia stessa?

Sweet Girl inizia, per lo meno, con qualcosa di molto attuale nella nostra realtà emotiva e politica (beh, lo fa dopo un prologo non necessario, che ci mostra subito un evento chiave e dà il la all’imbroglio del film). Ray Cooper (Jason Momoa) ha una vita e una famiglia felici, con la moglie Amanda (Adria Arjona) e la figlia Rachel (Isabela Merced). Ma tutto questo sembra sbriciolarsi quando il cancro di Amanda ritorna.

La coppia ha già ri-ipotecato la loro casa e, anche con le ore extra, lo stipendio di Ray non sarà in grado di coprire un secondo giro di spese mediche e di costi di prescrizione. Il farmaco che ha aiutato la donna la prima volta è diventato eccessivamente costoso, ma qualche speranza arriva quando un’azienda concorrente annuncia la distribuzione di una sua versione generica.

Le rinnovate speranze vengono però deluse quando il lancio di questo farmaco generico viene posticipato a tempo indeterminato. Simon Keeley (Justin Bartha), l’amministratore delegato della società che ha originariamente sviluppato tale medicinale, ha infatti pagato il competitor affinché questo avvenisse. Ray decide così di telefonare in diretta durante un’intervista televisiva a Simon e lo minaccia di morte qualora accadesse il peggio. Che accade.

Scorrono i mesi. Un giornalista chiama Ray per un incontro, promettendo informazioni che potrebbero smascherare Simon in modo legale. Rachel sceglie di affiancare il padre e, dopo che il giornalista viene ucciso davanti agli occhi di  entrambi, Ray resta ferito, pugnalato e scaraventato da una finestra, cercando di fermare l’assassino.

Passano un altro paio d’anni da quell’incidente e Rachel, che intanto si è allenata nel combattimento, e Ray sono determinati a scoprire tutto il marciume e la corruzione che circondano il mondo delle Big Pharma a ogni livello, ma diventano inevitabilmente dei fuggitivi quando una delle sessioni di interrogatorio di Ray si rivela letale.

Isabela Merced in Sweet Girl (2021)Il resto della trama di Sweet Girl consiste in una marea di inseguimenti, molti nascondigli e plurime lotte, poiché padre e figlia continuano a trovare nuovi strati nella cospirazione che ha portato Amanda a non ricevere più le medicine che avrebbero potuto salvarla. Rapidamente, tutto il radicamento emotivo iniziale scompare, perché la storia diventa semplicemente una sequela di giochi del gatto col topo e sequenze d’azione.

Anche la rabbia e il cinismo di fondo nei confronti degli attuali – e apparentemente infiniti problemi – del sistema sanitario americano sono per lo più dimenticati. Il film è semplicemente troppo impegnato – inventando nuovi ostacoli, nuovi nemici e modi per accennare e al contempo distrarci dal vero ‘mistero ‘- per trasformare questi protagonisti o questo scenario in qualcosa di basato sulle emozioni umane o sull’indignazione politica.

Sweet Girl diventa un gioco sopra un altro gioco, poiché Brian Andrew Mendoza continua a pigiare il pedale della sospensione dell’incredulità e punta forte sull’azione, mentre gli sceneggiatori si incaponiscono nel voler evitare di affrontare le effettive ramificazioni della relazione tra i principali personaggi.

Jason Momoa, che si dimostra capace di mostrare vero dolore nel primo atto (una scena di lui che si aggira per i corridoi dell’ospedale, alla ricerca di un luogo vulnerabile, è efficace, sebbene messa in scena in modo indegno), è pian piano ridotto a un generico dispensatore di punizioni fisiche. La 20enne Isabela Merced è similmente sottoutilizzata, rannicchiata sullo sfondo, fino al terzo atto di Sweet Girl, quando il caos scatenato dal colpo di scena e tutte le sue ridicole conseguenze travolgono qualunque giudizio si sarebbe potuto dare del suo personaggio e della sua interpretazione.

A conti fatti, questo sarebbe pure un momento perfetto nella storia degli Stati Uniti per distribuite un thriller in cui i cattivi sono i dirigenti delle aziende farmaceutiche che truccano i prezzi, i funzionari pubblici corrotti che rendono tutto ciò possibile e la ‘democrazia aziendale’ non funzionante che cura la salute come un privilegio invece che come un diritto umano fondamentale. Sfortunatamente, Sweet Girl non diventa questo tipo di film perché, a un certo momento, si fa più interessato a (provare) a superarci in astuzia che a commuoverci.

Di seguito – sulle note di Sweet child o’ mine dei Guns n’ roses – trovate il trailer italiano di Sweet Girl, nel catalogo di Netflix dal 21 agosto: