Voto: 6.5/10 Titolo originale: The Golem , uscita: 27-08-2018. Regista: Yoav Paz.
The Golem | La recensione del folk horror di Doron e Yoav Paz
27/06/2019 recensione film The Golem di William Maga
I due fratelli rielaborano il mito ebraico allontanandosi radicalmente dalle precedenti versioni, affidandosi alla bravura di Hani Furstenberg e alla fascinosa ambientazione tetra del XVII secolo
I film dell’orrore basati sul folklore ebraico e sulla letteratura talmudica non sono certo numerosissimi, ma uno dei primi classici del cinema muto si basa proprio su un racconto del XVI secolo di un rabbino, Judah Loew ben Bezalel, che portò in vita una gigantesca statua di argilla per proteggere gli ebrei della sua comunità da forze antisemite. Il regista / attore tedesco Paul Wegener fu talmente affascinato da questa leggenda che realizzò ben tre lungometraggi basati su essa, una versione del 1915, di cui rimangono solo alcuni frammenti, una sorta di parodia del 1917 intitolata Der Golem und die Tänzerin (ora perduta) e la versione del 1920, Il Golem – Come venne al mondo, che è la più famosa (ripresentata musicata alla Mostra del Cinema di Venezia 2018). Vennero poi realizzati altri remake in anni successivi, tra cui la versione sonora del 1936 ad opera di Julien Duvivier, ma oggi, una nuova variante arriva su Netflix – che la distribuisce in esclusiva – per gentile concessione dei registi israeliani Doron e Yoav Paz (JeruZalem) che per il loro The Golem hanno scelto un approccio decisamente diverso al soggetto, grazie soprattutto alla sceneggiatura di Ariel Cohen.
La loro terza fatica cinematografica introduce infatti diverse sottotrame e tematiche importanti – forse troppe -, in un lungometraggio che sfida la facile categorizzazione come semplice film horror. Persecuzione religiosa, tragedia familiare, discordia marziale, giustizia fai da te da vigilante, minacce di una pestilenza e magia nera si intrecciano in una narrazione che offre anche un ritratto di una comunità rurale isolata di coloni ebrei nel XVII secolo in Lituania (i realtà si tratta dell’Ucraina).
Al centro della storia c’è Hanna (interpretata da Hani Furstenberg, un ‘ibrido’ di Liv Ullmann e Jessica Chastain), una donna che è ancora in lutto per il figlio morto sette anni prima. Nonostante i tentativi di suo marito Benjamin (Ishai Golan) di renderla nuovamente madre, Hanna sembra essere sterile, ma la verità è un’altra. Segretamente, Hanna ha fatto ricorso per tutto questo tempo ad una pozione per il controllo delle nascite fornitale dall’erborista del villaggio. La situazione ha quindi esacerbato le tensioni nella coppia, come dimostra il flirt di Benjamin con una maliarda vicina di casa. Il matrimonio della coppia però è anche minacciato dalla società patriarcale del villaggio e dalla leadership religiosa, che impedisce alle donne di pregare dentro alla sinagoga assieme agli uomini. Hanna si ribella a tale tradizione, spiando il rabbino e i suoi seguaci dal vialetto della struttura sacra e leggendo la Kabbalah nella privacy di casa sua, incorrendo ovviamente nell’ira del coniuge. Quando un gruppo di uomini spietati sopravvissuti alla peste invade la loro comunità e li minaccia di sterminio a meno che qualcuno non salvi la figlia malata del loro capo, Hanna decide di agire invece di affidarsi alla preghiera come il rabbino e gli altri abitanti. Così, con la sua conoscenza di antichi rituali proibiti evoca un potente protettore soprannaturale, che in un primo momento si dimostra un’arma formidabile contro i nemici, ma poi rivela tutta la sua natura incontrollabile.
La maggior parte della vicenda raccontata in The Golem è quindi un allontanamento radicale dalle precedenti versioni viste ed è ciò che impedisce di classificarlo come un film horror ‘tradizionale’. Il fatto che il protagonista sia una donna che si sta riprendendo da una tragedia personale è significativo. In un’intervista di alcuni mesi fa, i registi Doron e Yoav Paz hanno non a caso affermato: “Non avevamo tanto intenti politici, quanto intenti narrativi. Amiamo affrontare i personaggi femminili. È molto più complicato per noi e difficile raccontare la storia attraverso gli occhi di una donna, e se è una donna che fugge dall’essere una madre – beh, è un dramma. Abbiamo iniziato a lavorare al film prima del movimento #MeToo, quindi non era nelle nostre teste, ma ci appassionava l’idea di una donna che lottava per il suo diritto di studiare la Kabbalah e di essere trattata come uno degli uomini.”
Anche se The Golem si apre con un prologo che rende omaggio alla concezione originaria del 1920 della creatura del folklore del titolo, il demone che viene evocato da Hanna è un’apparizione molto più anticonvenzionale. Appare per la prima volta sotto forma di bambino selvaggio muto e coperto completamente di fango. Dopo che Hanna lava via il sudiciume dal suo corpo, il Golem si rivela essere un ‘duplicato’ del suo defunto figlioletto, il che non fa che aumentare il suo attaccamento a lui.
Va comunque sottolineato che The Golem non è ‘impeccabile’ sotto ogni aspetto e che gli appassionati di film del terrore in senso stretto potrebbero rimanere delusi dalla scelta dei fratelli Paz di privilegiare lo sviluppo drammatico della protagonista rispetto all’azione non-stop e al gore esplicito (che pure non manca). Alcuni dei personaggi di supporto sono poco più che delle caricature e l’ultimo atto è prevedibile e in qualche modo troppo verboso, tranne che per una sequenza che mostra un fallito tentativo di esorcismo. C’è anche una coda finale che offre il fianco alla possibilità di un sequel, completamente inutile.
Nonostante queste piccole lamentele, The Golem in definitiva un folk horror in costume deliziosamente orchestrato e carico di atmosfera, un gradito cambiamento di ritmo e cliché tipici dell’ormai stanco modello offerto da Hollywood negli ultimi anni. La 39enne Hani Furstenberg nei panni di Hanna offre una prova particolarmente impressionante in un ruolo difficile e che potrebbe facilmente diventare un personaggio molto antipatico nelle mani di un’attrice meno espressiva. E il design della produzione, la direzione artistica e i costumi, in particolare le misteriose maschere da peste a forma di becco, conferiscono ulteriore convincente autenticità a questo racconto popolare.
Di seguito il full trailer internazionale di The Golem, nel catalogo di Netflix dal 26 giugno:
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