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Voto: 6/10 Titolo originale: La Montagne , uscita: 01-02-2023. Regista: Thomas Salvador.

The Mountain: la recensione del film di – e con – Thomas Salvador

15/12/2022 recensione film di William Maga

Il regista parigino torna sulle scene dopo quasi 10 anni con un'opera misteriosa, solo parzialmente efficace

the mountain film thomas 2022

Ciò che sale su non immediatamente scende giù nel seguito misterioso e visivamente intrigante dell’esordio dell’attore e regista francese Thomas Salvador, il film supereroistico Vincent n’a pas d’écailles del 2014. Ambientato quasi interamente sulle cime innevate e sulle pareti rocciose del massiccio del Monte Bianco, appena sopra la città di Chamonix, The Mountain (La montagne) è la storia di un uomo mite che, apparentemente per un capriccio, lascia da un giorno all’altro il suo lavoro, pianta la sua tenda tra i ghiacciai e non sente alcun desiderio di tornare alla civiltà.

Il ritmo della narrazione potrebbe risultare un po’ troppo glaciale per coloro che amano le storie capaci di generare una valanga drammatica dopo l’altra. Ma il pubblico d’essai più paziente potrebbe essere ampiamente ricompensato non solo dalla splendida fotografia alpina di The Mountain e dalla delicata storia d’amore che si annida nel suo cuore, ma anche da un colpo di scena deliziosamente inaspettato.

the mountain film poster 2022Se The Mountain ha un punto debole, è l’imperscrutabilità emotiva del personaggio principale, interpretato dallo stesso Thomas Salvador. A volte, però, in un’opera in cui la natura, il paesaggio e il clima hanno un ruolo da protagonisti, l’interpretazione sommessa di un uomo che tenta di ‘perdersi’ nell’ambiente circostante sembra quella più giusta.

Il personaggio riservato di Thomas Salvador, Pierre, pronuncia il suo dialogo più lungo all’inizio del film, quando si trova a Chamonix per vendere ai potenziali clienti un braccio robotico prodotto dalla sua azienda. Quando i suoi colleghi tornano a Parigi, lui rimane.

A parte un’escursione sul ghiaccio con una guida locale, non scopriamo mai come questo principiante riesca ad affinare le sue abilità in montagna così rapidamente, ma ben presto pianta la sua tenda in un campo base innevato sotto la stazione della funivia dell’Aiguille du Midi e si avventura sempre più lontano in escursioni e scalate quotidiane.

La stazione a monte, meta della funivia a risalita verticale più alta del mondo, è per molto tempo il luogo in cui Pierre si avvicina di più alla mischia umana sottostante. È qui che pranza in modo imbarazzante con la madre e i due fratelli, venuti da Parigi per cercare di convincerlo a scendere. È sempre qui che stringe una timida amicizia con Léa – interpretata in modo empatico da Louise Bourgoin – la chef del ristorante della stazione della funivia, che accetta di portargli delle provviste da Chamonix.

È giusto che non si sappia quasi nulla della vita di Pierre a Parigi, di ciò da cui, eventualmente, sta scappando. Mentre lo guardiamo arrancare con i ramponi su pendii ghiacciati o scendere in corda doppia su una parete rocciosa, cominciamo a capire che forse la maestosità della montagna è l’unica spiegazione di cui abbiamo bisogno.

La delicata e luminosa colonna sonora della DJ e compositrice elettronica Chloé Thevenin, in arte Chloé, lavora a stretto contatto con la limpida fotografia widescreen dell’esperto DoP Alexis Kavyrchine, catturando panorami onirici attraverso nuvole erranti e ‘golden hours’ in cui le cime si tingono di bronzo.

Allo stesso tempo, c’è un fattore di disturbo all’opera anche in questo ambiente naturale apparentemente incontaminato: il cambiamento climatico. All’inizio, vediamo Pierre che scende i gradini di un centro visitatori e passa davanti ai cartelli che tracciano l’irrevocabile ritiro di un ghiacciaio nel corso degli anni. E anche quando raggiunge il segnale del “2003”, i gradini sottostanti verso una sporca chiazza di ghiaccio sembrano infiniti.

Sarebbe ingiusto rivelare molto del brusco cambio di registro di The Mountain a circa due terzi. Basti dire che se fino a lì era stato una variante molto austera di Into The Wild, ben presto sembra di assistere a un film di Gaspar Noé, con una piccola dose di Hayao Miyazaki. L’aspetto davvero curioso, tuttavia, è che l’atto finale del film – smaccatamente soprannaturale – non cerchi troppo di spiegarsi.

Si tratta di una metafora sul riscaldamento globale? O sta prendendo in giro i negazionisti del cambiamento climatico? Perché questo è, dopo tutto, un film con un senso dell’umorismo timido e sornione (una delle battute migliori è che Pierre significa “pietra” in francese …).

Di seguito trovate il trailer internazionale di The Mountain, al momento senza una data di uscita in Italia: