Voto: 5/10 Titolo originale: Smiley , uscita: 12-10-2012. Regista: Michael J. Gallagher.
Recensione story: Pagemaster – L’avventura meravigliosa di Hunt e Johnston (1994)
10/08/2025 recensione film Smiley di Marco Tedesco
Macaulay Culkin era al centro di un’avventura tra libri e animazione che spreca il suo potenziale con una trama debole e uno stile visivo poco incisivo

Pagemaster – L’avventura meravigliosa del 1994 nasce da un’idea potenzialmente ricca: usare il viaggio fantastico di un bambino pieno di paure come porta d’accesso al mondo dei libri e alla loro capacità di trasformare chi li legge. In teoria, il messaggio è semplice e potente: la lettura non è una medicina amara da rendere appetibile con orpelli, è di per sé il divertimento, l’avventura e la scoperta. Nella pratica, però, il film a tecnica mista diretto da Joe Johnston e Pixote Hunt sembra ridurre questo potere alla promessa che i libri possano essere “quasi” divertenti quanto cartoni animati o videogiochi, finendo per svilire la materia che intende celebrare.
La struttura narrativa è lineare: un ragazzino timoroso, Richard (Macaulay Culkin), fugge da un temporale, entra in una biblioteca misteriosa, scivola e perde i sensi, ritrovandosi in un mondo animato popolato da personaggi e generi letterari resi carnevaleschi e semplificati. Fantasy, Adventure e Horror — incarnazioni parlanti di tre categorie narrative — lo accompagnano in una serie di scenette episodiche, in cui compaiono figure iconiche come Moby Dick, il Dott. Jekyll e Long John Silver.
Questi incontri, però, non offrono spazio per esplorare motivazioni e complessità: Achab diventa un’ossessione comica, Jekyll e Hyde una gag di trasformazione, privati del loro peso simbolico e morale. La letteratura, anziché farsi veicolo di profondità, diventa un pretesto per brevi prove di coraggio del protagonista.
Dal punto di vista visivo, l’animazione soffre di una tavolozza spenta e di un tratto poco incisivo, lontano dalla brillantezza e dal dettaglio che potrebbero rendere vive le ambientazioni letterarie. Alcune sequenze sembrano osservate attraverso un filtro polveroso e ingiallito, conferendo un’aria dimessa che contrasta con l’energia che la storia vorrebbe trasmettere. L’impianto ricorda più un collage di attrazioni da parco tematico che un racconto coeso: pericoli improvvisi, salti di scenario, ritmo da montagne russe che non lascia spazio a respiro narrativo o crescita emotiva reale.
Il percorso di Richard culmina in una trasformazione da bambino insicuro a eroe armato e determinato. Tuttavia, la lezione che il film trasmette non sembra legata alla comprensione dei temi universali racchiusi nei romanzi che attraversa – l’ossessione, la dualità, la brama di libertà – ma piuttosto a una generica esortazione a “non avere paura” e “combattere”. Il rischio implicito è che lo spettatore giovane, più che incuriosito dai libri, rimanga attratto dalla cornice d’azione e dal tono da cartone avventuroso, perdendo di vista il nucleo letterario.
Pur essendo breve e innocuo, e adatto a un pubblico molto giovane, Pagemaster – L’avventura meravigliosa (che all’epoca fu un clamoroso flop commerciale) manca di una visione coerente sul perché i libri meritino di essere letti. Non sviluppa la premessa iniziale – la biblioteca come spazio magico e trasformativo – e non restituisce il senso di meraviglia e introspezione che la letteratura può generare.
L’intento educativo si annacqua così in un intrattenimento di superficie, dove i classici diventano cameo bidimensionali e il viaggio interiore del protagonista si riduce a una successione di prove fisiche. In definitiva, un’occasione persa: la porta d’ingresso era promettente, ma oltre l’uscio non c’è il mondo sconfinato della lettura, bensì un corridoio breve e decorato con cartoline sbiadite di ciò che avrebbe potuto essere.
Di seguito, trovate il trailer internazionale di Pagemaster – L’avventura meravigliosa:
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