Voto: 7/10 Titolo originale: The VelociPastor , uscita: 28-09-2018. Budget: $36,000. Regista: Brendan Steere.
The VelociPastor | La recensione del film di Brendan Steere col prete-dinosauro
26/01/2020 recensione film The VelociPastor di William Maga
Nato come cortometraggio nel 2011, il regista riesce a imbastire un action-horror low budget che regge alla sua assurda premessa fino alla fine, divertito e divertente
Mettersi in testa di girare un buon film fanta-horror-action dalla premessa sconclusionata con circa 35.000 dollari di budget e che faccia ridere è molto più difficile di quello che si potrebbe pensare, tanto che il più delle volte il risultato è qualcosa di dolorosamente poco divertente, come molti film targati SyFy o Asylum ci hanno mostrato nel corso degli ultimi anni. Tuttavia, questo non è – forse un po’ a sorpresa – il caso del pubblicizzatissimo The Velocipastor, autonconsapevolissimo b-movie diretto con intelligenza da Brendan Steere (la nostra intervista esclusiva) che prende un’idea di per se incredibile e vi aggiunge – non pago – alcuni ninja, un esorcista, dei flashback sul Vietnam e un colpo di scena inaspettato che non potranno che far divertire lo spettatore più bendisposto.
The VelociPastor – che sembra uscito da un fake trailer di Grindhouse e invece nasce da un cortometraggio del 2011 – può inoltre contare su interpretazioni deliziosamente sopra le righe e su quel tipo di dialoghi che fanno ben capire come il cast si sia divertito a pronunciarli in ogni scena, e funziona principalmente perché l’interpretazione del protagonista Greg Cohan come padre Doug è decisamente ‘impegnata’. Se fosse stato troppo impetuoso o stupido non sarebbe stato altrettanto efficace, ma la sua è la prova credibile e sfumata di un attore che è riuscito a trovare il giusto modo di trasmettere le allucinanti frasi presenti nella sceneggiatura di Brendan Steere.
Non che la trama sia davvero importante, comunque, in The VelociPastor troviamo il suddetto padre Doug devastato dalla morte dei suoi genitori, che si dirige in Cina nel tentativo di ritrovare Dio. Mentre è lì, si imbatte (letteralmente) in una ninja morente che gli affida una pietra misteriosa con la quale si ferisce e ben presto scopre di essere in grado di trasformarsi – proprio come accadrebbe con il morso di un lupo mannaro – in un dinosauro. Al suo ritorno negli Stati Uniti, fa squadra con Carol (Alyssa Kempinski), una prostituta riluttante, e decide di cibarsi solamente di quelli che sono cattivi, ma questo piano diventa complicato quando un gruppo di ninja si mette sulle sue tracce.
Ciò che rende piacevoli i veloci 70 minuti di The VelociPastor è che si tratta di un film perfettamente consapevole di cosa sta succedendo, mettendolo in chiaro fin da quando i genitori di Doug vengono fatti saltare in aria ma, invece di mostrarci apertamente l’evento, il montaggio si sposta ripetutamente tra l’immagine di un muro e le parole “VFX Car On Fire” e quella di un angosciato padre Doug che urla in modo melodrammatico. Brendan Steere ci sta in pratica dicendo che sì, la visione sarà sciocca, ma anche molto ironica e divertente e non mancherà di rispettare tale promessa andando avanti.
Non è esattamente una parodia, anche se il film talvolta va in quella direzione, coi cattivi – stereotipatissimi – che non amano fare altro che indulgere in profonde risate da maniaci o come quando il buon padre Doug morde la testa di qualcuno mentre è in forma di Velociraptor, salvo poi non nascondere minimamente il fatto che quella stessa testa che rimbalza sul pavimento sia palesemente di un manichino. Il regista ricorre anche a semplici gag visive, come quando il protagonista si risveglia completamente nudo dopo la sua prima trasformazione e chiede a Carol se abbia qualcosa da prestargli per coprirsi e nella scena successiva indossa un abito arancione molto attillato.
The VelociPastor non prova nemmeno un po’ a mascherare nemmeno la semplicità e l’artificiosità del costume da dinosauro, ma non gliene importa, così che, se la mutazione iniziale è costituita semplicemente da lenti a contatto economiche e da un lampo verde, quando alla fine vediamo la creatura fatta e finita è tremenda, ma anche stranamente adorabile, un travestimento da poche centinaia di dollari che tuttavia si adatta perfettamente al tono e alle atmosfere del film. Allo stesso modo, anche il sangue e il gore presenti sono per lo più irrealistici, ma non importa più di tanto in fondo.
E non dimentichiamo la superba quantità di dialoghi gloriosamente ridicoli – che spesso e volentieri prendono di mira la religione e i suoi esponenti – e per questo motivo immensamente godibili.
Certo, a volte il lavoro con la videocamera di Brendan Steere, qui alla sua seconda regia, è un po’ approssimativo e mosso, ma ciò aggiunge stranamente fascino a The VelociPastor, e assieme all’abbondanza di split screen, musiche rock anni ’80, un montaggio ‘inventivo’ e un paio di altri trucchetti, concorre a creare un film ‘ai confini dell’assurdo’ che non fa rimpiangere la sua visione.
Insomma, The VelociPastor, se approcciato col giusto spirito e lo si prenda per quello che è, finisce per non deludere le aspettative. E non è certo poco.
Di seguito il full trailer internazionale e più sotto il primissimo cortometraggio del 2011 di The VelociPastor:
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