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Voto: 5/10 Titolo originale: The Witcher: Sirens of the Deep , uscita: 10-02-2025. Regista: Kang Hei Chul.

The Witcher: le Sirene degli abissi, la recensione del film animato con Geralt (su Netflix)

11/02/2025 recensione film di Marco Tedesco

Continua la spremitura del franchise con un altro prodotto modesto

The Witcher le Sirene degli abissi film netflix

L’umanità è ossessionata dallo spazio e dagli orrori inimmaginabili che potrebbero nascondersi nel vuoto cosmico, ma raramente dedica la stessa attenzione agli abissi degli oceani. Da un lato, essendo “nel nostro cortile di casa”, il mare non sembra così misterioso o inaccessibile. Dall’altro, è inquietante pensare che qualcosa di così terrificante sia proprio a un passo da noi, pronto a inghiottirci in pochi secondi.

Questa percezione contrastante si riflette anche nel cinema: girare in acqua è incredibilmente difficile, e pochi registi hanno saputo padroneggiare il mezzo. James Cameron è probabilmente l’unico vero maestro, come dimostrano i suoi The Abyss, Titanic e Avatar 2.

Ora, con The Witcher: le Sirene degli abissi (The Witcher: Sirens of the Deep), Kang Hei Chul ha tentato di portare il mondo di Andrzaj Sapkowski nelle profondità marine. Ma è riuscito nell’impresa?

The Witcher le Sirene degli abissi film posterAdattato dal racconto Un piccolo sacrificio di Sapkowski, con sceneggiatura di Mike Ostrowski e Rae Benjamin, The Witcher: le Sirene degli abissi si svolge a Bremervoord, città natale di Jaskier.  Geralt viene assunto per eliminare una creatura chiamata Allamorax, accusata di uccidere i raccoglitori di perle locali. Tuttavia, quando i merpeople del regno di Ys gli rivelano che il mostro è innocente, Geralt capisce di essere stato ingannato.

Nel frattempo, Jaskier viene invitato a esibirsi alla corte del Re Usveldt, dove lui e Geralt scoprono che il Principe Agloval è innamorato della principessa Sh’eenaz di Ys. Naturalmente, Usveldt è contrario all’unione interspecie, mentre il Re Basim e la Regina Dahut vedono gli umani come predatori che stanno devastando i mari.

Con entrambi i regni pronti alla guerra per proteggere il proprio retaggio e territorio, Geralt, Jaskier e la vecchia amica di quest’ultimo, Essi, cercano di trovare una soluzione che eviti il massacro.

Il problema principale della scrittura di The Witcher: le Sirene degli abissi è che non offre nulla oltre l’ovvio.

Il conflitto tra Agloval e Sh’eenaz è una chiara metafora del razzismo e del conservatorismo. Il saccheggio degli oceani da parte degli umani è una denuncia sulla distruzione ambientale. Il rapporto tra Jaskier e Zelest affronta il bullismo e le aspettative tossiche sulla mascolinità.

Melusina è praticamente Ursula de La Sirenetta. E Geralt? Sembra che il suo arco narrativo serva solo a fargli superare Yennefer per una notte di passione con Essi. Il problema non è tanto che queste tematiche siano già state esplorate in altri media, ma che qui sono trattate in modo superficiale e affrettato. Lo stesso Geralt ironizza sul fatto che la storia sia una versione annacquata di qualcosa di già visto.

Più della trama, il vero punto debole del film animato è la scrittura dei dialoghi, che risultano legnosi e didascalici. Il montaggio cerca disperatamente di mascherare questo difetto, accelerando il ritmo delle conversazioni per evitare che lo spettatore se ne accorga. Ma il risultato è un’esperienza frammentata e poco coinvolgente. Novanta minuti non sono sufficienti per dare profondità ai tanti fili narrativi aperti, lasciando l’impressione di un racconto incompiuto.

Nessuno mette in dubbio che lo Studio Mir abbia prodotto lavori straordinari nell’ambito dell’animazione. Collaborando con Netflix, ha dato vita a serie di successo come Voltron: Legendary Defender, Kipo and the Age of Wonderbeasts, Dota: Dragon’s Blood, Skull Island e The Witcher: Nightmare of the Wolf.

Tuttavia, neanche uno studio di animazione di alto livello può compiere miracoli se è limitato dall’immaginazione e dall’ambizione del regista, ed è proprio il caso di Kang Hei Chul. The Witcher: le Sirene degli abissi ha un aspetto gradevole nella maggior parte delle sue scene. I combattimenti corpo a corpo sono accettabili. Qualche dissolvenza incrociata mantiene un minimo di dinamismo.

The Witcher le Sirene degli abissi film 2025Eppure, nei momenti più importanti, sia d’azione che emotivi, il film crolla completamente. L’uso di modelli 3D in un prodotto con personaggi prevalentemente 2D può avere senso, ma la qualità dei modelli tridimensionali è così scarsa che stona in maniera evidente.

E poi c’è il finale, ambientato interamente su una nave con un Kraken, che invece di essere epico e mozzafiato è noioso e privo di ispirazione, smorzando anche quel poco di divertimento che si era riuscito a creare fino a quel momento.

Come accennato, è estremamente difficile ambientare una storia nell’acqua, sia in live-action che in animazione. Basti pensare a quanto Oceania sia stato elogiato per la bellezza della resa visiva dell’oceano e a quanto il sequel abbia deluso per non essere riuscito a replicare quella magia.

Titoli come Ponyo, La Tartaruga Rossa, Atlantis: L’impero perduto, Luca, Alla ricerca di Nemo e La canzone del mare dimostrano quanto sia complesso e raffinato creare ambienti acquatici credibili e immersivi. Ed è assai probabile che anche il team di The Witcher: le Sirene degli abissi abbia lavorato duramente per ottenere un risultato simile, ma per qualche motivo il prodotto finale è al di sotto delle aspettative.

Infine, un appello a Netflix: basta sfruttare fino allo sfinimento le proprie IP di punta. È comprensibile voler mantenere vivo l’interesse per The Witcher dopo l’uscita di scena del suo protagonista, ma se i prodotti che ne derivano hanno la qualità di questo film o del disastroso Blood Origin (qualcuno se la ricorda ancora?), allora finiranno solo per danneggiare ulteriormente il franchise.

Di seguito trovate il full trailer doppiato in italiano di The Witcher: le sirene degli abissi, dall’11 febbraio a catalogo: