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Voto: 5/10 Titolo originale: Thor: Love and Thunder , uscita: 06-07-2022. Budget: $250,000,000. Regista: Taika Waititi.

Thor: Love and Thunder, la recensione del film di Taika Waititi

06/07/2022 recensione film di Gioia Majuna

Ci sono il super cattivo Christian Bale e il premio Oscar Natalie Portman nella quarta avventura solista del dio Chris Hemsworth, un cinecomic stanco e con pochi guizzi

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Ci sono alcune cose buone che meritano di essere sottolineate in quel film altrimenti non molto memorabile che è Thor: Love and Thunder. In primo luogo ci sono due capre giganti urlanti, i cui strilli amplificati digitalmente sono un sollazzo comico che raramente viene messo in disparte a lungo. Christian Bale interpreta lo sprecatissimo cattivo zombesco di nome Gorr il ‘Macellatore di dei’, che assomiglia così tanto a Voldemort e alla suora malefica di The Nun che la Warner Bros. potrebbe pensare seriamente di intentare una causa. E poi c’è l’adorabile, folle visione del tronfio Russell Crowe, che si mostra vestito di una corazza d’oro e di tutù bianco nei panni del dio greco Zeus. Divertente no?

Tuttavia, la cosa migliore di Thor: Love and Thunder è forse la sua durata. Alle oltre 60 ore di contenuti cinematografici finora usciti dalla catena di montaggio Disney/Marvel, questo quarto film incentrato sul dio del tuono aggiunge 120 minuti per lo più indolori, anche se in gran parte ‘inutili’. E nella computa sono felicemente i titoli di coda, che i fan ovviamente seguiranno per intero, sopportando doverosamente i nomi degli esperti degli effetti visivi e degli operatori delle gru in cambio di un paio di fugaci scene post credits che anticipano futuri supereroi Marvel e insperati ritorni.

E, in barba alle consuete norme anti-spoiler, possiamo rivelarvi che proprio alla fine – subito dopo che XXX arriva a XXX e parla con XXX – compare un cartello con una notizia rassicurante, anche se non proprio sorprendente: “THOR RITORNERÀ”.

THOR LOVE AND THUNDER film poster 2022Grazie a dio (o agli dei …), direte voi. Ma qui sorge un po’ di confusione. Per “Thor”, siamo abbastanza sicuri che il film intenda la divinità norrena chiamata Thor il figlio di Odino, maestosamente biondo e nerboruto, interpretato come sempre da un Chris Hemsworth che emana un fascino così innocente che persino i suoi bicipiti sembrano sorriderci.

Ma come avrete sicuramente sentito, Love and Thunder presenta un altro aspirante al mantello di Thor. Si tratta della dottoressa Jane Foster (Natalie Portman), astrofisica americana di spicco e anima gemella di Thor già in Thor (2011) e Thor: The Dark World (2013).

In questo film, come pure nei fumetti scritti da Jason Aaron da cui trae ispirazione, Jane riappare con un cancro al quarto stadio, una condanna a morte quasi certa che la porta a trasformarsi inaspettatamente nel suo supereroe dalla chioma bionda e dal mantello rosso, noto come il Potente Thor.

Jane ottiene questo risultato brandendo il vecchio martello di Thor, Mjölnir, che era stato ridotto in frantumi in Thor: Ragnarok (2017) e brevemente resuscitato tra i piani di viaggio nel tempo di Avengers: Endgame (2019).

Ormai definitivamente rientrato dal pensionamento, Mjölnir vive per colpire e spaccare di nuovo in Love and Thunder, e anche per scatenare alcuni ridicoli problemi di gelosia con la nuova arma del suo precedente padrone, Stormbreaker. È una battaglia di armi e di ex insomma, che cerca di mettere sotto controllo l’enorme ego di Thor, di dare al franchise un aggiornamento sulla parità di genere e di rinnovare alcune scintille di commedia romantica da tempo ormai sopite.

Sfortunatamente questi obiettivi si perdono, o perlomeno vengono frustrantemente poco concretizzati, a causa di una confusione di battute senza senso e di svolte della trama pigramente prevedibili, oltre che dalla sensazione generale di una saga che sta perdendo colpi a livello creativo.

Questi problemi puzzano di stanchezza a monte, ma portano anche le impronte del regista neozelandese Taika Waititi (che ha anche scritto la sceneggiatura insieme a Jennifer Kaytin Robinson). Dopo aver scelto di far deragliate Thor verso lidi più giocosi e goffi in Ragnarok, il filmmaker cerca infatti di estendere ulteriormente il tono comico e spensierato di quel film in un’avventura che cerca di essere allo stesso tempo più sciocca e più drammatica. Vuole trattare il protagonista come una figura divertente ma anche restituirgli quella dimensione di grandezza pop-culturale di cui nessun Avenger, anche se in pensione, può fare a meno a lungo.

E così Love and Thunder prova di prendere in giro e allo stesso tempo di esaltare la leggenda di Thor con una serie di montaggi veloci che ripercorrono gli alti e i bassi del personaggio, le sue perdite (Loki!) e i suoi amori (Jane, tra gli altri), e il suo insolito numero di cambiamenti fisici, dall’elegante look di Ragnarok con l’occhio bendato alla enorme pancia da birra dell’era di Endgame.

È piacevole rivivere tutto questo per qualche istante. L’evoluzione di Thor, a volte priva di timone, nel corso degli anni, dimostra la difficoltà nel gestire coerentemente un personaggio che nemmeno la ben oliata macchina Marvel ha saputo inquadrare. E parla anche del calore e della versatilità di Chris Hemsworth, della sua capacità di rimanerci simpatico anche quando i suoi film non sono stati tanto buoni.

THOR LOVE AND THUNDER film bale 2022All’inizio di Love and Thunder, Thor recupera il suo invidiabile corpo divino, ma non ha ancora trovato uno scopo. Il problema del film è che sembra proprio riflettere questa crisi d’identità, e allo stesso tempo pretendere di risolverla.

La storia inizia a stridere con alcune scene di Thor che si aggrega brevemente ai Guardiani della Galassia, in modo da permettere a Chris Pratt, David Bautista, Karen Gillan e gli altri di incassare un facile assegno. Le cose migliorano un po’ quando l’azione si sposta a New Asgard, la bucolica cittadina norvegese / trappola per turisti dove si sono trasferiti gli Asgardiani superstiti, ma anche qui l’azione si impantana in cammei del tipo “guarda chi c’è!” e in product placement mascherato da battute sul product placement.

Tutte queste trovate comiche sono tipiche di Taika Waititi, il cui umorismo notoriamente impetuoso lo ha reso adatto a un franchise avverso ai rischi che premia la personalità piuttosto che la visione personale. Ma la sua comicità che aspira alla libertà spesso appare terribilmente faticosa, e mamma Marvel sembra incoraggiare i suoi istinti peggiori; troppo spesso scambia la sciatteria per irriverenza e l’autocompiacimento per autoironia.

A volte i suoi istinti comici pagano, come quando Thor, Jane e i loro amici si imbarcano in un paradisiaco neo Olimpo, in stile Las Vegas, chiamato Omnipotence City, dove lo Zeus di Russell Crowe si pavoneggia, saltella e parla con un accento greco tanto esilarante quanto terribile.

Ma Love and Thunder è notevolmente superiore in quei rari momenti in cui cerca di suscitare emozioni sincere e non ironiche, sia che si tratti di raccontare la tragedia che dà origine al regno di terrore omicida di Gorr, sia che si tratti di esplorare la lotta di Jane per sfuggire alla propria mortalità.

Questo conferisce un certo significato alle trasformazioni di Jane nel Potente Thor che, lungi dal guarirla, accelerano solo la diffusione del cancro. Ma niente di tutto ciò la rende un supereroe interessante o credibile, una responsabilità che il film tenta di sfruttare per ottenere piuttosto un sollievo comico. Non c’è nulla di intrinsecamente interessante nell’infilare un personaggio – o un’attrice capace come Natalie Portman – in un mantello e in un elmetto, ed è francamente deprimente vedere la cervellotica scienziata Jane ridotta a una macchina per tormentoni che lancia in giro un martello.

Tessa Thompson se la cava meglio nel ruolo di Valchiria, alleata di Thor e sovrana di Nuova Asgard, ma è ancora inutilmente messa in disparte, quasi come se due donne guerriere di spicco fossero troppo da gestire per il film.

thor love and thunder film 2022 chrisIn effetti, il film cerca di gestire molti elementi. Thor: Love and Thunder ha colori vivaci e psichedelici e caratteri tipografici ispirati ai dischi heavy metal, ma anche un imprevedibile intermezzo quasi horror girato in uno spettrale bianco e nero.

Ci sono un paio di duelli poco riusciti e una simpatica spalla rocciosa di nome Korg (doppiato dallo stesso Waititi in originale). Ci sono alcuni momenti epici in cui risuonano dei pezzi storici dei Guns N’ Roses, tra cui “Welcome to the Jungle”, “Paradise City” e “Sweet Child O’ Mine”. A proposito: nel film ci sono bambini, molti bambini, che si trovano in terribile pericolo quando lo squilibrato Gorr decide di diventare il ‘pifferaio magico’ di Nuova Asgard.

Taika Waititi ha un’affinità di lunga data con i personaggi giovani, sia che stia realizzando un’opera indie e affascinante come Selvaggi in fuga (la recensione), sia che stia realizzando una satira alla Jojo Rabbit (la recensione). In Thor: Love and Thunder non spuntano Hitler immaginari (il che, a pensarci bene, avrebbe potuto essere interessante …), ma l’impiego dei bambini da parte sua appare allo stesso tempo tipicamente strategico e irritantemente cinico.

Alzano la posta in gioco, rendono più tenera la storia e fanno venire un groppo in gola, proprio come i bambini nei film tendono solitamente a fare. Ma sentimentalizzano anche Thor in modo tale da far apparire l’inevitabile sequel, a questo punto, una prospettiva poco invitante. Detto questo, gli incassi saranno divini, quindi avanti un altro.

Di seguito trovate il full trailer italiano di Thor: Love and Thunder, nei nostri cinema dal 6 luglio: