Voto: 7/10 Titolo originale: Adolescence , uscita: 13-03-2025. Stagioni: 1.
Adolescence: la recensione dei 4 episodi della miniserie inglese (su Netflix)
16/03/2025 recensione serie tv Adolescence di Gioia Majuna
Stephen Graham esplora la pericolosa influenza della manosfera e della misoginia online, offrendo una narrazione avvincente e una critica sociale profonda

Raggiunta una certa età, iniziano le domande su matrimonio e figli. Molti rispondono con un deciso “mai”, ma raramente spiegano il motivo. La verità è che esistono timori profondi su ciò che si potrebbe trasmettere ai propri figli e sulle incertezze di un mondo sempre più instabile. La prospettiva di dare speranza a una nuova vita, pur sapendo delle difficoltà future, appare una sfida insormontabile.
Alcune di queste paure sono state esplorate nel docudrama The Night is Dark and Colder than the Day, incentrato su adolescenti tedeschi afflitti da pensieri suicidi dopo aver vissuto la pandemia da COVID-19. Tematiche simili emergono anche nella miniserie Adolescence, appena finita su Netflix.
Creata da Jack e Stephen Thorne, con la regia di Philip Barantini, la miniserie in 4 episodi segue la famiglia Miller — Eddie, Manda, Lisa e Jamie — la cui esistenza viene sconvolta quando Jamie viene arrestato con l’accusa di omicidio. Il comportamento di Eddie, Manda e Lisa, unito all’atteggiamento di Jamie durante l’interrogatorio con DI Luke e DS Misha, fa inizialmente pensare a un errore giudiziario.
Tuttavia, quando Eddie e Jamie, accompagnati dall’avvocato Paul, si trovano nella stanza degli interrogatori, la realtà inizia a emergere con chiarezza. Man mano che la serie si addentra nei dettagli del crimine, diventano evidenti le insidiose influenze della manosfera, un sottobosco digitale tossico che diffonde misoginia e odio. Nel momento in cui il caso raggiunge il suo apice e la famiglia Miller si confronta con la cruda verità sulla propria idea di vita familiare, la necessità di una riflessione collettiva diventa assordante, insieme all’urgenza di una riforma sistemica profonda.
Adolescence è una visione imprescindibile per ogni fascia d’età. Adolescenti, giovani adulti e genitori dovrebbero guardarla per due motivi distinti. Per coloro che non hanno mai sentito parlare della manosphere, questa serie rappresenta un’ottima introduzione alla realtà di uomini che guadagnano milioni diffondendo ideologie misogine e pericolose. Sebbene la storia sia finzionale, la navigazione nei commenti delle principali piattaforme social offre una chiara conferma della dilagante mascolinità tossica tra giovani che spesso non possiedono nemmeno le competenze basilari per decifrare il mondo. Ignorare il problema non è una soluzione: la manosphere esiste e negare la sua influenza sulle nuove generazioni è un’illusione pericolosa.
La miniserie si distingue anche per il suo approccio ai problemi sociali contemporanei. La scrittura include riferimenti critici al capitalismo, ai fallimenti delle forze dell’ordine, all’irresponsabilità del sistema educativo e alla crescente indifferenza della società verso il futuro. Nonostante il focus sia su un omicidio, la narrazione sceglie di esplorare i motivi piuttosto che costruire un giallo classico, una scelta narrativa intelligente che porta lo spettatore a riflettere sul contesto socioculturale che influenza le nuove generazioni. L’effetto immersivo della storia viene amplificato dalla tecnica di piano sequenza, già utilizzata in Boiling Point – Il disastro è servito (2021).
La regia di Barantini sfrutta perfettamente questa tecnica, permettendo di percepire in modo intenso ogni momento drammatico della serie.
Il cast di Adolescence offre interpretazioni straordinarie. Stephen Graham è impeccabile, Ashley Walters regala una performance carismatica, Erin Doherty bilancia perfettamente fragilità e determinazione, mentre Faye Marsay e Christine Tremarco colpiscono per intensità emotiva.
La vera rivelazione è però Owen Cooper, capace di offrire una performance scioccante. Nonostante sia al suo debutto, dimostra un talento sorprendente, riuscendo a trasmettere una gamma di emozioni straordinaria.
Etichettata come dramma psicologico-criminale, Adolescence si avvicina più al genere horror, per la paura che riesce a trasmettere. Il suo merito principale sta nel mettere in luce la minaccia della manosfera, generando una presa di coscienza su quanto questi gruppi stiano influenzando intere generazioni. Anche se nella serie la loro portata è solo accennata, la realtà è ancora più inquietante: alcune di queste figure sono sostenute da politici e celebrità, altre sono addirittura coinvolte in processi decisionali a livello istituzionale, dimostrando quanto il sessismo sistemico sia radicato.
Di fronte a questa realtà, il senso di impotenza cresce, ma è essenziale continuare a lottare per un cambiamento. Un giorno, si spera, la manosfera verrà apertamente respinta, e chi ne fa parte verrà ritenuto responsabile delle proprie azioni.
Se cercato un approfondimento sul finale e i temi trattati, Stephen Graham ha offerto una spiegazione di quello che succede.
Di seguito trovate il trailer italiano di Adolescence, su Netflix dal 13 marzo:
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