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Voto: 6/10 Titolo originale: The Crow: Stairway to Heaven , uscita: 25-09-1998. Stagioni: 2.

Dossier: Il Corvo – Stairway to Heaven, per Eric Draven una serie TV verso la redenzione

25/08/2024 recensione serie tv di Redazione Il Cineocchio

Nel 1998 Mark Dacascos era al centro della continuazione alternativa del film di Proyas, un esperimento a episodi non privo di spunti durato solo una stagione

The Crow Stairway to Heaven 1998 dacascos

Il Corvo – Stairway to Heaven (The Crow: Stairway to Heaven) è una serie televisiva canadese lanciata nel 1998, ispirata direttamente da Il Corvo di Alex Proyas del 1994 e alla graphic novel omonima di James O’Barr.

L’intento dichiarato era di espandere l’universo narrativo del film, aggiungendo nuovi strati e storie al personaggio ormai iconico di Eric Draven. Tuttavia, nonostante la serie abbia trovato un discreto seguito, fu cancellata dopo una sola stagione composta da 22 episodi (altri tempi eh?).

Lo show si propone di raccontare una continuazione ‘alternativa’ della storia di Eric Draven, il protagonista del film interpretato dallo sfortunato Brandon Lee. Mentre il lungometraggio del 1994 si concludeva con la vendetta compiuta e la sospirata pace finale di Eric, Stairway to Heaven rielabora invece quella chiusura: dopo aver vendicato la sua morte e quella della fidanzata Shelly, Eric non riesce infatti a riunirsi con l’amata nell’aldilà.

Rimane invece intrappolato in una sorta di limbo sulla Terra, destinato a compiere una nuova missione che coinvolgerà la sua redenzione e il supporto ad altri innocenti. Questo cambio di direzione serve a creare una narrazione seriale, in cui ogni episodio esplora una nuova sfida morale e fisica per il protagonista.

L’espansione dell’universo del Corvo porta con sé inevitabilmente molti nuovi antagonisti. Alcuni sono semplici criminali o persone corrotte, altri hanno legami più profondi con le forze oscure che tengono Eric legato al mondo dei vivi.

Il corvo (1998) serie tv posterTra i nemici ricorrenti di Stairway to Heaven spicca Top Dollar, il boss del crimine che nel film aveva ucciso Eric e Shelly, e che nella serie diventa una sorta di nemesi simbolica. Anche se il suo ruolo nella serie è meno dominante rispetto al lungometraggio, la sua ombra continua a incombere sulla trama, rappresentando l’aspetto più corrotto e violento del mondo in cui Eric è intrappolato.

La serie introduce anche nuovi avversari, come Jason Danko, un ex poliziotto corrotto che ha un legame con il passato di Eric e diventa una minaccia persistente.

Altri villain includono criminali di strada, spietati uomini d’affari e figure corrotte del sistema legale e giudiziario. La struttura episodica di Stairway to Heaven permette di esplorare diversi livelli di criminalità e ingiustizia, con Eric che affronta ognuno di questi avversari, cercando di ristabilire l’equilibrio e la giustizia per coloro che non possono difendersi da soli.

La colonna sonora della serie, curata da Peter Manning Robinson, cerca di mantenere viva l’atmosfera gotica e cupa del film, pur adattandosi al formato televisivo. Mentre la OST del 1994 era un punto focale grazie alla sua combinazione di brani rock e gothic metal (con artisti come The Cure, Nine Inch Nails e Stone Temple Pilots), Stairway to Heaven opta invece per qualcosa di più orchestrale e atmosferica, che enfatizza le emozioni di Eric e le sue lotte interiori.

Tuttavia, la serie incorpora anche brani più contemporanei di artisti minori, cercando di replicare il successo del mix musicale del film originale. La musica gioca un ruolo importante nel creare l’atmosfera malinconica e oscura che accompagna il viaggio di Eric, contribuendo a mantenere il tono visivo e narrativo fedele al mondo del Corvo. La soundtrack di Robinson si avvale spesso di note basse e ripetitive, con l’aggiunta di chitarre elettriche e sintetizzatori per amplificare la tensione nelle scene d’azione e l’elemento soprannaturale.

Stairway to Heaven si differenzia dai vari sequel cinematografici del franchise contemporanei e successivi (City of Angels, Salvation e Preghiera maledetta), che introducevano nuovi protagonisti e nuove storie di vendetta legate al potere del corvo. La serie ritorna invece alle origini, puntando ancora su Eric Draven. Questa scelta venne accolta positivamente dai fan del film di Proyas, che avevano sviluppato un forte legame con il personaggio di Eric.

Il tono di Stairway to Heaven, pur mantenendone l’estetica gotica e drammatica, è leggermente meno oscuro rispetto al lungometraggio. La missione del protagonista non è più solo spietata vendetta, ma redenzione, il che dà alla serie un aspetto meno cupo e ‘per famiglie’, più orientato verso l’introspezione e la ricerca di giustizia. Questo è sia un punto di forza che di debolezza: se da una parte permette una maggiore esplorazione dei dilemmi morali, dall’altra allontana la serie dal tono più brutale e disperato del film e del fumetto.

The Crow Stairway to Heaven 1998 sabineUno dei principali punti di forza della serie resta comunque l’interpretazione di Mark Dacascos. Conosciuto per le sue abilità nelle arti marziali, l’attore porta una fisicità notevole al ruolo di Eric Draven, rendendo credibili le scene d’azione e i combattimenti (oltra a una grande somiglianza col compianto Brandon Lee).

Al contempo, offre una performance emotivamente complessa, dando al personaggio una dimensione più compassionevole rispetto alla versione cinematografica. La sua capacità di combinare abilità fisiche e sensibilità emotiva rende quindi Eric Draven un personaggio più sfaccettato e adattabile a una narrazione seriale.

Un altro pregio di Stairway to Heaven è l’espansione dell’universo del Corvo. Ogni episodio introduce nuovi nemici e nuovi dilemmi morali, mantenendo così la narrazione fresca e interessante. Eric diventa non solo un vendicatore, ma anche una sorta di guardiano per gli innocenti, il che aggiunge un elemento più profondo e sfaccettato alla sua missione.

Non mancano però alcune lacune. Il più evidente è l’atmosfera più leggera. Questo cambio di registro ha prevedibilmente deluso alcuni fan, che avrebbero preferito un’atmosfera più cupa e tragica. Inoltre, gli effetti speciali e la produzione limitata dal budget non sempre sono all’altezza delle aspettative, il che a volte riduce l’impatto visivo di Stairway to Heaven.

The Crow Stairway to Heaven 1998 katieAnche la struttura episodica, pur interessante, può risultare ripetitiva, soprattutto quando la trama si concentra su una formula di “villain della settimana”.

In definitiva, Il Corvo: Stairway to Heaven rappresenta un interessante esperimento nel portare l’iconico personaggio di Eric Draven sul piccolo schermo. Pur non raggiungendo la potenza emotiva e visiva del film del 1994, offre un’interpretazione più sfumata del personaggio, con un focus sulla redenzione piuttosto che sulla semplice vendetta.

Con un cast solido e una colonna sonora che cerca di confermarne le atmosfere goticheggianti, riusciva a mantenere vivo l’interesse per il franchise, pur con le sue limitazioni tecniche e narrative del medium.

La serie rimane quindi un capitolo importante nell’universo ‘allargat0’ del Corvo, offrendo una visione alternativa e più estesa del tormentato viaggio di Eric Draven.

Il trailer internazionale di Il Corvo – Stairway to Heaven: