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Voto: 6/10 Titolo originale: Hawkeye , uscita: 24-11-2021. Stagioni: 1.

Hawkeye: la recensione dei 6 episodi della serie Disney+ con Clint Barton

30/12/2021 recensione serie tv di Giovanni Licari

Jeremy Renner e Hailee Steinfeld sono i protagonisti di un prodotto che viaggia tra luci e ombre, onesto nelle intenzioni ma poco attento ai personaggi secondari

In prossimità del cenone della vigilia di Natale 2021, Disney+ ha portato un piccolo dono sotto l’albero dei suoi abbonati So This Is Christmas?, il sesto e conclusivo episodio della prima stagione della serie TV dedicata ad Hawkeye. I film Marvel, almeno fino ad ora, avevano sostanzialmente relegato il buon Clint Barton (Jeremy Renner) al ruolo di semplice comprimario, se non addirittura a personaggio secondario, delle straordinarie avventure che la formazione delle meraviglie dei Vendicatori – di cui lui è uno dei membri fondatori – ha vissuto nel tentativo reiterato di salvare il nostro pianeta, evitando di dedicare al personaggio un adattamento standalone che ne raccontasse la genesi e le gesta.

A ben nove anni dall’uscita nei cinema del primo Avengers (2012), mamma Disney ha però sfornato, si può dire finalmente, un prodotto seriale incentrato esclusivamente sull’infallibile arciere, affiancandogli per l’occasione una inedita, e molto esuberante, giovane partner.

hawkeye serie disney poster 2021Si tratta di un’operazione che fin dall’annuncio si portava dietro tante perplessità, accresciute ancor di più dai risultati altalenanti dei prodotti seriali targati Disney+ che l’hanno preceduta. Se la recente Loki con Tom Hiddlestone è infatti riuscita a convincere maggiormente nonostante una scrittura claudicante che si risolveva con un fastidioso e poco ispirato spiegone finale, lo stesso grado di soddisfazione – nonostante i voti altissimi acchiappati su Rotten Tomatoes – non era personalmente stato espresso da WandaVision (con Paul Bettany ed Elizabeth Olsen) e, soprattutto, da The Falcon and the Winter Soldier(con Anthony Mackie e Sebastian Stan).

Uno dei grossi problemi riscontrati nelle suddette miniserie era il loro essere accumunate da conclusioni per lo più frettolose ed eccessivamente semplicative delle risoluzioni degli intrecci. Difetti che, a mio modo di vedere, purtroppo avevano rovinato indelebilmente quello che stavo considerando un gran bel prodotto televisivo, ovvero WandaVision, capace di incollarmi allo schermo per cinque episodi salvo scemare in un prevedibile e anticlimatico finale.

Fatta tale premessa, mi sono approcciato ad Hawkeye sperando che, al quarto tentativo, gli sceneggiatori avessero saputo ribaltare questa tendenza.

Un anno dopo gli avvenimenti di Avengers – Endgame (la recensione), Clinton Francis “Clint” Barton si appresta a trascorrere le vacanze di Natale con la sua famiglia, un sogno quasi insperato considerando quanto successo dopo lo ‘schiocco’ di Thanos. Tuttavia, i suoi piano vengono stravolti dall’incontro con Kate Bishop (Hailee Steinfeld), ragazzina fan sfegatata dello stesso Avenger sin dal primo storico attacco nel centro di New York City ad opera dei Chitauri, a partire dal quale lei ha cominciato a dedicare la sua vita al tiro con l’arco e alle arti marziali per cercare di diventare come l’eroe dalla mira infallibile. I due si troveranno presto così a scontrarsi con un passato che mette Occhio di Falco a tu per tu coi suoi errori pregressi, e con una macchiettistica banda di mafiosi inguantati in aderenti tutine …

Il più grande pregio di Hawkeye è il tono assolutamente leggero e scanzonato con cui si è da subito proposta al pubblico. Una buddy series divertente e dichiaratamente rivolta alle famiglie che, a differenza di quello che avveniva in The Falcon and the Winter Soldier, porta in scena un duo affiatato e con una buona chimica alle prese con una narrazione in pieno stile spy story fumettoso che, sullo sfondo di un’innevata e natalizia Grande Mela, riesce a intrattenere senza avere le ambiziose pretese di dar vita ad un thriller fantapolitico (che, per inciso, strideva parecchio col contesto in cui erano calati personaggi molto poco interessanti).

Hailee Steinfeld in Hawkeye (2021)Le interazioni tra Jeremy Renner ed Hailee Steinfeld sono ben gestite dalla sceneggiatura, i dialoghi sono credibili e aiutano a caratterizzare una relazione tra maestro e apprendista che, in maniera del tutto naturale, cresce fino a diventare un vero e proprio rapporto di collaborazione tra ‘pari’.

Il 50enne si conferma attore capace e carismatico, in grado di donare spessore a un personaggio sicuramente meno interessante rispetto ai suoi ‘colleghi’ più illustri e dotati di grandi poteri. Il volto consumato e l’infiacchimento sono caratteristiche evidenti di un attore che ha, chiaramente, perso lo smalto fisico rispetto alla sua prima apparizione 9 anni prima. La serie, tuttavia, ha il pregio di giocare su questo naturale processo rendendo l’invecchiamento parte integrante del personaggio stesso donando credibilità alla maturazione umana di un uomo visibilmente stanco degli anni spesi tra combattimenti, missioni segrete e imprese eroiche.

La 25enne, invece, dopo il convincente 17 anni (e come uscirne vivi) e la buona prova in Bumblebee si dimostra qui in parte, divertente – e divertita – e mai troppo sopra le righe.

Dal punto di vista puramente tecnico, diversi episodi di Hawkeye mi hanno sorpreso per i movimenti della mdp e per scelte registiche (si veda ad esempio il piano sequenza mozzafiato presente nella 1×03, Echoes), impreziositi da una fotografia che fa il suo sporco lavoro televisivo senza infamia e senza lode, permettendo di seguire agevolmente le coreografie degli scontri, che risultano così sempre chiari e piacevoli da seguire, una caratteristica che dovrebbe essere comune a tutti i prodotti di questo tipo ma che, purtroppo, non è così scontata.

L’altro grande merito di Hawkeye è quello di slegare un supereroe dal macrocontesto ‘universale’ a cui siamo ormai giunti, soprattutto dopo l’apertura ufficiale della ‘Fase 4’ della Marvel, restituendo l’eroe a un contesto più urbano. Una cosa che il già citato Falcon And The Winter Soldier, ahimè, aveva provato a fare senza però riuscirci. Clint Barton è umano, e pertanto fallibile, e la serie, almeno nei primi episodi, non manca di farcelo notare spesso. Non ci sono armature ipertecnologiche o gemme dell’Infinito dai mirabolanti poteri, semplicemente “due pezzi di legno con una corda in mezzo”, come afferma lo stesso protagonista.

Florence Pugh in Hawkeye (2021)Lo stesso, tuttavia, non si può dire per l’altra protagonista di Hawkeye, Kate Bishop, che inevitabilmente (per ragioni tecniche e pratiche …) è vittima di una caratterizzazione alla ‘Mary Sue’, ovvero, cercando di parafrasare il suo significato letterario, quella tipica di un personaggio che risulta ingiustificatamente molto abile ed eccessivamente positivo in tutto quello che fa.

Le azioni che compie la ragazza sono infatti degne di una vera e propria eroina fatta e finita, compie salti acrobatici, ha una mira incredibile, mette sul piatto capacità di combattimento straordinarie con le quali riesce a sgominare un’intera banda di criminali a mani nude e a tenere testa a una vedova nera (l’esperta Yelena Belova di Florence Pugh), nonostante i suoi trascorsi personali e la sua effettiva preparazione non siano minimamente sufficienti a giustificare tali prodezze, e nonostante la sospensione dell’incredulità di cui necessita un prodotto supereroistico medio.

Se il tono assolutamente leggero e scanzonato da commedia natalizia per famiglie, unito all’azione e alle situazioni del classico buddy movie anni ’90, da una parte allora convince, dall’altra Hawkeye risente di alcuni cali nel ritmo della narrazione. Più di una volta si ha la sensazione che la storia stia, finalmente, per districarsi in uno spettacolare atto conclusivo e invece ci si ritrova a frenare bruscamente, allentando la tensione palpabile fino a poco prima (vedi l’1×04, Siamo Partner, no?).

Senza contare, inoltre, che i personaggi secondari sono tratteggiati in modi eccessivamente macchiettistici e senza un vero e proprio spessore, utili semplicemente a fungere da ‘sacco’ per le spettacolari performance marziali dei protagonisti.

Il villan principale prova invece a sviluppare un suo personale arco narrativo che, però, viene bruscamente interrotto a metà strada, spedendolo presto così nel dimenticatoio e relegandolo nella pila di cattivi scialbi e di ben poco conto a cui la Disney da tempo ci ha sfortunatamente abituato, fatta qualche eccezione. Pensiamo a una delle rarissime eccezioni, il carismatico e inquietante Kingpin di Vincent D’Onofrio, le cui grandi doti attoriali, unite a una scrittura efficace e una regia capace, aveva reso la serie di Daredevildi Netflix un successo. 

hawkeye avengers musical serieNota amara anche per Vera Farmiga (Eleanor Bishop) e Tony Dalton (Jack Duquesne), attori solitamente apprezzabili che in Hawkeye vengono loro malgrado ingabbiati in una scrittura abbozzata e senza troppi spunti che li valorizzi, ulteriormente azzoppati dai rispettivi twist narrativi che non riescono a sorprendere lo spettatore e danno più l’idea di colpi sparati a salve.

In definitiva quindi, Hawkeye è una miniserie che vive di luci e di ombre e che va presa un po’ per quella che è, che, pur risentendo dei cali di ritmo, di una eccessiva vena comica (che sembra tuttavia diventata il marchio di fabbrica dei prodotti del MCU, inutile lamentarsi troppo) e di una scrittura molto altalenante, ha almeno il pregio di essere sincera nei suoi intenti di puro prodotto di intrattenimento e di regalarci una storia abbastanza fresca e divertente, capace di riportare il supereroe nel contesto cittadino e interessata ai problemi del singolo e non più dell’umanità tutta, restituendo una dimensione più umana ai suoi protagonisti. Una scelta che non può che accrescere il rapporto empatico del pubblico verso i suoi beniamini, senza dimenticarci che non dà mai l’idea di un banale micro-pezzo di puzzle incastrato in un mosaico ben più grande.

Di seguito, sulle note di It’s The Most Wonderful Time Of The Year di Andy Williams – trovate il trailer italiano di Hawkeye, nel catalogo di Disney+ dal 24 novembre: