Voto: 7/10 Titolo originale: The Boys Presents: Diabolical , uscita: 03-03-2022. Stagioni: 1.
The Boys Presents: Diabolical, la recensione degli 8 episodi dell’antologia animata (su Prime)
05/03/2022 recensione serie tv The Boys Presents: Diabolical di Marco Tedesco
L'universo dei fumetti di Garth Ennis si espande in direzioni imprevedibili e altamente scorrette in uno spin-off che dà un'idea del potenziale del materiale a disposizione
Nel 2019, la versione live action di The Boys ha portato su Prime Video l’omonimo cupo e sfrontato fumetto firmato da Garth Ennis e Darick Robertson. La serie getta(va) uno sguardo su ciò che l’avidità delle mega corporazioni e di certi individui con abilità speciali potrebbero fare qualora combinati, tratteggiando un’immagine ben poco rassicurante e piuttosto inedita di come le cose potrebbero farsi imprevedibilmente contorte – e pericolose – quando in questo mix si gettano dei superpoteri. Facendo ora un ulteriore passo avanti, The Boys Presents: Diabolical espande il concetto centrale di quel sinistro universo in un nuovo formato antologico teso a mostrare come la forza dell’animazione possa soverchiare ed espandere i limiti della narrazione.
The Boys Presents: Diabolical è un’antologia animata complicata da raccontare. Ciascuno dei suoi 8 episodi da circa 15 minuti guarda alle innumerevoli storie di The Boys in altrettanti stili grafici selvaggiamente distintivi. Da quello ‘classico’ di Laser Baby’s Day Out a quello più tipicamente anime alla Akira di John and Sun-Hee, l’imprevedibilità e la ricchezza visiva la fa da padrone. Proprio come succedeva con Animatrix o nelle recenti Marvel’s What If e Star Wars Visions (la recensione) c’è molto da ammirare e, sebbene non tutto potrebbe colpire allo stesso modo gli spettatori, la tavola è imbandita con sufficienti portate da non lasciare nessuno bocca asciutta.
Prodotto che generalmente avremmo trovato nella programmazione di un canale come Adult Swim, The Boys Presents: Diabolical regala stravaganti e liberissime interpretazioni degli inaspettati protagonisti e dell’universo in cui si muovono, riuscendo comunque a garantire brandelli di nuove informazioni su quel mondo e su come la situazione sia ormai estremamente compromessa dietro le quinte.
Se però ci muoviamo effettivamente all’interno di quel mondo già visto nella serie madre, nessun episodio tranne I’m Your Pusher vede al centro uno qualsiasi dei volti già noti, preferendo piuttosto concentrarsi sul caos e le ripercussioni che il misterioso composto V ha sulla vita di ogni giorno della gente comune.
I diversi stili di animazione offrono così una vasta gamma di sfumature tonali all’antologia, con fluttuazioni spesso allucinate che spaziano dalla sincerità alla follia totale e, non così scontatamente, l’insieme risulta coerente nel risultato.
A tal proposito, i peculiari stili adottati per The Boys Presents: Diabolical aiutano anche ad apparecchiare il terreno per la tipologia di storia in cui possiamo subito aspettarci di immergerci. Ad esempio, in An Animated Short Where Pissed-Off Supes Kill Their Parents, dove alcuni supes molto arrabbiati decidono di uccidere senza troppi convenevoli i loro genitori, l’iconico aspetto grafico alla Rick & Morty funziona benissimo. Ci prepara per qualcosa di istintivamente completamente fuori di testa, con ogni nuovo segmento che spinge ulteriormente l’asticella un po’ più in su. E non va comunque dimenticato il team di doppiatori che concorrono alla riuscita dell’amalgama, tra cui spiccano Justin Roiland, Christian Slater, Kevin Smith e Kenan Thompson.
Detto questo, The Boys Presents: Diabolical è stato pensato soprattutto per spingere i limiti su ciò che dovremmo aspettarci da questo franchise (e che forse nella serie live action non si può osare per molti motivi). Quasi ogni episodio, da quelli più toccanti a quelli più estremi, fa piovere infatti secchiate di sangue e di momenti splatter sul suo minutaggio. Si tratta di un prodotto decisamente destinato a un pubblico adulto e non prova nemmeno per un istante a nasconderlo e, per la maggior parte, colpisce nel segno. Effettivamente qualche segmento potrebbe inopinatamente varcare la linea del puro divertimento per andare troppo oltre, ma è sporadico.
Come anticipato, con serie antologiche del genere, così erratiche anche a livello di sceneggiature, è difficile stabilire un voto complessivo, ma non si può dire che l’esperimento non abbia funzionato. Ci sono delle vere gemme dell’animazione dietro a tutto il sangue, la violenza e la follia della facciata. The Boys Presents: Diabolical riesce a mantenere una certa compattezza nonostante le dosi di carneficina e scene oltraggiose, restituendo un’idea a chi non avesse mai letto il fumetto di come questo franchise possa tranquillamente andare ben oltre i confini della serie ‘dal vivo’, e in molte direzioni diverse.
Piuttosto che analizzare ciascuno degli otto ‘cortometraggi’, forse è allora più utile analizzare ciò che funziona e dovete aspettarvi quando sceglierete di iniziarli. La maggior parte esplora sfaccettature dell’universo di The Boys, dandogli un aspetto generale da Justice League a cartoni animati.
L’episodio 2 (I’m Your Pusher), l’episodio 6 (Nubian vs Nubian) e l’episodio 8 (One Plus One Equals Two) presentano storie concise, intrise di gore, violenza e di ciò che potremmo aspettarci da uno show coi supereroi che in qualche modo non ha ha imposizioni di censura o freni. Ai classici momenti action si accostano spizzichi e bocconi di come funziona la vita di tutti i giorni di chi si trova suo malgrado a muoversi in questo universo.
L’episodio 4 (Boyd in 3D), si innalza tra i migliori, con la sua semplice vicenda di un uomo che vuole catturare l’attenzione di una ragazza e che si ritrova ad andare a testare una crema sperimentale. Quello che segue è un tuffo nel vacuo mondo della celebrità da social media, mostrando come il vendere l’anima per concetti superficiali non porti affatto alla felicità. È un segmento stranamente agrodolce, che non perde mai di vista il suo intento primario, mentre ci dà una buona forchettata di quanto sia spietata la Vought International con le persone con cui lavora.
L’altro episodio che spicca di The Boys Presents: Diabolical è il settimo (John and Sun-Hee), in cui un marito preoccupato rischia tutto per cercare di dare a sua moglie un’altra possibilità di vita. Nella tipica foggia di The Boys, la situazione degenera rapidamente fino al punto in cui il conteggio dei cadaveri arriva in doppia cifra, ma nonostante tutto la relazione resta toccante, con il senso del dovere e l’amore che mantengono la vicenda con i piedi per terra anche se il V composto riesce a trasformare il cancro stesso in qualcosa di ancora più orribile. Le animazioni sono fondamentali qui, volte a creare interesse e coinvolgimento emotivo con i personaggi nonostante la scarsa durata.
Insomma, l’esperienza di The Boys Presents: Diabolical è ‘varia ed eventuale’, ma non è un po’ sempre così con le antologie? Usando il materiale di partenza di Garth Ennis come spunto, offre un’ora e mezza di insolente e bizzarra libertà espressiva che non può che essere incoraggiata e applaudita. C’è molto da amare in questo spin-off, e se la approccerete con una mente sufficientemente aperta, troverete molto in cui affondare i denti.
Di seguito trovate il full trailer internazionale di The Boys Presents: Diabolical, nel catalogo di Prime dal 4 marzo:
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