Home » TV » Sci-Fi & Fantasy » The Witcher, stagione 2: la recensione degli 8 episodi della serie (su Netflix)

Voto: 6/10 Titolo originale: The Witcher , uscita: 20-12-2019. Stagioni: 3.

The Witcher, stagione 2: la recensione degli 8 episodi della serie (su Netflix)

19/12/2021 recensione serie tv di Gioia Majuna

Dopo due anni di attesa riprende l'avventura fanta-horror di Henry Cavill, ma la sensazione generale è quella di un lungo filler in vista delle cose davvero importanti

the witcher stagione 2 serie 2021 geralt

Il più famoso cacciatore di mostri itinerante delle piattaforme di streaming casalinghe è tornato sulle scene a due anni esatti dalla prima apparizione (la recensione). La seconda stagione di The Witcher (proposta in esclusiva da Netflix) ci adagia nuovamente per 8 episodi tra le possenti braccia del granitico Geralt di Rivia interpretato da Henry Cavill, un guerriero errante dagli arcani poteri in cerca del suo posto sul Continente – una terra fanta-medievale brulicante di orrende creature assetate di morte, politicanti intriganti e foreste che trascorrono la metà del loro tempo libero in preda alle fiamme.

L’ultima volta, l’epica battaglia di Sodden Hill ha coinciso con il sospiratissimo incontro tra Geralt e la magica principessa Ciri (Freya Allan), con la quale condivide sia il destino che l’amore per le lenti a contatto colorate. Ora dovrà però prendersi cura della sua biondissima protetta, mentre si strugge per la maga in fieri Yennefer (Anya Chalotra), che lui crede – erroneamente – morta. Nel frattempo, gli affari politici del Continente si fanno ancora più complessi. Fondamentalmente, gli elfi stanno tramando qualcosa.

the witcher serie netflix stagione 2 posterCome avrete ormai capito, questa è una saga fantasy stratifica e ampia, con un vasto universo di antagonisti (potenziali e concreti) di cui tenere traccia, oltre ai dettagli più piccoli e apparentemente insignificanti circa le varie stirpi elfiche e il ricordarsi chi è Vizimir e chi, invece, è il quasi omonimo Vesemir.

Eppure, The Witcher – che non maschera troppo i suoi echi iltronodispadeschiconosce dei modi per mantenere alto l’interesse anche dell’abbonato medio meno affiatato.

I corpi nudi sono infatti il dolcificante standard nel genere dello ‘swords-and-horses’, insieme al sangue (rosso o nero) che sgorga liberamente, e questa serie possiede decenti dosi di entrambi.

Ma non dimentica nemmeno di sgonfiare la propria pomposità di intenti della prima parte con tocchi di schietta commedia, per lo più elargiti a manciate dal Jaskier di Joey Batey, il bardo vestito con un’improbabile giacca di pelle viola che aiuta il pubblico a navigare attraverso alcuni episodi di metà stagione che si impantanano nel tentativo di raddrizzare ed espandere la mitologia dello show.

I tre personaggi principali di The Witcher, per quanto parlino spesso con gravità di profezie, di dinastie e quant’altro, mettono invece in mostra un’ammirevole economia di parole – che ben si sposa con la grandiosità dei paesaggi in cui si muovono, dei palazzi e dei voluminosi mantelli che indossano. “Merda!” esclama Yennefer quando riprende conoscenza scoprendosi prigioniera. Geralt stesso ha una risposta prosaica al suggerimento ingenuo di Ciri di cercare rifugio in un posto chiamato Skellige: “Ti darebbero in sposa al Signore dell’Alito Cattivo più vicino!”.

La seconda stagione di The Witcher ci tiene inoltre a stuzzicarci con la presenza di una manciata di caratteristi britannici, appartenenti a quella categoria di volti già visti altrove, anche se non si sa con esattezza dove. E così sullo schermo compaiono Kevin Doyle (Downton Abbey) nei panni di un elfo codardo, Graham McTavish (Outlander) in quelli di un intimidatorio ufficiale dei servizi segreti, e poi Simon Callow e Liz Carr (Testimoni Silenziosi) come una coppia di investigatori privati, intenti a studiare pergamene in un tugurio zeppo di libri.

the witcher serie netflix stagione 2Se potremmo pensare che siano delle curiose ‘distrazioni’ non necessarie, va detto che non si tratta per forza di un problema. La prima stagione era infatti basata sui racconti brevi di Andrzej Sapkowski, poiché – inizialmente – era proprio quello il formato preferito dello scrittore. A sua volta, la versione televisiva di The Witcher è partita nel 2019 come uno show con il ‘mostro della settimana’ e rimane in effetti fedele a questa scelta anche nella 2×01, spedendo Geralt e Ciri a soggiornare nella magione dell’eccentrico uomo-bestia Nivellen (Kristofer Hivju).

È un padrone di casa che può far piovere magicamente dal cielo una cena o un bagno caldo, ma che fatica a trovare l’amore a causa della sua faccia pelosa e delle zanne mostruose. ‘Un granello di verità’ (A Grain of Truth) si sviluppa come una sorta di La Bella e la Bestia a tinte horror, la cui ora di durata può felicemente essere goduta isolatamente dal resto.

Da lì in avanti, però, la seconda stagione di The Witcher sceglie di appoggiarsi per la gran parte al romanzo di Andrzej Sapkowski del 1994 ‘Il Sangue degli Elfi’ (Blood of Elves) e si fa così molto più interessata a una narrazione dagli sviluppi meditati, che deve saper cogliere ogni opportunità per elargire un po’ di folle divertimento in mezzo a una grande quantità di sequenze con re, regine, generali e maghi che discutono tutte le sfumature delle loro possibili mosse future.

Gran parte della stagione 2 è inoltre dedicata all’addestramento di Ciri per poter combattere adeguatamente al fianco del protettivo Geralt, cosa che accade mentre sono ospiti a Winterfell di un Witcher anziano di nome Vesemir (non è Vizimir, il rozzo sovrano dei redaniani!).

È interpretato dalla star 56enne di Killing Eve / The Bridge Kim Bodnia, nelle sue vesti ormai tipiche di affabile mentore che nasconde però un lato oscuro, arricchito nell’acconciatura da un paio di baffoni e da un mullet argentato la cui adeguatezza può stare soltanto negli occhi di chi guarda.

the witcher stagione 2 serie netflixL’arco formativo e di maturazione della giovane padawan Ciri comporta naturalmente il superamento di un ostico ‘percorso a ostacoli’ che si rivela sostanzialmente una divertente versione fanta-medievale di Giochi senza frontiere (o di Mai dire banzai se volete …), a cui si susseguono mostri vari ed eventuali da uccidere barbaramente, da un vendicativo albero simil Groot a un enorme insettoide alato.

E quando li richiede in occasione di un grande duello, gli effetti speciali di The Witcher si rivelano impeccabili, sicuramente ‘raddrizzati’ rispetto a quelli a volte troppo approssimativi della prima stagione.

Ma una volta arrivati in fondo, queste 8 ore non possono che apparire essenzialmente come un lunghissimo filler, col risoluto Geralt – il cui rapporto in evoluzione con Cirilla Fiona Elen Riannon è probabilmente il vero e unico aspetto interessante della stagione (ok, non è poco, ma forse nemmeno così tanto, dato che gli altri personaggi non godono per nulla dello stesso approfondimento) – che a malapena guida l’azione come ci si auspicherebbe che facesse (o almeno quella sembrava dovesse essere l’idea no?).

Ricordandoci che stiamo ancora vivendo in difficili tempi di Covid, e quindi senza dover giudicare con troppa severità quelle serie che tornano in TV sembrando ‘sottodimensionate’ e ‘contenute’ negli intenti, questo è un po’ quello che succede all’attesa seconda stagione di The Witcher. Colpa delle imprevedibili circostanze oppure per la effettiva volontà degli sceneggiatori di prendersi tutto il tempo necessario per adattare con calma il preziosissimo materiale originale Sapkowski, non si può biasimare chi si era fatto in testa un ‘film diverso’ durante i passati 24 mesi.

È una stagione di passaggio tra due guerre, che si adopera comunque duramente per intrattenere i fan nell’attesa che allo strigo più amato del piccolo schermo venga dato qualcosa di davvero epico da fare. Diciamo che ce lo facciamo bastare dai. Nel mentre, a riempire il tempo ricordiamo che tra non molto debutterà il prequel Blood Origin, utile per alleviare l’astinenza.

Di seguito trovate il trailer della stagione 2 di The Witcher, nel catalogo di Netflix dal 17 dicembre: