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Voto: 6/10 Titolo originale: White Lines , uscita: 15-05-2020. Stagioni: 1.

White Lines (stagione 1) | La recensione della serie Netflix ambientata nella scandalosa Ibiza

16/05/2020 recensione serie tv di William Maga

Álex Pina (creatore di La casa di carta) porta sul piccolo schermo un altro show originale spagnolo intriso di eccessi e nostalgia, un sogno in acido che ci porta in vacanza prima del previsto

Cosa c’è di peggio che essere gli unici sobri durante un rave party in mezzo a un gruppo di individui completamente su di giri? Forse una delle esperienze più stranianti e bizzarre che si possano provare, specie se quelli intorno sono moooolto ‘fuori di testa’, tra ragazze che si tolgono i vestiti mostrando le loro grazie e ragazzi con le pupille dilatate e le mascelle serrate che si abbracciano e saltellano a ritmo.

White Lines, la nuova serie originale di Netflix in 10 episodi da 50 minuti, è proprio ambientata – per la gran parte – nella scena notturna (e spesso diurna) dell’isola spagnola di Ibiza, paradiso dei giovani in cerca di emozioni forti (pure troppo) durante il periodo estivo. Il colosso dello streaming sa bene che se uno show offrirà sufficienti topless, scene di sesso in slow motion e ville sulla spiaggia da capogiro, gli abbonati quasi sicuramente saranno pronti a ‘tollerare’ qualunque trama gli verrà data in pasto, compresi ragazzini degli anni ’90 strafatti che parlano di come la musica house un giorno cambierà il mondo .

white lines serie netflix 2020 posterA un certo livello, White Lines parla del conflitto tra la libertà dei giovani e le responsabilità degli adulti, l’edonismo contro la moderazione, l’istinto contro l’uso della ragione. Ad un altro livello, molto più rumoroso ed evidente, parla di tette e culi al vento, cocaina e pasticche, addominali scolpiti e Laurence Fox (The Hole) che viene inseguito da un gorilla in stato di allucinazione.

Il 41enne attore inglese interpreta David, una parodia del guru che dà consigli di vita che facilita i ‘viaggi’ indotti dalla mescalina e organizza sessioni terapeutiche del “tira fuori tutto quanto” dal suo splendido palazzo a picco su una scogliera. L’uomo è uno dei quattro Mancunian che hanno lasciato l’Inghilterra nel 1996 alla volta della nascente scena dei club di Ibiza. Lì han trovato la fama, la fortuna e gli eccessi edonistici come DJ, almeno fino alla scomparsa del loro leader Axel (Tom Rhys Harries) una notte di 20 anni fa. Ora è rimasto solo David, mentre gli innamorati di un tempo recentemente separati Marcus e Anna (Daniel Mays e Angela Griffin) hanno lasciato la vita ‘loca’.

Quando un corpo che si pensa possa essere di Axel viene rinvenuto nel deserto spagnolo, sua sorella minore Zoe (Laura Haddock) lascia la sua famiglia a Manchester e vola alle Baleari per scoprire cosa è realmente successo a suo fratello. E, nella tradizione delle ragazze controllate e responsabili di ogni film e serial televisivo che si rispetti che fa visita a un’isola vacanziere, si ‘traforma’ una volta arrivata, ritrovando il groove perduto grazie ad alcune melodie e al pompatissimo buttafuori di una discoteca.

Creata da Alex Pina, già dietro all’acclamata La Casa di Carta, si dipana attraverso due linee temporali. Da un parte seguiamo le indagini odierne di Zoe, dall’altra le avventure di Axel e co. a metà degli anni ’90. Nella sezione moderna, è inserita una sottotrama riguardante un traffico di droga che coinvolge le ‘caricature’ di alcuni spacciatori rumeni e un melodramma familiare sulla faida di una ricchissima famiglia criminale di Ibiza con un clan rivale.

white lines serie netflix 2020La storia della famiglia Calafat offre glamour alla Dynasty ma in salsa da soap opera sudamericana, con una spruzzata di cupo psicodramma famigliare sotto la superficie. Sono un gruppo decisamente cool, della sexy madre Conchita (il cui potere, come per il biblico Sansone, risiede probabilmente nei suoi voluminosi capelli) al figlio Oriol (una specie di David Tennant spagnolo che va per orge). Un florilegio di piscine a sfioro, costumi da bagno firmati, palazzi signorili e inquietanti segreti a sfondo sessuale. Proprietari di una catena di hotel e di club, i Calafat sono la famiglia reale sovraesposta e poco vestita che regna a Ibiza.

Marcus, l’unico ragazzo ‘normale’ nella terra degli ‘dei abbronzati’, fa il DJ in uno di questi locali notturni. Come spesso accade con i personaggi interpretati da Daniel Mays (1917), è facilmente la cosa migliore di White Lines: comico ma tragico, spensierato e con cui ci si può relazionare. Lo script, molto altalenante, gli fa purtroppo pochi favori (specie nei dialoghi), ma l’irrefrenabile presenza scenica dell’attore riesce ugualmente a emergere.

Anche Tom Rhys Harries (The Gentlemen) risalta nei panni del biondissimo ventenne Axel, il DJ superstar al centro del mistero. La sua storia sul lato oscuro della fama e degli eccessi è stata raccontata centinaia di volte prima, con cento volte maggiori sfumature che qui, ma non si può dire che il ragazzo non ci metta impegno. Il passaggio dalla gioventù in cui amava Mozart all’ascesa come “messia della musica elettronica” con la sua faccia sui manifesti pubblicitari è trita ma accattivante.

Come protagonista principale, Laura Haddock (Transformers – L’ultimo cavaliere) si prende sulle spalle la maggior parte del peso dello show, facendosi mirabilmente largo attraverso alcuni laboriosi dialoghi mentre la sua Zoe si muove nel suo viaggio di autorealizzazione e si trasforma da bibliotecaria repressa a ‘dea baciata dal sole’.

white lines netflix serie 2020Come accennato, la sceneggiatura è scadente, coi personaggi tagliati con l’accetta ai quali sono affidati battute del tipo “Axel ha vissuto il suo sogno, è così che è diventato il miglior DJ del suo tempo”, ma White Lines non è chiaramente intenzionata a curarsi di questo aspetto.

La serie di Netflix non aspira ad essere un dramma da tramandare ai posteri per scrittura o innovazione. È un modesto mistery crime drama con innesti di momenti – spesso fuori posto – di irriverente stupidità per dare sollievo comico. È un costoso doposole pieno di persone bellissime, paesaggi aspirazionali e gag sui cani.

Avete presente il termine ‘food porn’ (il ‘porno alimentare’), ormai entrato nel lessico italiano tra i giovani già da qualche tempo e che indica una visione culinaria da orgasmo? Ebbene, per White Lines si possono coniare nuovi sottogeneri, come ‘house porn’ o ‘travel porn’, visto che il pubblico di spettatori a cui si rivolge – quasi sicuramente – si troverà estasiato davanti alla visione di tali elementi di ‘contorno’ (abitazioni e località turistiche). In diverse occasioni, è anche un vero e proprio porno ‘tradizionale’, con nudità totalmente gratuite – tuffi dal trampolino nudi, seni scoperti e teste che si muovono su e giù davanti a genitali ambrati.

Anche l’effetto nostalgia è enorme, dalle canzoni (ci sono Primal Scream, Josh Wink ecc.) all’abbigliamento (le magliette dagli sgargianti colori psichedelici ai secchielli da infilarsi in testa) alle bacchette fluorescenti (a migliaia e ovunque) al semplice ottimismo di chi è 20enne e circondato da amici che ballano in ‘Paradiso’. L’estetica generale è quella di un video musicale. Ovunque guardiamo, ci sono riprese subacquee al rallentatore di una bella ragazza in bikini e giovani bagnati dal sole che si fanno una pista di speed da un CD. Si può quasi sentire nell’aria l’odore del sale marino e della crema protettiva.

Tra l’altro, in un 2020 in cui le vacanze al mare sembrano piuttosto ‘complicate’ (e sicuramente diverse dal passato), questa serie che ci ricorda gli eccessi della giovinezza potrebbe essere quanto di più vicino a una pausa dalle difficili settimane che abbiamo – e stiamo ancora – affrontato. Un suggerimento? Spegnete il cervello e dateci dentro.

Di seguito il trailer internazionale (con sottotitoli in italiano) di White Lines, nel catalogo di Netflix dal 15 maggio: