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Titolo originale: The Meg , uscita: 09-08-2018. Budget: $150,000,000. Regista: Jon Turteltaub.

23 cose da sapere su Shark – Il Primo Squalo di Jon Turteltaub

10/08/2018 cose da sapere di Redazione Il Cineocchio

Curiosità e aneddoti sulla lavorazione dell'adattamento cinematografico con Jason Statham e Li Bingbing del romanzo fanta-action di Steve Alten

Jason Statham (“Spy”, “Fast & Furious 8”, “I mercenari”) e Li Bingbing (“Transformers 4: L’era dell’estinzione”, “Il regno proibito”, “The Message”) sono i protagonisti di Shark – Il primo squalo (la recensione), action thriller diretto da Jon Turteltaub (“Il Mistero dei Templari”) da una sceneggiatura di Dean Georgaris e Jon Hoeber & Erich Hoeber tratta da MEG (MEG: A Novel of Deep Terror), romanzo best seller di Steve Alten del 1997. A completare il cast internazionale della coproduzione tra Stati Uniti e Cina ci sono Rainn Wilson (“The Office” per la Tv), Ruby Rose (“John Wick – Capitolo 2), Winston Chao (“Skiptrace – Missione Hong Kong”, “Kabali”), Page Kennedy (“Rush Hour” per la Tv), Jessica McNamee (“La battaglia dei sessi”, “Sirens” per la Tv), Ólafur Darri Ólafsson (“Animali fantastici – I crimini di Grindelwald”), Robert Taylor (“Kong-Skull Island”), Sophia Cai (“Somewhere Only We Know”), Masi Oka (“Hawaii Five-0, “Heroes” per la Tv) e Cliff Curtis (“The Dark Horse”, “Fear the Walking Dead” per la Tv).

Questa la sinossi ufficiale:

Un sommergibile oceanico – parte di un programma internazionale di osservazione sottomarina – viene attaccato da un’imponente creatura che ora giace sul fondo della zona più profonda del Pacifico… e il suo equipaggio è intrappolato all’interno. Il tempo stringe, l’ex esperto di salvataggi subacquei Jonas Taylor (Jason Statham) decide di lasciare il suo esilio volontario, spinto da un visionario oceanografo cinese, il dr. Zhang (Winston Chao), contro il volere della figlia Suyin (Li Bingbing), convinta di poter salvare l’equipaggio con le sue sole forze. Ma servirà l’unione degli sforzi di tutti per salvare le loro vite– e anche quella dell’oceano– da questa apparentemente inarrestabile minaccia: uno squalo preistorico di quasi 23 metri conosciuto come Megalodon. Ritenuto estinto, Meg si rivela invece più vivo che mai…e anche molto affamato. Cinque anni prima, Jonas aveva già avuto modo di incontrare questa terrificante creatura, ma non fu creduto da nessuno. Adesso in compagnia di Suyin, Jonas dovrà affrontare le sue paure e mettere la sua vita a rischio per tornare negli abissi dell’oceano…e ritrovarsi faccia a faccia con il più grande predatore di tutti i tempi.

Per conoscere tutte le curiosità e gli aneddoti sulla lavorazione del film, leggete di seguito le 23 cose da sapere su Shark – Il Primo Squalo:

1) Jon Turteltaub ha dichiarato di aver a malincuore dovuto tagliare praticamente tutte le sequenze più sanguinarie e i momenti truci, alcune addirittura già girate o con effetti speciali abbozzati per via del PG-13 imposto dalla produzione (l’intervista completa coi dettagli).

2) Jason Statham ha rivelato che quello arrivato alla fine nei cinema non è il film che aveva in mente quando ha firmato il contratto, a causa delle troppe modifiche al copione e alla mancanza di sangue (le sue dichiarazioni complete),

3) Il 51enne protagonista pratica immersioni da circa 20 anni (è stato anche per 12 anni membro della squadra nazionale di tuffi dell’Inghilterra).

4) Il Megalodonte e tutta la vita acquatica che vediamo nel corso di Shark – Il Primo Squalo sono stati portati in vita per mezzo della CGI, gestita dal supervisore degli effetti visivi Adrian De Wet.

5) Le riprese sono state effettuate interamente in esterni in Nuova Zelanda e Cina, e nelle acque antistanti entrambi i paesi.

6) Si tratta del quinto film in cui Li Bingbing e Winston Chao lavorano fianco a fianco.

7) A parte l’ovvia disparità di dimensioni, alcune delle differenze maggiori tra il Megalodonte e gli squali attuali sono nella pelle e nel numero delle branchie. Jon Turteltaub chiarisce: “Abbiamo deciso di dotare Meg di un maggiore numero di branchie rispetto allo squalo, perché abbiamo pensato che vivendo in un ambiente povero di ossigeno sul fondo dell’oceano, potesse essersi evoluto ed aver sviluppato un numero maggiore di branchie”.

8) Per alcune sequenze specifiche sono stati costruito dei modelli della testa e della coda del Megalodonte. Ad ogni modo, dato che in genere gli attori usano la loro immaginazione mentre recitano una scena, la produzione ha escogitato un riferimento visivo per aiutarli a visualizzare la taglia del mostro, in tutta la sua interezza. Il produttore Lorenzo Di Bonaventura ricorda: “Abbiamo allineato dei container per una lunghezza tra i 200/250 metri, e poi abbiamo disegnato la sagoma di Meg sul loro lato. Quando si riesce a vedere la taglia reale, è impressionante. Ti rendi conto di essere come sardine al suo confronto.”

9) La squadra degli effetti visivi è stata anche responsabile della creazione dell’intero mondo sottomarino messo in mostra in Shark – Il Primo Squalo, tra cui la topologia del fondo dell’oceano e dello spettro di strani esseri scoperti al di sotto del termoclino. “Abbiamo iniziato dalle attuali specie esistenti e poi ci siamo presi una licenza poetica”, confessa Adrian De Wet. “Alcune di loro sono ibridi di altre specie, che abbiamo mescolato insieme perché avevamo l’idea che ci fosse una parte della Terra isolata e mai esplorata prima”.

10) Il coordinatore delle controfigure Allan Poppleton e la sua squadra hanno istituito una scuola di nuoto per il cast, composto dagli attori principali ma anche dalle controfigure e dagli attori di contorno. Poppleton specifica: “Ci siamo allenati ogni giorno per quattro settimane in piscina, e per due giorni a settimana nella piscina per i tuffi, dove ci siamo esercitati nel salto da altezze diverse. Ci siamo preparati per tutte quelle cose che avrebbero dovuto affrontare nel corso delle riprese e farli sentire a proprio agio in acqua”.

11) Ruby Rose ricorda: “Nuoto e faccio surf molto spesso e mia madre è anche insegnante di nuoto, perciò pensavo di non aver bisogno di allenarmi molto. Mi sbagliavo. Non ero preparata a nuotare con indosso il costume di scena e le scarpe. Non è facile”.

12) La produzione ha costruito due enormi bacini presso i nuovi Kumeu Film Studios di Auckland, Nuova Zelanda, rendendoli una sicura alternativa per la maggior parte delle riprese principali. Uno dei due, quello costruito in esterni, aveva una capacità di circa 2,5 milioni di litri, servito per le riprese sulla superficie dell’acqua. L’altro—18 metri di diametro, profondo cinque metri e con la capacità di circa 1,26 milioni di litri—è stato costruito al coperto.

13) L’acqua di entrambi i bacini è stata filtrata per mezzo di un sistema, ideato dalla squadra degli effetti speciali, chiamato Ozone. Il coordinatore dei sommozzatori David Murrell spiega: “Di fatto rende l’acqua neutrale e molto pulita. Uno dei problemi che bisogna affrontare quando si gira in acqua è la torbidezza, e di solito non si riesce a renderla pulita. Con l’aiuto degli effetti speciali si possono fare un sacco di cose, ma se non si riesce a vedere una cosa con la macchina da presa, non la puoi rendere più chiara. Quei bacini esterni così caldi e ben filtrati sono molto rari, perciò è stata una bella impresa”.

14) La costumista Amanda Neale dice che la fabbricazione delle mute indossate dagli attori è stata determinata “dai diversi ambienti in cui si svolgevano le scene. Sono stati usati tre diversi spessori di neoprene: 7mm per il mare aperto; 5mm per i bacini e 2mm per tutte le scene fuori dall’acqua. Abbiamo anche sperimentato diverse consistenze e colori perché, quando si è sott’acqua la forza di alcuni colori viene a mancare. Ho amato in particolare la brillantezza del rosso e del verde lime contro il nero del neoprene. Poi abbiamo serigrafato il fronte delle mute per ottenere consistenza e aiutare a diffondere la luce sui volti degli attori”.

15) Numerose imbarcazioni che vediamo nel film erano in realtà confinate sulla terraferma di un teatro di posa: il lucido sommergibile monoposto, chiamato Glider; lo sfortunato sottomarino in cui sono intrappolati Lori, The Wall e Toshi e il sottomarino di soccorso manovrato da Jonas.

16) I sommergibili erano montati ognuno su bilancieri telecomandati, agli Auckland Film Studios (AFS). Gli interni erano diversi per ogni veicolo ma erano tutti dotati di schermi di monitor, e una certa varietà di manopole, bottoni e leve. Ad ogni modo, i controlli manuali non erano lì solo per bellezza—servivano agli attori per manovrare i bilancieri, aiutati dai monitor, in relazione all’azione da intraprendere.

17) Solamente una grande sezione dell’O-level è stata veramente realizzata per le riprese di Shark – Il Primo Squalo. Tutto il resto è stato aumentato dalla squadra degli effetti visivi, che ha anche provveduto a popolare le acque antistanti le sue vetrate.

18) Il compositore Harry Gregson-Williams dice: “Per Shark – Il Primo Squalo ho voluto creare una firma sonora che funzionasse come un tipo di allarme—qualcosa di natura robusta che infondesse un immediato senso di paura una volta in azione. Mentre ero alla ricerca del suono giusto, ho scoperto per caso una conchiglia e l’ho usata come strumento. Il suo richiamo è sia riconoscibile che antico, e ho sentito che dava voce al grande terrore causato dal celato mondo sottomarino. Simultaneamente, ho composto un motivo orchestrale, contenente un frammento discendente di tritone suonato su corni e ottoni, per il momento in cui Meg manifesta la sua presenza distruttiva per la prima volta. Ho anche composto temi separati per i personaggi principali, cioè Jonas e Suyin. Il tema di Jonas si evolve musicalmente con l’evidente crescita del suo personaggio. Anche il tema di Suyin è ugualmente distintivo ed è ancorato alle radici della sua tradizione Cinese”.

19) Eli Roth era stata inizialmente contatto per il ruolo di regista, ma ha abbandonato il progetto per divergenze creative (voleva che rimanesse R-Rated nonostante un budget di 150 milioni di dollari).

20) La figlia dello scrittore Steve Alten figura tra le comparse.

21) La Disney aveva acquistato i diritti del romanzo già nel 1997 per circa 1 milione di dollari, ma ha poi accantonato l’idea della trasposizione.

22) Se ascoltato in lingua originale, a un certo punto il personaggio interpretato da Jason Statham salta in acqua e comincia a canticchiare ‘Just keep swimming, just keep swimming …’. E’ un riferimento diretto a Alla Ricerca di Dory della Pixar.

23) Il cagnolino che si vede a un certo punto nel film è chiamato Pippin, quasi sicuramente in omaggio a Lo Squalo di Steven Spielberg, dove c’era un quadrupede con lo stesso nome che veniva presumibilmente mangiato dal predatore marino.

Di seguito il trailer italiano di Shark – Il Primo Squalo, nei nostri cinema dal 9 agosto:

Fonte: Collider