Titolo originale: The Conjuring 2 , uscita: 08-06-2016. Budget: $40,000,000. Regista: James Wan.
45 cose da sapere su The Conjuring – Il caso Enfield di James Wan
02/09/2020 cose da sapere di Redazione Il Cineocchio
Tutto quello che serve sapere sul film horror del 2016 che vede protagonisti i coniugi Warren
Dopo un primo terrificante capitolo uscito nel 2013, L’evocazione – The Conjuring, ambientato ad Harrisville, nel Rhode Island, The Conjuring – Il caso Enfield, diretto ancora una volta da James Wan, segue un altro controverso caso affrontato dai coniugi Warren, celebri demonologi riconosciuti dalla Chiesa che hanno aiutato moltissime persone in tutto mondo e di ogni credo a sconfiggere demoni, fantasmi e altre presenze sovraumane. Questa volta l’horror è ambientato nel Regno Unito e incentrato su uno dei casi di infestazione e possessione che ha più fatto scalpore negli anni ’70: il poltergeist di Enfield.
Uscito nelle sale italiane il 23 giugno 2016, di seguito trovate le 45 cose da sapere su The Conjuring e sul caso Enfield a cui è ispirato:
1) Poiché ogni film segue un diverso caso tratto da quelli archiviati da Ed e Lorraine Warren, si tratta di materiale perfetto per un franchise, dal momento che sono migliaia gli eventi paranormali registrati e collegati a di tutte le confessioni religiose; sarà possibile dunque esplorare attraverso il grande schermo numerosi altri inspiegabili eventi vissuti dalla coppia di demonologi.
2) Quello del Poltergeist di Enfield, come per il primo capitolo, è un soggetto tratto da un fatto realmente accaduto negli anni ’70, che ha visto l’inglese Peggy Hodgson e i suoi quattro figli vittime di presenze infestanti nella loro casa, situata a North London. Il suddetto caso di poltergeist colpì profondamente l’immaginario collettivo e fu seguito all’epoca dal Daily Mail e dal Mirror.
3) Esiste anche una miniserie televisiva del 2015 basata sui medesimi fatti, intitolata The Enfield Haunting (in Italia uscita come Enfield: oscure presenze).
4) Ed e Lorraine Warren vengono interpretati in The Conjuring – Il caso Enfield ancora una volta da Vera Farmiga e Patrick Wilson.
5) Negli eventi che hanno ispirato il film, a essere maggiormente aggredite dagli spiriti sono le due figlie maggiori, l’allora tredicenne Margaret (interpretata da Lauren Esposito) e l’undicenne Janet (Madison Wolfe).
6) Lo studio in cui è stato girato il film, lo Stage 4 degli studios della Warner Bros., è anch’esso un luogo risaputamente infestato dai fantasmi. Tuttavia, in questo caso non si tratta di presenze livorose, ma degli spiriti benigni di alcuni ex dipendenti.
7) Janet Hodgson, epicentro di quella che alcuni credo essere una delle più grandi storie di fantasmi della storia – altri una colossale montatura -, è stata intervistata per la prima volta sugli eventi che l’hanni vista protagonista da bambina solo l’anno scorso dal Telegraph nella sua attuale residenza a Clacton-on-Sea, dove è sposata, ha tre figli e conduce una vita normale.
8) La donna ha raccontato che la vicenda iniziò una notte per caso, mentre lei dormiva con il suo fratellino di 10 anni e abitavano in Green Street a Enfield e “il letto si muoveva, qualcosa del genere”. Terrorizzata, aveva poi chiamato la madre e tutto era immediatamente cessato
9) Dopo questo terrificante evento, la seconda manifestazione si verificò il 31 agosto del 1977, poco prima dell’inizio delle lezioni: iniziarono a sentire una voce, qualcuno che bussava, poi la cassettiera di fianco al letto della ragazzina fu spostata da una forza misteriosa di fianco alla porta, lasciando i due presenti “spaventati e insieme attratti”. La madre, accorsa, cercò di spostare il mobile senza successo e chiese a tutti di “scendere di sotto”.
10) La prima reazione della madre fu pensare che ci fossero dei rapinatori, per cui chiamò i vicini a controllare la casa, ma non trovarono nessuno. I colpi intanto continuavano, anche se non era chiara la loro provenienza.
11) Un’ulteriore manifestazione risale alla visita di alcuni inviati del Daily Mirror: venuti per documentare i misteriosi eventi, la prima volta che entrarono nella casa non successe nulla, ma appena provarono a salire in macchina, alcuni mattoncini Lego iniziarono a volare per casa, così furono subito richiamati ad assistere. Il fotografo fu colpito da un mattoncino e gli rimasero i segni per giorni.
12) I coniugi Warren non sono stati gli unici ad occuparsi del caso, ma anche altri investigatori del paranormale si interessarono, tra questi alcuni erano persuasi che fosse solo frutto della fantasia e della necessità di attenzioni di Janet, che ha più tardi confermato di aver falsificato alcuni fenomeni, sebbene non tutti.
13) Al sito infestato fecero visita anche Maurice Grosse (interpretato da Simon McBurney) insieme a Guy Lyon Playfair, ambedue membri dell’antica e rinomata Society for Psychical Research (fondata nel 1882), e indagarono sulla vicenda per ben 6 mesi. Grosse, interrogato sulla sua esperienza, racconta che anche lui esperì in prima persona il fenomeno dei Lego sospesi per aria, i quali se toccati “erano caldi, fatto che rivela una attività paranormale del tipo poltergeist”.
14) Inoltre, lo studioso accertò che le presenze erano molteplici: si sentiva bussare da più parti contemporaneamente. Le manifestazioni peraltro divennero sempre più violente, si vedevano divani sospesi per aria, cassettiere, letti e tavoli girare su sé stessi, pietre e monete che volavano, il cane che abbaiava al nulla in una stanza vuota e così via. Infine la piccola Rose fu presa per una gamba e immobilizzata da una forza invisibile e nessuno riuscì a spostarla.
15) Ci furono anche visitatori molto più scettici sulla vicenda, tra i quali l’accademica Anita Gregory (nel film Franka Potente), che nella sua corrispondenza con Grosse definisce le prove raccolte “dubbie”, “decisamente sovrastimate” e “in ultima istanza, patetiche”. La studiosa volle assistere ai momenti in cui Janet entrava in trance, concludendo che fosse tutta una farsa dell’adolescente.
Affermò perfino che il mobilio, che fluttuava per il salotto, fosse un trucco, sebbene subito dopo il fenomeno avesse raccontato sconvolta il fatto alla BBC Scotland, sostenendo che nessuno nella stanza o altrove potesse averlo mosso.
16) In realtà alcuni degli avvenimenti sono stati inscenati da Janet, che si sentiva in qualche modo in dovere di “far accadere qualcosa” per i numerosi visitatori; tuttavia ha affermato che si trattava “del 2%” di quanto avvenuto in quel periodo.
17) Una delle spiegazioni date è che il precedente – e defunto – inquilino della casa, di nome Bill, abbia posseduto Janet, ma le presenze sul luogo sembrarono assai più numerose.
18) Secondo Wilson, dopo quattro film insieme a Wan, The Conjuring – Il caso Enfield contiene “la scena più inquietante” che lui abbia mai girato. Inoltre nel film il regista non ha voluto ripetere escamotage già utilizzati in precedenza e ha raccontato, a titolo esemplificativo: “non ha voluto che la pellicola terminasse con un esorcismo” a scacciare l’entità malvagia, concludendo “non avremmo potuto proporlo nuovamente e così non l’abbiamo fatto”.
19) Secondo l’attore è inoltre stato molto interessante inserire nella narrazione il tema dello scetticismo, che ha toccato in prima persona i protagonisti della vicenda reale, Janet e i Warren. Inoltre tale sentimento è condiviso anche da una ampia fetta degli spettatori.
20) Madison Wolfe ha interpretato Janet Hodgson, ovvero colei che in The Conjuring – Il caso Enfield rappresenta l’epicentro dell’assalto paranormale. La giovanissima attrice ha confessato: “In un primo momento ero un po’ intimidita per questo. Ritengo che tutti gli altri intorno a lei in un certo punto ne avessero paura e in qualche frangente l’hanno isolata.
Così anche lei ha tagliato fuori tutti, sentendosi davvero sola. Tuttavia poi si rende conto che [i Warren] possono davvero aiutarla e inizia ad aprirsi con loro”.
21) L’attrice non è nuova agli horror e con le forze del male. È infatti già comparsa con una piccola parte nel satanico La stirpe del male, in cui una giovane coppia, dopo una misteriosa festa durante la luna di miele, concepisce un bambino dalle origini demoniache.
22) La Wolfe è amante del genere horror. L’evocazione – The Conjuring è il suo film del terrore favorito e ha dichiarato a riguardo: “Non voglio essere di parte o altro [ridendo]. Un sacco di film di paura sono così concentrati sullo spaventare che non danno alcuna importanza alla trama. Non c’è consequenzialità tra una parte e l’altra, ma credo che The Conjuring sia ben realizzato”.
23) Per entrare nella parte l’attrice ha completamente cambiato la sua immagine. Difatti, secondo quanto lei stessa ha ammesso: “Ho del tutto trasformato il mio aspetto per questo ruolo. Un paio di mesi fa avevo lunghi capelli biondi. Ira indosso lenti a contatto colorate. Nel film ho i denti finti e parlo con un accento britannico. Quindi sono letteralmente l’opposto [di come sono normalmente]”.
24) La Wolfe, per riuscire a replicare al meglio l’accento britannico, ha seguito delle lezioni di recitazione e di dizione. Era necessario infatti che parlasse come un’appartenente della classe operaia e non suonasse troppo posh per risultare credibile.
25) Gli spiriti infestanti, malgrado la loro natura incorporea, si manifestano in modo decisamente fisico e in una scena in cui uno di essi, chiamato “Old Bill”, immobilizza Janet sul soffitto. Per farlo è stato necessario girare in un set capovolto.
26) Questa tuttavia non è l’unica sequenza interessante dal punto di vista scenico e tecnico: quella successiva (si veda il primo teaser trailer) vede la protagonista imprigionata in una stanza tappezzata di crocifissi, che uno per uno si girano a testa in giù. Per creare l’effetto sono stati progettati una serie di impianti meccanici tesi a capovolgere ogni singolo crocifisso quando Wan inquadra la stanza.
27) Quello di Amityville è con tutta probabilità il più famoso caso di infestazione affrontato dai Warren e la soffitta della casa, al centro dell’assassinio di Ronald DeFeo Jr. e del libro di Jay Anson Orrore ad Amityville, viene mostrata agli spettatori nella sequenza di apertura di The Conjuring 2. Su tale ambientazione, al centro di una vasta cinematografia horror, Wilson ha asserito: “È stato un caso celebre, un caso controverso, ed è ciò che James ama fare, come se lui non temesse gli argomenti difficili.
Non è dell’idea ‘Beh, non possiamo mostrare Amityville perché sono stati realizzati altri 77 film’. No. Sono andati a Amityville, hanno un legame molto forte con Amityville, quindi è ok. Hanno optato per farlo”.
28) Lorraine è questa volta sopraffatta dalla forza soprannaturale e secondo la Farmiga sarà la prima volta che i due coniugi assisteranno a “una manifestazione fisica dove si viene materialmente colpiti” e da cui si è concretamente intrappolati.
29) Il sequel esplora più a fondo la figura di Lorraine e l’incidente che l’ha segnata per tutta la vita. La Farmiga ha detto a proposito: “Credo che il pubblico sia molto curioso di sapere cosa esattamente abbia visto l’ultima volta. Ed esploriamo proprio questo. Vediamo le sue abilità psichiche questa volta messe alla prova seriamente, fatto che incredibilmente sconcertante per il dinamico duo. È tutto incentrato su quello che lei sente e percepisce”.
30) La vicenda è ambientata 6 anni più tardi, dopo Amityville, dopo un lungo periodo dominato dallo scetticismo della gente intorno e di profonda stanchezza. Di conseguenza, Lorraine Warren è davvero provata e vive una crisi, che la porta a voler abbandonare le indagini sul paranormale; questo subito prima di intraprendere il viaggio per Enfield.
31) I due protagonisti di The Conjuring – Il caso Enfield sono in stretto contatto con la vera Lorraine Warren, e sono andati spesso a trovare la donna. A tal proposito Wilson ha raccontato: “Vera e io siamo andati lì l’estate scorsa, ancora una volta, da soli. Abbiamo voluto riunirci a lei in qualche modo, perché sono trascorsi un paio di anni e lei non è più giovane. Lei è ancora acuta come uno spillo ed è stato bello trascorrere del tempo insieme”.
32) Nella casa della donna è presente una stanza con tutti gli oggetti raccolti nei diversi casi affrontati (come descritto nel film), e un prete si reca a benedirla tutti i giorni.
33) Dopo essere diventata amica della demonologa, vera Farmiga ha avuto notevoli difficoltà a separare l’immagine attuale dalla donna di quarant’anni più giovane al centro di The Conjuring – Il caso Enfield. Come ha spiegato: “Lei ha più di ottant’anni ora e mi sto relazionando a una sua versione molto più matura.
Così la mia tendenza è di incarnarne tutta l’eccentricità e la saggezza, ma è tutto diverso. Interpreto una donna di 40 anni e lei ne ha 80. Questo impatta sul modo di parlare, di respirare e di muoversi, di spostarsi. La sfida maggiore è stata per me di separare davvero le due [versioni] e di riavvolgere il tempo per mostrare come fosse in realtà la donna più giovane”.
34) Frances O’Conner ha rivelato che James Wan le ha ricordato Steven Spielberg, con cui ha lavorato in A.I. – Intelligenza Artificiale, spiegando: “Mi sembra quasi un tuttofare. Pareva intrufolarsi in tutti i diversi reparti e dare qualche suggerimento, poi lo vedevi dirigersi alla regia o alle luci, [supervisionando] tutti i differenti settori di quando giri un film. Ed è proprio al vertice di tutto questo.
Sembrava che nella sua testa in qualche modo realizzasse il montaggio. Credo che anche Spielberg faccia lo stesso. E sembra anche lui molto calmo. Inoltre anche lui ha quell’incredibile passione, penso. Ama essere sul set. È un bell’ambiente in cui trovarsi. Anche se diviene stressante, è motivante – credo – per gli attori”.
35) James Wan ha deciso di tornare dietro la camera da presa anche in questo seguito, concluse le riprese di Furious 7, perché desiderava “tornare indietro e ricevere un abbraccio”. È stata una decisione di natura emotiva quella di fare qualcosa per gioia e per riunirsi con Vera Farmiga e Patrick Wilson, con i quali ha trascorso un periodo davvero felice durante le riprese del primo film.
36) Per ciò che concerne le riprese di The Conjuring – Il caso Enfield, il regista ha iniziato i lavori avendo già in mente quale avrebbe voluto essere il risultato finale, come realizzarlo e dove posizionare la telecamera. Sebbene inoltre sia ricorso a uno storyboard, non è mai stato un grande fan del suo utilizzo, ma era solo un modo per far meglio comprendere alla troupe e ai produttori il suo punto di vista. In realtà preferisce di gran lunga agire in libertà e improvvisare con i suoi attori sul set.
37) Tuttavia, la fase preparatoria è per James Wan essenziale, soprattutto per ciò che riguarda la sceneggiatura e, anche nei casi in cui non è lui in prima persona a scriverla, segue attentamente il percorso di stesura ed è coinvolto in prima persona nell’ideazione di ogni scena.
38) È essenziale per il regista creare una storia e dei personaggi con cui il pubblico sia in grado di identificarsi. “Non importa a quale genere si lavori – se si tratti di horror, fantascienza, dramma o qualsiasi altro – se si hanno dei personaggi a cui si è legati, questa è la cosa più importante.
Una storia che sia interessante, con protagonisti avvincenti, in particolare nella cinematografia horror, è davvero importante. Se si desidera che il pubblico sia terrorizzato da quello succede [sullo schermo], è necessario essere coinvolti nelle dinamiche dei personaggi, così da avere il tempo per raccontare la loro storia, prima di mostrare al pubblico tutte queste immagini spaventose. Altrimenti funziona solo a un livello molto superficiale”.
39) Secondo James Wan, la paura è di tre tipi: la paura dell’ignoto, la paura per la propria vita e la paura di perdere una persona cara. Sono proprio questi gli elementi fondamentali. Questi sono i tre elementi che include sempre nei suoi horror.
40) Sebbene gli sceneggiatori di The Conjuring – Il caso Enfield, Carey & Chad Hayes e David Leslie Johnson, abbiano voluto cercare di avvicinarsi il più possibile a quello che è successo, il film non replica in maniera pedissequa gli eventi realmente occorsi.
È stato infatti necessario condensare eventi con uno svolgimento temporale molto più ampio e manipolare in parte il materiale originario per dare un senso compiuto. Ad esempio, la casa degli Hodgson non ha in realtà un seminterrato, sebbene vi fossero problemi di acqua. Inoltre il demone mostrato nel film è stato inventato per specifiche ragioni di copione.
41) Ed Warren usava una grande forza contro demoni, fantasmi e poltergeist durante le indagini per gli eventi paranormali, li provocava e li sbeffeggiava, tanto che se questo fosse stato replicato tale e quale nel film, sarebbe risultato poco plausibile. È stato quindi necessario un ritratto ridimensionato del demonologo perché risultasse più credibile per il pubblico.
42) Vivendo a Londra, Frances O’Connor si è recata a Enfield per visitare dal vivo la casa e parlare con alcune delle persone che furono presenti, così da avere un’idea del luogo e dell’atmosfera. Attualmente la casa è abitata.
43) Le riprese di The Conjuring – Il caso Enfield sono state fisicamente molto provanti per la Farmiga, che ha ancora adesso un linfonodo gonfio dalla quantità di grida che ha dovuto improvvisare per le sequenze, a volte per ben 50 ciak. Inoltre, lavorando sotto la pioggia, si è dovuto ricorrere ad attrezzature che non facessero bagnare le lenti della fotocamera, costringendola così ad urlare ancora più forte.
44) Non si è ancora iniziato a discutere la possibilità di realizzare un terzo capitolo di The Conjuring, ma sono iniziati i lavori per il primo film, sono stati acquistati i diritti per 27 file delle indagini dei Warren provenienti da tutto il mondo.
45) Già prima della riprese era stato previsto uno spin-off incentrato sulla suora demoniaca che compare nel film, dal titolo The Nun – La vocazone del male (la recensione).
Chiudiamo con il trailer italiano ufficiale di The Conjuring – Il Caso Enfield:
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