Voto: 6.5/10 Titolo originale: Acide , uscita: 20-09-2023. Regista: Just Philippot.
Acid: la recensione del film eco-horror diretto da Just Philippot
04/02/2024 recensione film Acid di Sabrina Crivelli
Lætitia Dosch e Guillaume Canet sono gli esemplari protagonisti di un'opera che concretezza i nostri più attuali incubi ambientalisti
Lo spettro del surriscaldamento globale, delle piogge acide e dell’inquinamento incombono sul presente e sul futuro, ispirando distopie altamente fantascientifiche sul grande schermo. È questo il caso anche di Acid (Acide), eco-horror diretto dal francese Just Philippot, che abbiamo visto anteprima al Festival di Sitges.
Il titolo, Acid, rimanda immediatamente all’incubo ecologico al centro del film: le piogge acide che con l’innalzamento costante delle temperature e l’inquinamento ormai fuori controllo non sono più una novità. Un pericolo dunque non così improbabile.
Tuttavia, nella finzione cinematografica questo fenomeno viene amplificato e prende una piega decisamente allarmante quando una devastante perturbazione dal Sud America arriva sulla Francia, seminando panico e devastazione a Lille e dintorni. Si trova ad affrontarlo una coppia separata, Elise (Lætitia Dosch) e Michel (Guillaume Canet), che per tenere al sicuro la figlia Selma (Patience Munchenbach) devono unire le forze e fuggire in una corsa contro il tempo per sopravvivere a quello che non è più un fenomeno atmosferico ‘normale’, ma pioggia davvero acida che corrode spietatamente automobili, abitazioni e carne senza lasciare scampo a niente e nessuno.
Riusciranno a scappare e trovare rifugio prima che sia troppo tardi?
Il regista Just Philippot riesce ancora una volta a evocare incubi concreti scovando abilmente il lato oscuro di Madre Natura e facendone l’epicentro di un film dalla tensione in costante crescita, come già nel suo precedente Lo sciame del 2020 (la recensione).
In ciò, Acid è in qualche modo vicino a E venne il giorno di M. Night Shyamalan, ma forse addirittura più inquietante in quanto decisamente più credibile: qui la “Natura Matrigna” è difatti inarrestabile e coglie l’umanità impreparata, proprio alla maniera dei disaster movie. E il futuro senza ritorno prospettato in Acid è ben più concreto da quello al centro dell’horror di Shyamalan.
Estremamente vicino, quindi, alla realtà in cui viviamo, Acid conferisce alla nozione stessa di eco-horror una attualità e verosimiglianza rafforzata dal dibattito contemporaneo sullo spettro del surriscaldamento globale e dell’inquinamento dovuti all’incontrollata attività umana. Questo indubbiamente contribuisce all’impatto emotivo che può avere sugli spettatori e intensifica il senso di angoscia che cresce man mano che seguiamo gli effetti devastanti di un clima estremamente avverso.
Il naturale coinvolgimento che implica la tematica centrale è poi amplificato dalla costruzione di un ritmo martellante. Acid non perde tempo in inutili preamboli: fin dai primi fotogrammi sin da quando la letalità di questa inarrestabile perturbazione è anticipata da su un notiziario alla TV. La prima reazione dei protagonisti è blanda. Quando il pericolo è lontano non si pensiamo, si procrastina, finché non arriva a coinvolgerli in prima persona, ma ormai è troppo tardi.
Sono però solo una manciata di minuti, prima che Acid entri nel pieno dell’azione con Michel ed Elise che cercano di portare in salvo Selma dalle ostili nuvole grigie cariche di pioggia acida, da cui pare non esserci scampo.
Il loro viaggio in uno scenario apocalittico discende in lidi sempre più oscuri con le ovvie derive sociali. Masse di cittadini disperati attraversano ponti traballanti o si rifugiano nei pochi edifici ancora in piedi, mentre le autorità cercano disperatamente di mantenere l’ordine.
Le scene ad effetto si alternano con momenti di stasi in cui sono esplorata la gamma delle reazioni umano a un disastro da cui, in fin dei conti, non c’è scampo.
Acid è visivamente e concettualmente potente, anche se ci chiede allo spettatore di sorvolare su alcune incongruenze che rischiano di impoverirne la portata, primo tra tutti alcuni dettagli sull’estrema acidità dell’acqua e sui suoi effetti, alterni, sulle diverse superfici.
Inoltre, alcune dinamica che intercorrono tra i personaggi principali, nello specifico nel rapporto padre-figlia, e alcune azioni e reazioni sono in parte prevedibili e in certi casi un po’ forzate a raggiungere un epilogo annunciato.
Detto ciò, queste piccole mancanze non precludono il reale impatto di Acid. Just Philippot ci obbliga a una cruda riflessione forzata, mettendoci di fronte alle estreme conseguenze della nostra noncuranza. Al contempo però, il pessimismo di fondo che domina l’intera narrazione e la fuga disperata dei protagonisti davanti a una forza maggiore, devastante.
In ultimo, poi, il regista sembra quasi lasciarci intendere che questo monito arrivi tardivo e che la recente presa di coscienza collettiva sia ormai vana. Sarà solo finzione filmica tesa ad incrementare il lato horror di Acid, o una professione di fede nichilista rispetto al destino dell’umanità?
Di seguito trovate il trailer italiano di Acid, nei cinema dal 4 luglio:
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