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Voto: 6/10 Titolo originale: American Assassin , uscita: 14-09-2017. Budget: $33,000,000. Regista: Michael Cuesta.

American Assassin | La recensione del film di Michael Cuesta con Michael Keaton

23/01/2020 recensione film di Teresa Scarale

Un action superfluo, utile solo all’onanismo mentale armaiolo americano. Spiace che il magnetismo indiscutibile del protagonista vi sia stato sprecato.

american assassin film

Un altro giro di Risiko. Un giovane statunitense (Mitch Rapp, al secolo Dylan O’Brien) d’aspetto non inferiore alle sue belle speranze si gode la sua ragazza su un’assolata e mondana spiaggia di Ibiza. La perfezione esotica del momento viene sancita dal dono del fatidico anello. Il tutto a favore di smartphone. L’entusiasmo dovuto al “si” di lei però è destinato a durare poco. Il tempo di chiedere al barista del chiringuito “qualcosa di speciale” per due, che il paradiso azzurro e bianco si trasforma in inferno: un gruppo di terroristi islamisti spara a tutto spiano sulla gente, cogliendo anche la bella fidanzata che sembrava uscita da una campagna pubblicitaria di Estée Lauder.

È questa la scena scarsamente identitaria da cui prende le mosse American Assassin di Michael Cuesta (La regola del gioco), basato sulla serie di romanzi di Vince Flynn. Scarsamente identitaria dal punto di vista cinematografico, naturalmente. Perché questo film sembra una copia ben fatta di tanti prodotti e sottoprodotti dell’entertainment, non solo cinematografico.

Sa di film TV girati con budget sicuramente più ridotti, di serie strampalate come la netflixiana Designated Survivor, ad esempio. Agli americani continua a piacere l’immaginario del grande scopone bellico avente ad oggetto la loro incolumità nazionale: i cattivoni, lo spionaggio tecnologico, la vendetta, il profluvio di armi, gli stati canaglia putativi, la loro supposta invincibilità.

Infatti, nelle sequenze successive alla carneficina, troviamo il ragazzo che comunica con qualcuno in arabo fluente davanti a un computer. La barba cresciuta e I capelli scarmigliati non bastano tuttavia a coprire la mancanza di credibilità di fondo di Dylan O’Brien, che in questo ruolo appare troppo patinato per trasudare sofferenza. Il sagace American Assassin si è infiltrato nell’organizzazione terroristica responsabile della strage iberica, con il fine di ucciderne il capo.

Vola perciò in Libia. Sia lode ad Allah. Ma come l’Universo insegna, ciascun predatore è anche preda. In questo caso la CIA, nella persona della maschia ma affascinante Sanaa Lathan (Alien vs. Predator), sta monitorando da tempo il ragazzo per reclutarlo a sua volta. Suo sensei sarà il severo Stan (Michael Keaton), inossidabile veterano.

E così, fra addestramenti, inseguimenti, esplosioni, una buona dose di violenza à la Il Trono di Spade (dita che affondano nei bulbi oculari, unghia strappate via, ecc.) e una puntatina sui tavolini di piazza Navona, il fumante American Assassin arriverà al finale. Senza però prima aver dimenticato di dirci che l’Iran è l’impero del male e che il plutonio è tanto pericoloso, specie se quei distratti dei Russi se lo lasciano sottrarre. D’altro canto, le dinamiche interpersonali fra i personaggi mancano totalmente di profondità e spinta emozionale. Perché Stan si ostina a non voler addestrare Mitch? Perché invece l’agente CIA insiste a proteggerlo? Le motivazioni sono posticce, lo spettatore non crede nemmeno per un istante al “bisogno” del personaggio, dato che non emerge.

Il dispendio di energie e risorse per questo lungometraggio è notevole, ma alla fine rimane un prodotto commerciale privo di anima, mordente e significato, mero esercizio da manuale per film tv d’azione.

Di seguito il trailer italiano di American Assassin: