Voto: 7/10 Titolo originale: Antlers , uscita: 28-10-2021. Budget: $17,000,000. Regista: Scott Cooper.
Antlers – Spirito Insaziabile: la recensione del film folk horror di Scott Cooper
19/10/2021 recensione film Antlers - Spirito insaziabile di William Maga
Keri Russell e Jesse Plemons sono i protagonisti dell'adattamento prodotto da Guillermo del Toro di un romanzo di Nick Antosca, un'opera visivamente accattivante che però non trova lo sperato equilibrio tra orrore e dramma
Dopo aver destato l’interesse del pubblico fin dalla messa online del primo trailer lo scorso anno, Antlers – Spirito Insaziabile di Scott Cooper (Hostiles) è sparito dai radar quando la sua data di uscita è stata posticipata a tempo indeterminato, salvo riaccendere gli entusiasmi durante la sua corsa in diversi Festival di Genere – tra cui Sitges – negli ultimi mesi.
Il produttore Guillermo del Toro ci ha messo del suo in tal senso, sottolineando l’approccio romantico tipico degli horror degli anni ’80 di questo adattamento per il grande schermo del racconto The Quiet Boy di Nick Antosca, che pesca dalle storie del folklore americano sempre un po’ trascurate. Scott Cooper racconta i paesaggi dell’Oregon attraverso le sue miniere ormai esaurite – diventate nascondigli per gli spacciatori di metanfetamine – e l’arcana mitologia dei nativi, nel tentativo di garantire ad Antlers – Spirito Insaziabile un tono da ‘horror d’autore’, che pone domande a cui non vuole necessariamente rispondere.
Una sceneggiatura scritta a sei mani da Cooper, Antosca ed Henry Chaisson mette poi sul piatto una terribile creatura predatrice e spietata come metafora dell’abuso traumatico – sia emotivo che fisico – ma il risultato è poco equilibrato. Il film si preoccupa infatti più di creare situazioni visivamente affascinanti e momenti d’atmosfera che di affrontare ogni possibile sviluppo delle sue drammatiche tematiche fino in fondo.
Julia Meadows (Keri Russell) è un’insegnante di una piccola città dell’Oregon che è tornata a casa e ora vive con il fratello sceriffo Paul (Jesse Plemons). Uno dei suoi studenti – Lucas Weaver (Jeremy T. Thomas) – attira presto la sua attenzione a causa di alcuni segnali di possibili abusi casalinghi.
Julia bussa così senza preavviso alla porta di casa del ragazzino e sente un ringhio gutturale provenire dall’interno. Paul in seguito le fa notare che il padre di Lucas, Frank (Scott Haze) è un drogato perdigiorno che è ad appena un’overdose dalla tomba, ma che è ancora ritenuto idoneo a crescere Lucas e il suo fratellino Aiden (Sawyer Jones). La donna si rifiuta di accettare tale situazione, quindi spinge altri a intervenire per salvare il bambino dalla sua instabile vita familiare, ed è proprio allora che cadaveri mutilati iniziano a riempire i frigoriferi dell’obitorio locale.
Diamo subito merito alla fotografia di Florian Hoffmeister, perché Antlers – Spirito Insaziabile raccoglie una pletora di scelte di illuminazione e di composizione riuscitissimi. L’oscurità ammanta le autostrade boscose e i labirintici pozzi di carbone, con solamente l’auto di pattuglia di Paul che lampeggia di rosso e di blu nei banchi di nebbia fitta o i bagliori infuocati che saturano le figure nella foschia arrossata.
Le immagini soccombono alla natura allarmante dei pericoli boschivi nati dalla tradizione orale dei nativi della zona (nello specifico il Wendigo), mentre il Florian Hoffmeister cattura la desolazione rurale di una comunità americana devastata dalla disperazione scaturita dalla povertà dilagante. Viene allora alla mente It Comes At Night (la recensione) durante la visione di Antlers, per il modo in cui l’obiettivo del direttore della fotografia scruta nell’oscurità e fugge da un onnipotente essere sconosciuto: braci svolazzanti, scene del crimine tremende e paesaggi montani diventano la firma visiva di un viaggio meravigliosamente cupo.
Antlers – Spirito Insaziabile si può leggere come un’evocazione spirituale dei difensori della Madre Terra, ma è incentrato sul travolgente desiderio di Julia di salvare Lucas (istinto scaturito da ciò che lei stessa ha sperimentato da piccola). Il modo in cui Lucas protegge qualunque cosa stia battendo contro una porta chiusa da molteplici serrature e catene è una rappresentazione delle immense imprese che indugiano nei recessi dell’animo di un bambino anche molto tempo dopo la conclusione delle sofferenze.
È un arco il suo che ha un peso e un’intensità notevoli, e che tuttavia fatica a bilanciarsi con la leggenda ultraterrena del Wendigo. Lo scrittore Graham Greene viene usato come ‘deposito di informazioni’ sui nativi americani per introdurre i ‘salvatori’ bianchi alla paura per la mitica creatura, che viene però fatta sparire sotto il tappeto durante il terzo atto in seguito alla decisione di orientarsi esclusivamente sulla vendetta di Julia.
Comprensibile che tutto quanto esista come veicolo per il superamento da parte della protagonista di quei ricordi inscrollabili di un’infanzia traumatica. Tuttavia, la climax di Antlers giustappone in modo bizzarro attacchi brutali e ‘prese di coscienza’, mentre Scott Cooper respinge le vibrazioni bestiali alla A Quiet Place (la recensione) su cui la costruzione della tensione si era basata fin lì per amplificare l’intensità della narrazione.
Ed è proprio qui che Antlers – Spirito Insaziabile perde punti e – in definitiva – tradisce se stesso: il regista è più bravo a comprendere gli orrori dell’umanità quando non cerca apertamente di costruire un film horror ‘tradizionale’. La sequenza di apertura dentro a una galleria è un vortice sfocato di iper tagli di montaggio e di flash di pistole che mal si addicono a un massacro introduttivo.
E i cadaveri dilaniati, masticati e sbranati sono effettivamente disgustosi quanto quelli visti nella serie Hannibal, ma il ‘dispositivo visivo’ di mostrare corpi insanguinati a cui mancano pezzi di tessuto muscolare o addirittura la gabbia toracica porta lontano da quei terrori emotivi persistentemente contemplativi che sembravano dover essere predominanti.
Scott Cooper, è vero, onora il collaudato espediente lanciato da Lo Squalo di nascondere fino all’ultimo l’aspetto completo della creatura assassina (realizzata lodevolmente soltanto con effetti pratici) quando Julia si ritrova faccia a faccia finalmente con questo cervo infernale che indossa – a mo’ di scherno – una maschera di pelle umana, eppure l’incontro arriva troppo tardi, dati i molteplici ‘assaggi’ del suo aspetto e la relativa tranquillità precedenti.
Abbastanza curiosamente, questa esperienza può essere carnivoramente brutale e tuttavia sprecarne il potente impatto, mentre le scene oscillano tra la coercizione psicologica e i feroci attacchi animaleschi, senza mai trovare uguale fluida velocità.
La frustrazione con Antlers – Spirito Insaziabile deriva da elementi straordinari – la fotografia, la prova sentita di Keri Russell, l’associazione tra forza soprannaturale e salute mentale – che non sono completamente concettualizzati al di là del relativo impatto sull’atmosfera. Più Julia affronta le sue profonde cicatrici, più Paul si incunea su un’altra vittima rosicchiata fino alle ossa, più noi spettatori ci prepariamo per un finale che si inchina umilmente alla maniera di Mike Flanagan – salvo che Scott Cooper non è Flanagan.
Antlers esiste così in quell’area nebulosa tra il vulnerabile horror d’essai e l’esplorazione del folklore primordiale, dove gli ideali fluttuano come bolle di sapone che scoppiano prima di potersi fondere con altri concetti delicatamente sospesi. Tutto quanto viene spiegato, non ci sono “buchi di trama”, per un risultato che non è poi così tanto premuroso come viene lasciato inizialmente intendere, reso evidente dalla sua conclusione sbrigativa.
Di seguito trovate il trailer italiano di Antlers – Spirito Insaziabile, nei nostri cinema dal 28 ottobre:
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