Voto: 5/10 Titolo originale: Corona Zombies , uscita: 10-04-2020. Regista: Charles Band.
Corona Zombies | La recensione del film pandemico di Charles Band
11/04/2020 recensione film Corona Zombies di Francesco Chello
Il regista - e boss della Full Moon Features - gira a tempo di record un horror tanto furbetto quanto ignobile, che saccheggia pesantemente Virus di Bruno Mattei e Zombie vs. Strippers per un risultato risibile
Di recente vi avevamo mostrato un poster ed un trailer di Corona Zombies, horror diretto da Charles Band per la sua Full Moon Features che cerca di capitalizzare a tempo di record la situazione attuale dettata dalla pandemia di coronavirus che imperversa nel mondo. Il film ha esordito il 10 aprile direttamente sulla piattaforma streaming della compagnia. Una sorta di piccolo evento trash, dove per ‘evento’ si intende quel po’ di rumore mediatico procurato dall’annuncio – che evidentemente era il vero scopo del regista e produttore.
Dovendo innanzitutto inquadrare il progetto da un punto di vista etico/morale, lascio il giudizio a voi e al vostro buonsenso, senza condizionarvi. Qui non siamo certo bacchettoni, ormai ci conoscete. Non è questione di politically correct che, anzi, critichiamo un giorno sì e l’altro pure. Così come non si tratta di avere o meno apertura mentale tanto meno l’intelligenza per sapere ironizzare su certi temi o comprendere una satira che palesemente non c’è (e tra poco ci arrivo). Sapevamo, inoltre, che prima o poi qualcuno avrebbe girato un film sull’argomento, da quelli ‘di genere’ a Gabriele Muccino che ci ammorberà prima o poi con i suoi drammoni esistenziali, ma pensavamo sarebbe successo dopo, al termine di questo brutto periodo. Non durante. Non nel mezzo di una situazione mondiale così grave e traumatica. Non mentre la gente sta morendo sul serio. Insomma, più che stare sul pezzo lo definirei un tempismo quanto meno discutibile.
Non va molto meglio sul piano tecnico, se di tecnica si può parlare. Arrivo subito al dunque, senza girarci intorno. Corona Zombies è una truffa. Non mi viene una definizione più calzante per definire questa roba. Un giochino divertito (ma non divertente) di Charles Band. Uno specchietto per le allodole necessario a richiamare un po’ d’attenzione sul sito della Full Moon (e sui suoi servizi streaming) – che, per inciso, dispone di una piccola e gustosa library di genere che non avrebbe nemmeno bisogno di certi sotterfugi.
In sostanza, Corona Zombies non è nemmeno un film. Charles Band si limita ad assumere tre attori e fargli girare – probabilmente in mezza giornata – una striminzita manciata di momenti di raccordo da attaccare con lo sputo a un’abbondante quantità di materiale preso di peso da altri due film ed (in)opportunamente ridoppiato per l’occasione in modo da aderire a quella che dovrebbe essere la trama. Le attrici accreditate sono due, di cui solo una compare in video considerando che di Robin Sidney si sente solo la voce (per telefono), mentre Cody Renee Cameron gira per casa scollacciata per poi incoerentemente fare una doccia in canottiera; un terzo attore (senza nome) veste i panni di uno zombie senza arrivare a 40 secondi di screentime (lo si vede anche nel trailer).
L’espediente narrativo è molto semplice, le due ragazze chiacchierano al telefono lamentandosi del lockdown e tutto il resto, accendono la tv per le breaking news e si ritrovano immagini raccapriccianti sulle nuove evoluzioni del virus COVID 19 – che, in pratica, non sono altro che i sopracitati spezzoni presi altrove. Più precisamente, il primo titolo oggetto del prelievo (forse tre o quattro sequenze) è un film della stessa Full Moon, vale a dire Zombie vs. Strippers del 2012, esordio alla regia di Alex Nicolaou, figlio di quel Ted che con la scuderia della famiglia Band ha avuto modo di lavorare svariate volte.
Il secondo ci riguarda da vicino, in memoria della giovinezza passata in Italia (la nostra intervista esclusiva al regista): Charles Band viene a raccogliere nel belpaese, nello specifico pescando a piene mani da Virus: L’inferno dei Morti Viventi di Bruno Mattei e Claudio Fragasso. Trattasi di un vero e proprio saccheggio che si tenta di far passare come omaggio, la quantità di girato del film di Mattei è veramente copiosa, siamo probabilmente su una percentuale del 70 – 80% dell’intero Corona Zombies, non parliamo di frangenti ma di intere scene (anche consecutive).
Il paradosso è quello di fare un’operazione del genere con un film di Bruno Mattei che del ‘taglia e cuci’ era maestro e, per quanto si muovesse con furbizia, aveva quel mestiere con cui impacchettare ad arte il furto in fase di montaggio. Charles Band comunque non si nasconde e sui titoli di testa, colorati dal coronavirus visto al microscopio, inserisce un ringraziamento a tutti gli attori di Zombie vs. Strippers ed Hell of the Living Dead (titolo internazionale di Virus). Corona Zombies è fatto con pigrizia, a quel punto si poteva addirittura spaziare in un quantitativo maggiore di titoli da defraudare, diversificare il materiale d’origine. Gli stessi dialoghi avrebbero potuto fare la differenza. Il ridoppiaggio, come detto, colloca tutte le sequenze non originali all’interno del contesto, i militari di Virus diventano la Corona Squad che deve sventare un dirottamento di una nave cargo carica di carta igienica. True story, non scherzo, e pensate che per scriverla ci sono volute due persone.
Il tono di Corona Zombies, sia nelle riprese effettuate ad hoc che, soprattutto, nel suddetto ridoppiaggio degli altri due film, è estremamente leggero, oltrepassando di frequente il confine del demenziale. Di intelligente ci sarebbe il tentativo di alimentare una certa critica sociale nei confronti di quella parte della popolazione che in questo periodo si sta contraddistinguendo per stupidità acuta, ma anche verso la gestione da parte delle autorità e di chi di dovere – Donald Trump in primis, che compare un paio di volte in filmati di repertorio in cui sue reali dichiarazioni vengono chiaramente ridicolizzate dalla situazione.
Il campionario quindi comprende battute e gag sulla carta igienica (e come pulirsi il cu*o qualora finisse), l’igienizzante, il lavarsi le mani e le mascherine, sulla birra Corona (e l’Heineken virus), su Wuhan (che una delle due crede sia un gruppo rap); la pandemia è causata da una multinazionale che mette sul mercato una fantomatica zuppa di pipistrello in scatola, c’è persino il video di quel babbeo (vero) che in un’intervista dice ‘If i get corona, i get corona’ divenuto ormai virale.
Il punto è che non c’è nulla su cui non si sia già fatta ironia o critica nell’ultimo mese, niente che un Pintus a caso non abbia espresso (meglio) dalla propria abitazione con un video di dieci minuti. Insomma, un po’ troppo poco per parlare di satira, come invece faceva espressamente la campagna promozionale. Lo stesso umorismo di Corona Zombies palleggia tra l’innocuo e il fastidioso, difficile trovare qualcosa di realmente divertente. A meno che non vi facciano sbellicare zombie che tossiscono anziché grugnire o che dicono ‘corona’ citando il ‘brains’ dei morti viventi di o’bannoniana memoria. Per non farsi mancare nulla, non mancano le strizzate d’occhio cinefile con citazioni sparse, da George A. Romero a Dario Argento (scelto come nuovo nome di uno dei personaggi di Virus, a causa della pettinatura del tizio). Di buono c’è che il film dura solo 60 minuti, sembra quasi la versione lunga di uno di quei video doppiati e montati ad arte presenti su una qualsiasi delle pagine umoristiche di Facebook, dove spesso si trova anche di meglio – se volete vi giro un governatore Vincenzo De Luca in versione RoboCop spassosissimo.
In definitiva, Corona Zombies è un’operazione cinematograficamente ignobile. Di quelle che mi aspetto che sbuchi qualcuno a dirci che non abbiamo saputo coglierne il vero spirito. E non vado oltre in segno di rispetto nei confronti della famiglia Band e di una Full Moon a cui da appassionati horror (specie se cresciuti tra gli anni ’80 e ’90) siamo inevitabilmente (e giustamente) ancora affezionati – per i quali potrei citare, per dirne qualcuno a caso, roba (firmata a vario titolo, da registi a produttori) come Troll, la saga di Puppet Master, i Ghoulies (il nostro dossier sulla saga), Castle Freak, Robot Jox, Dolls.
Vi direi di verificare con i vostri occhi, ma vi farei un torto. A quel punto meglio ritornare sul DVD di Virus di Bruno Mattei e riguardarlo come si deve. Anche perché le cose migliori di Corona Zombies non sono realmente sue, dalla musica dei Goblin allo splatter di Giuseppe Ferranti che in quel Virus si facevano certamente apprezzare. Se Charles Band cercava un efficace specchietto per le allodole si può dire che la cosa ha funzionato, considerando il tam tam che si è alzato intorno al film.
Ed un aspetto positivo in tutto questo c’è: vale sicuramente la pena scoprire una piattaforma streaming come quella della Full Moon che include prodotti di genere (e di nicchia) che difficilmente potremmo reperire altrove. Tra l’altro, lo stesso Charles Band pare abbia intenzione di fare inserire sottotitoli in italiano su molti dei titoli a catalogo, un’attenzione affettuosa nei confronti di un popolo e di un mercato a cui resta legato. La cosa viene resa ancora più allettante da tariffe piuttosto invitanti. Per dire, un mese d’abbonamento costa 4.87 € che addirittura possono scendere a 1.66 € inserendo un codice promo attivo fino al 12 aprile. La visione di Corona Zombies non vale nemmeno uno di quei centosessantasei centesimi, ma la library della Full Moon vi darà senz’altro soddisfazioni.
Di seguito il trailer internazionale di Corona Zombies, disponibile sul canale e sull’app Full Moon Features dal 10 aprile:
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