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Titolo originale: The Watcher in the Woods , uscita: 17-04-1980. Budget: $9,000,000. Regista: John Hough.

Dossier | Gli occhi del parco di John Hough: il film Disney più spaventoso di sempre

08/03/2020 recensione film di William Maga

Nel 1980, Bette Davis e Lynn-Holly Johnson erano le protagoniste di un adattamento tribolato e insolito, affascinante e imperfetto oggetto misterioso di un'epoca irripetibile

Gli occhi del parco film 1980

Se ricordate, qualche hanno fa abbiamo dedicato un approfondimento in due parti dedicato alla ‘affascinante fase dark della Disney. Ora, dopo avervi parlato più nel dettagli di The Black Hole del 1979, vogliamo invece concentrarci su un altro titolo semi dimenticato, un titolo tecnicamente destinato ai bambini ma decisamente spaventoso per i comuni standard del genere. Si tratta di Gli occhi del parco (The Watcher in the Woods) di John Hough, film dalla lavorazione travagliata e dal risultato complessivo piuttosto inquietante, a volte addirittura terrificante, con un palpabile senso della suspense e del mistero che pulsano sia dietro che davanti alla telecamera. Addirittura, la Disney stessa invitò i più piccoli ad evitare di andare a vederlo nei cinema.

Gli occhi del parco film poster 1980Tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80, la Walt Disney Productions stava attivamente cercando di attirare nelle sale un pubblico più ‘maturo’, dato che i suoi film rivolti ai bambini non stavano andando così bene. Investirono così un bel budget in opere come Incredibile viaggio verso l’ignoto (1975), che conteneva alcuni elementi spaventosi, e in Il Buco Nero, una delle space opera più cupe dell’epoca, una sorta di risposta al successo incredibile di Star Wars / Guerre Stellari del 1977. Tuttavia, con Gli occhi del parco del 1980, lo studio in realtà scelse consciamente di avventurarsi in territori a tutti gli effetti horror, con tanto di apparizioni spettrali ed esseri ultraterreni. Materiale genuinamente da brividi insomma, basato su un romanzo di fanta-gotico young adult del 1976 di Florence Engel Randall, A Watcher in the Woods appunto (inedito in Italia), altrettanto disperatamente bizzarro.

La trama del film – che il produttore Tom Leetch presentò al produttore Ron Miller come ‘un potenziale L’esorcista – segue il clan dei Curtis, una famiglia americana che si trasferisce in Inghilterra e trova una splendida e vecchia casa in vendita, con un prezzo incredibilmente basso. Si scopre che la magione appartiene alla signora Aylwood (Bette Davis), che la sta vendendo principalmente a causa dei brutti ricordi e si è trasferita nella guest house. Sua figlia Karen è scomparsa improvvisamente 30 anni prima e da allora una strana presenza si aggira nei boschi circostanti. La figlia maggiore dei Curtis, Jan (Lynn-Holly Johnson, che prese il posto dell’annunciata Diane Lane), inizia a percepire questa strana presenza e presto inizia a vedere una giovane ragazza bionda con una benda sugli occhi. Lentamente, Jan inizia così a collegare gli eventi che circondano la scomparsa di Karen. Viene a sapere che alcuni individui del luogo sanno più di quanto non vogliano ammettere e che hanno scherzato un po’ troppo con alcuni poteri oscuri durante un’eclissi solare.

Per Gli occhi del parco, che costò 9 milioni di dollari e che – inizialmente – era stato inteso come un prodotto per la televisione, la Disney si affidò a un gruppo di persone che avevano già familiarità conl genere horror. John Hough venne scelto per la regia, avendo diretto sia il citato Incredibile viaggio verso l’ignoto che il successivo Ritorno dall’ignoto (1978) per lo studio, ma i fan potrebbero ricordarlo anche per Le figlie di Dracula (1971) per la Hammer Films e per uno dei migliori film sulle case stregate mai realizzati, Dopo la vita (1973). Uno degli sceneggiatori è Brian Clemens, il creatore della serie di spionaggio britannica Agente Speciale e veterano della Hammer Films, la cui prima versione, ritenuta troppo ‘dark’, venne alleggerita dall’intervento di riscrittura di Rosemary Anne Sisson. Nel cast recitano la leggendaria Bette Davis (che avrebbe voluto interpretare anche il suo personaggio più giovane, ma fu alla fine convinta dal regista ad accantonare l’idea), allora 72enne e divenuta un’icona del cinema del terrore per le partecipazioni a Nanny, la governante (1965) e, soprattutto, Che fine ha fatto Baby Jane? (1962), mentre tra gli altri membri del cast figurano la reginetta dei gialli Carroll Baker (Baby Doll – La bambola viva), il popolare volto televisivo David McCallum (Organizzazione U.N.C.L.E.) e  la giovanissima Kyle Richards, interprete di Lindsey Wallace in Halloween – La notte delle streghe di John Carpenter.

Gli occhi del parco film 1980 bette davisC’è molto altro da elogiare in Gli occhi del parco. Innanzitutto, John Hough scelse di girare il film nella medesima casa usata dal collega Robert Wise per il suo classico Gli invasati del 1963 (si tratta della ‘Ettington Park Manor’, situata a Ettington Park nel Warwickshire). E se è innegabile che alcuni degli effetti ottici impiegati ora possono sembrare decisamente datati (dopotutto si parla del 1980), l’atmosfera e il mood britannici funzionano ancora incredibilmente bene; ed è ancora più efficace grazie alla colonna sonora del compositore di film horror di culto Stanley Myers (House of WhipcordNero criminale – Le belve sono tra noi).

Uno dei momenti più terrificanti arriva peraltro abbastanza presto a mettere in chiaro le cose, quando Jan ‘cade’ in uno stagno e rimane incastrata, e la signora Aylwood inizia a spingerla con un ramo gigante. Sembra proprio che l’anziana signora stia cercando di annegarla, ma scopriamo invece che sta cercando di liberarla e salvarla. Parimenti, la visione della giovane eroina con gli occhi sbarrati sott’acqua, che lotta strenuamente per sopravvivere, terribilmente impaurita, mentre una vecchia donna emaciata la sovrasta è decisamente molto da sopportare per uno spettatore giovanissimo.

Rivedendolo oggi, Gli occhi del parco resta ‘divertente’ e angosciante, grazie ai suoi innumerevoli brividi spettrali, sempre che si resti consci del contesto storico, di chi l’ha prodotto e di quale fosse il pubblico di riferimento. Questo però non significa che sia assolutamente indimenticabile (anche se dalle nostre parti almeno in DVD potrebbero farlo uscire dopo 40 anni …), per almeno un paio di motivi. Il primo è la recitazione della protagonista Lynn-Holly Johnson, che interpreta Jan. L’attrice, all’epoca 22enne, era stata una pattinatrice professionista, arrivando ad ottenere addirittura una nomination ai Golden Globe per il film del 1978 Castelli di ghiaccio – sul pattinaggio di figura. Non esattamente la scelta più oculata per un ruolo del genere, che avrebbe richiesto una recitazione spaventata più credibile e sfumata di quella che offre (non è un caso che la sua sia stata un carriera piuttosto rapida a Hollywood).

Non fu comunque lei a convincere i Disney Studios a spendere 1 milione di dollari aggiuntivi per ‘sistemare’ Gli occhi del parco dopo che era già stato distribuito nei cinema ‘pilota’ di New York. In effetti, il problema principale fu il finale. Il romanzo di Florence Engel Randall chiariva infatti che l’Osservatore del titolo era un’entità che esisteva al di là del tempo e dello spazio, un alieno intrappolato sulla Terra. Il primo montaggio del film – tenuto nei cinema per una settimana – non lo chiarisce, né tanto meno che era stata l’eclissi a portarlo sul nostro pianeta, intrappolando la giovane Karen in un prisma di luce nella sua dimensione.

Gli occhi del parco film 1980 Lynn-Holly Johnson, Ian Bannen, Frances Cuka e Richard PascoPertanto, quando la creatura appariva all’improvviso alla fine, assomigliando parecchio a uno scheletrico nero pupazzo insettoide alato uscito da un’attrazione da parco di divertimenti, la gente si trovò piuttosto impreparata a una tale sorpresa. E non la approvò affatto (come pure la critica). Una prima impressione decisamente negativa che finì inevitabilmente per gravare sugli incassi totali (solo 5 milioni rastrellati in tutto). Per oltre 80 minuti, Gli occhi del parco è giocato tutto sui toni del gotico, poi – senza preavviso alcuno – sterza su un altro piano di esistenza decisamente fantascientifico, tradendo le atmosfere createsi fin lì. Questa versione, lunga 100 minuti, non è mai arrivata sul mercato per volere della Disney.

Per correre ai ripari, lo studio ritirò il film, posticipandone di molti mesi l’uscita internazionale, e, non essendo più disponibile John Hough, fu costretta a chiamare il regista Vincent McEveety (che non venne accreditato per via di alcune norme sindacali) per girare una nuova conclusione, quella poi effettivamente rimasta, in cui si rende l’Osservatore un fascio di energia che parla attraverso la sorella minore di Jan, che in realtà è molto più in linea con la versione del romanzo, con la creatura dall’aspetto di una bambina. Questo finale venne ritenuto molto più appetibile per gli spettatori, con il vantaggio di avere una spiegazione più chiara di quello che stava succedendo. Questo seconda versione dura 84 minuti e vanta altri aggiustamenti al montaggio.

Se è vero che una parte i rimaneggiamenti non fanno quasi mai bene a un film, Gli occhi del parco resta ugualmente uno degli oggetti più affascinanti e bizzarri di un periodo storico assolutamente irripetibile, di cui la Disney non va fiera, ma che vale la pena, se non di rivalutare, almeno di riscoprire.

Da segnalare che nel 2017 ne è stato girato un modestissimo remake per la TV, Il mistero di Aylwood House, diretto da Melissa Joan Hart (Sabrina, vita da strega), con Anjelica Huston nei panni della signora Aylwood.

Di seguito il trailer internazionale di Gli occhi del parco: