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Dossier | Il Don Chisciotte mai girato con Bud Spencer e Terence Hill (regia di Monicelli)

21/11/2019 news di Redazione Il Cineocchio

Nel 1993, i due popolarissimi attori erano pronti a tornare a fare coppia nel film che avrebbe aggiornato alla loro maniera il celebre romanzo di Miguel de Cervantes, ma poi il progetto venne abbandonato

bud spencer terence hill moto

Forse non tutti sanno che Terry Gilliam non è stato l’unico regista ad avere ‘problemi’ ad adattare il romanzo Don Chisciotte per il grande schermo. Se il regista americano c’è infine riuscito del 2018, dopo mille peripezie, con L’uomo che uccise Don Chisciotte (la nostra recensione), dal ‘cassetto dei progetti annunciati e poi svaniti nel nulla’ c’è anche un tentativo italiano, risalente alla prima metà degli anni ’90.

La mastodontica opera scritta da Miguel de Cervantes Saavedra nel 16° secolo, oltre ad ispirare Orson Welles per l’omonimo lungometraggio incompleto (curiosamente ripreso e completato nel 1992 dallo spagnolo Jesús Franco, con il titolo Don Quijote de Orson Welles), fu infatti sul punto di diventare il «collante» per riunire, dopo oltre 7 anni di distanza (Miami Supercops – I poliziotti dell’8ª strada, 1985), Bud Spencer e Terence Hill.

don chisciotte della mancia cervantes libroProdotto dalla «Smile» di Giuseppe Pedersoli (figlio di Carlo, ovvero Bud) e sceneggiato a quattro mani da Furio e Giacomo Scarpelli (Tempo di Uccidere), della regia avrebbe dovuto occuparsi niente meno che Mario Monicelli, reduce da Parenti Serpenti del 1992.

Intervistati dal quotidiano L’Unità nell’ottobre del 1993, i due protagonisti annunciavano:

Mario Monicelli è veramente molto interessato a questa idea e speriamo presto di avere un suo si definitivo, visto che le riprese dovrebbero cominciare la prossima primavera e il film dovrebbe essere nelle sale per Natale ’94.

Bud Spencer si addentrava poi sui toni del film di Don Chisciotte:

È la prima volta che ci troviamo a fare un film tratto da un romanzo, ma anche in questo caso sarà una pellicola assolutamente comica, basata sul linguaggio semplice e diretto che ha sempre caratterizzato i nostri film. I cazzotti sono l’espressione delle persone semplici, che non avendo a disposizione più di dieci vocaboli, arrivano subito alle mani. Ma visto che, come racconta Miguel de Cervantes, Don Chisciotte e Sancho Panza pigliano più botte di quante ne diano, cominceremo a prenderle anche noi. Alla fine, però, ne daremo tante e tante…

E visto che l’obiettivo del film, secondo i due attori, sarebbe stato il puro intrattenimento, l’occasione per far nascere le consuete gag della coppia sarebbe stata offerta dall’ambientazione della storia trasposta ai nostri giorni, con tutti gli equivoci e le difficoltà che ne potevano derivare. Sulla trama, Bud Spencer spiegava:

Il racconto inizierà all’epoca di Cervantes, ma poi, attraverso un’insolita macchina del tempo, saremo catapultati nel mondo odierno con i suoi tanti mulini a vento. Mi riferisco ai guai della nostra società: dai problemi del traffico ai soprusi che subiamo ogni giorno, fino a quelli più grandi della corruzione e della sete di denaro.

Terence Hill aggiungeva:

Il tutto comunque senza nessun impegno pedagogico, perché il nostro Don Chisciotte non ha la pretesa di lanciare chissà quale messaggio. La morale sarà sempre quella dell’avventura e dell’evasione. Insomma, una classica storia delle nostre, in cui alla fine nessuno è il vero vincitore e forse anche i due protagonisti sono un po’ sconfitti.

Non proprio dello stesso avviso, invece, era Furio Scarpelli, che parlava del film come di «un progetto un po’ spinoso» di cui al momento era in effetti pronto solo il trattamento:

don-chisciotte-wellesNon è semplice conciliare l’anima del racconto con i due personaggi, anche se, in effetti, Don Chisciotte e Sancho Panza sono due archetipi psicologici classici – l’uno pratico e furbo, l’altro idealista e sognatore – non cosi lontani da quelli interpretati da Bud e Terence. Quello che conta di più, per me, è che in questa trasposizione ai giorni nostri risulti evidente soprattutto una cosa, ovvero che oggi non c’è più tanto da combattere contro i mulini a vento, bisogna piuttosto dedicarsi a cose più reali ed evidenti. Tanto più che nel nostro tempo chi combatte contro i mulini è visto come chi compie imprese sportive o spettacolari.

Anche sul passaggio dal ‘600 alla nostra epoca Furio Scarpelli dissentiva da quanto raccontato dai due protagonisti:

Vorrei essere più fedele al testo. In particolare a quello del secondo libro, dove si racconta la fine di Don Chisciotte -, che durante la malattia ascolta i racconti di un cavaliere errante in cui riconosce la propria storia ridicolizzata. Mi sembra una trovata geniale pensare a due personaggi che leggono le loro avventure e non si trovano d’accordo con il testo. Ma ora non so quanto questa idea potrà resistere nel film.

Il produttore Giuseppe Pedersoli comunque era sicuro:

Stiamo lavorando perché la pellicola possa essere venduta in tutto il mondo, anche dalle TV, e possa risollevare le sorti del cinema italiano.

Come ben sappiamo, il film di Don Chisciotte non si fece mai. Al suo posto, Terence Hill interpretò – e personalmente diresse – il western Botte di Natale, uscito regolarmente per le festività del 1994, mentre Mario Monicelli si cimentò con Cari fottutissimi amici, uscito nei cinema lo stesso anno.

Di seguito una clip di Botte di Natale:

Fonte: L'Unità