Titolo originale: Running with the Devil , uscita: 29-08-2019. Regista: Jason Cabell.
Dossier | Nicolas Cage l’infaticabile (Parte 1): Running with the Devil e Kill Chain
30/12/2020 recensione film Running with the Devil – La legge del cartello di Francesco Chello
Ormai è quasi impossibile stare dietro alla produzione del 56enne attore di Long Beach, ma noi proviamo a tenerci al passo
Credo sia la prima volta che mi capita di parlare di Nicolas Cage da queste parti. Considerando la natura del personaggio direi che una piccola premessa ci sta tutta. Un attore su cui, probabilmente da sempre, c’è una tendenza a schierarsi, prendendo posizioni nette e, soprattutto, diametralmente opposte. Non so se definirlo divisivo, per dire che so, alla Michael Bay – oddio, cosa ho detto, le vedete anche voi le orde di haters arrivare all’orizzonte? Che se cito The Rock scateno una combo di odio Bay / Cage che in pochi minuti rischiamo di far collassare l’internet e solo Sir Sean Connery può salvarci. Ah, ovviamente, volevo dire il fighissimo The Rock, saluti e baci da Alcatraz (per chiudere con le zizzanie).
Parlavamo, quindi, di prendere posizione, meglio ufficializzare subito la mia (se ancora non fosse chiara): sono uno di quelli che Nicolas Cage lo gradisce e lo apprezza, un suo sostenitore, a prescindere dai film di cui parleremo tra poco o dalla miriade di progetti (alcuni dei quali quanto meno discutibili) a cui sta prendendo parte negli ultimi anni. Anzi, diciamo pure che se concedo una visione a buona parte di quei progetti è proprio per la presenza di Nicolino, mi basta quella. E va bene il confronto (legittimo) con chi la pensa in maniera opposta (legittimo pure quello), ma che almeno le argomentazioni non cadano sui luoghi comuni del ‘non sa recitare’ o ‘lavora (da quasi 40 anni!) solo perché è il nipote di Coppola’, così come i discorsi sulle faccette che, al limite, sono un tratto distintivo dell’attore e della sua personalità.
Comunque, non è questa l’occasione per uno speciale d’approfondimento su Nicolas Cage, per quanto ci farebbe piacere. Non fosse altro che il pezzo non verte su uno dei titoli di punta del suo lungo curriculum. Motivo per cui oggi non vi parleremo soltanto di un film (minore) interpretato da Nicolas Cage. Ma di quattro. Tu chiamale, se vuoi, compensazioni.
Si tratta di roba recente. Quattro dei (ben) sei titoli girati dall’attore di Long Beach nel 2019. Ovvero Running with the Devil, Kill Chain, Primal e Grand Isle – gli altri due erano A Score to Settle e Color Out of Space (la recensione). Un Nicolas Cage praticamente instancabile, fermato solamente dalla pandemia che gli ha fatto chiudere il 2020 su numeri più normali, con due soli film all’attivo – uno da attore (Jiu Jitsu) ed uno da doppiatore (I Croods 2).
Quattro film, dicevamo, che fanno parte di una fase di carriera che dura già da qualche anno in cui prolificità e qualità non sempre vanno di pari passo, con alternanza di risultati, che trova una motivazione in un dissesto finanziario risalente più o meno al 2009. Dopo essere stato per lungo tempo sulla cresta dell’onda arrivando ad essere uno degli attori più pagati di Hollywood, Nicolas Cage si è trovato alle prese con qualche guaio finanziario dovuto ad una condanna per evasione fiscale che va a chiudere un lungo percorso di spese folli tra ville e auto di lusso, cimeli e rarità, castelli e isolette – a onor del vero, bisogna anche dire che l’attore viene considerato una delle star più generose in quanto a donazioni ed opere di beneficienza, spesso lontano dai riflettori in un silenzio che nobilita ulteriormente la portata di questi gesti.
Questo per dire che, nel tentativo di rimettersi in sesto, ha iniziato a vagliare (ed accettare) quante più proposte possibili, potendo contare su un nome ancora fortemente riconoscibile ed un nutrito seguito a corredo. C’è da dire, comunque, che rispetto ad altri colleghi forse anche più maturi (chi ha detto Bruce Willis?), Nicolas Cage cerca di scegliere progetti in cui possa mantenere una certa centralità del ruolo oppure, se si tratta di partecipazioni a minutaggio ridotto, andare su personaggi che hanno un certo peso nell’economia del contesto. Così come evita di affidarsi ad una comfort zone contraddistinta da un profilo unico (e sicuro) di ruolo da interpretare, quanto piuttosto di spaziare tra personaggi diversi tra loro, approcciando gli ingaggi sempre con professionalità e convinzione a prescindere dalla qualità del progetto, in barba a quei colleghi che appaiono scazzati a partire dal minuto uno e magari in ruoli sempre simili tra loro.
La prima tappa del nostro tour inizia da Running with the Devil, scritto e diretto da Jason Cabell e quarta collaborazione tra Nicolas Cage e la Patriot Pictures, film che aveva esordito negli States a settembre 2019, mentre in Italia arriva più di un anno dopo, il 9 dicembre 2020 direttamente in home video, distribuito in DVD e BD da Eagle Pictures. Probabilmente il titolo più interessante del lotto. Nonostante la distribuzione tenti di farvelo schifare prima di guardarlo, grazie ad cover fatta da uno stagista alle prime armi, un sottotitolo nostrano (La Legge del Cartello) che banalizza il titolo originale, ed una serie di dvd-quote assolutamente fasulle – di quelle che vorrebbero sembrare parole dette da qualcuno anche se non c’è scritto effettivamente chi sia quel qualcuno – che arrivano a piazzare altissimi voti in stelline e citare inutilmente Traffic e Sicario.
Andando oltre le apparenze, potrete trovare una buona crime story incentrata sul traffico di droga, scandita secondo le tappe di un trasporto che tocca luoghi come Colombia, Messico, Usa e Canada e vengono identificate da un aumento di prezzo (in sovraimpressione) che parte dai 1.600 dollari al kilo di una produzione di stampo familiare, per arrivare ai 21.000 del prezzo da immettere sul mercato per il consumatore finale. Nicolas Cage interpreta un personaggio chiave all’interno di un cast corale che include facce d’esperienza come Laurence Fishburn, Leslie Bibb, Barry Pepper, Cole Hauser, Adam Goldberg e Clifton Collins Jr. C’è pure una particina per Keith Jardine, ex fighter MMA passato al cinema.
Nessun personaggio ha un nome, solo un ruolo, anche sui credits dove Cage e Fishburn – che erano entrambi nei cast di Rusty il Selvaggio e Cotton Club di Francis Ford Coppola – compaiono come The Cook e The Man. In realtà, quello del cuoco è il lavoro di copertura di un uomo di fiducia (e killer) della mala che viene incaricato di seguire ogni singola tappa del trasporto per scovare una falla, un uomo dall’aria pacata e look da ‘medioman’ dietro cui si nasconde un esecutore freddo e letale. Il mood è convincente, la storia ha la giusta dose di intreccio e svolte (con colpo di scena finale) in cui il pacchetto cartello/traffico/droga è legato inevitabilmente alla morte, l’affidabilità del cast porta la barca facilmente in porto.
Passiamo a Kill Chain – Uccisioni a catena, scritto e diretto da Ken Sanzel e uscito negli Usa il 18 ottobre del 2019, giunto in Italia il 25 giugno 2020 grazie a Koch Media, che lo distribuisce in DVD e BD. Anche questo intrigante, cerca (e trova) un modo per porsi sopra la media di svariati DTV recenti a cui ha preso parte Nicolas Cage. In realtà, Nicolino non ha uno screentime completo, appare nel prologo e poi direttamente a metà film, eppure la prima parte riesce ad essere paradossalmente (per chi, come me, scopre il film per la sua presenza) quella più vivace con un minimo di intrigo ed azione ad alimentare la catena di morte del titolo.
Ciò non toglie che dal suo ingresso, Nicolas Cage riesca a prendersi facilmente la scena a botte di azzeccati monologhi, con un quasi inaspettato atteggiamento sobrio e moderato ti convince della pericolosità di un personaggio che sul finale decide di passare ai fatti. Nota per l’albergo fatiscente, location idonea ad una resa dei conti tra fetenti. Settima collaborazione tra Cage e la Millennium Films nonché settima volta in carriera in cui l’attore interpreta un personaggio di nome John.
Di seguito il trailer internazionale di Running with the Devil:
© Riproduzione riservata