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Voto: 8/10 Titolo originale: 올드보이 , uscita: 21-11-2003. Budget: $3,000,000. Regista: Park Chan-wook.

Dossier | Oldboy di Park Chan-wook: il revenge thriller definitivo

08/04/2020 recensione film di William Maga

Nel 2003, Choi Min-Sik era lo straordinario protagonista di un'opera durissima capace di assimilare e fare propri Sofocle e i film di suspense americani, per un risultato sconvolgente

oldboy film park 2003 Choi Min-sik Choi

La prima volta che si guarda Oldboy (Oldeuboi), liberissimo adattamento dell’omonimo manga scritto da Garon Tsuchiya e disegnato da Nobuaki Minegishi e secondo capitolo della ‘trilogia della vendetta’, difficilmente si può fare a meno di rimanere colpiti dal modo in cui il regista è riuscito ad assimilare diverse convenzioni di genere e a mescolarle con una serie di tecniche cinematografiche europee. Ulteriori visioni fanno invece riflettere sul particolare genere a cui farlo appartenere.

Chiaramente, la suspense che Park Chan-wook riesce brillantemente a creare rimanda al modo in cui Alfred Hitchcock riusciva sempre a mantenere sulle spine i suoi spettatori. D’altra parte, il sottotesto edipico che pervade l’opera è un riferimento diretto alla tragedia dell’Edipo Re di Sofocle, presentata per la prima volta nel 415 a.C. Siamo quindi davanti a un thriller iniettato di suspense con sfumature tragiche? Oppure la tragedia è un ingrediente necessario per tutti i thriller che fanno della suspense un elemento fondamentale? Seguono SPOILER.

Le due scene iniziali di Oldboy stabiliscono da subito l’atmosfera generale del mistero che dovrà essere risolto. La prima, che rende anche omaggio alla Nouvelle Vague francese per quanto riguarda lo stile di montaggio, presenta l’ebbro protagonista Oh Dae-su (Choi Min-Sik) – ci viene detto che il suo nome significa “colui che va d’accordo con le persone” – in una angusta stazione di polizia. Osserviamo le diverse reazioni del personaggio al suo arresto mentre si ferma, grida, indossa le ali d’angelo che ha comprato per sua figlia come regalo di compleanno, viene colpito dai poliziotti, si toglie la maglietta e cade sul pavimento. Numerosi tagli di montaggio interrompono la continuità temporale e si potrebbe sostenere che servano come racconto soggettivo degli eventi attraverso la percezione distorta di Oh Dae-su causata dal consumo di alcol.

oldboy film park 2003 posterQuando l’uomo lascia la stazione (non scopriamo mai perché fosse lì), viene misteriosamente rapito e la scena successiva mostra la sua faccia vicino a una fessura nella parte inferiore del pavimento e un vassoio consegnato da qualcuno la cui faccia non viene rivelata, poiché la telecamera è posizionata all’altezza degli occhi del protagonista. Oh Dae-su è imprigionato in una stanza con un letto, una scrivania, una televisione e un piccolo gabinetto.

Il voice-over ci informa che ha trascorso quindici anni in completo isolamento, mentre le immagini presentano scene del suo lungo periodo di prigionia. Scopriamo così che Oh Dae-su è stato drogato ogni notte, gli sono stati tagliati i capelli e la sua stanza pulita mentre era sedato. La sua solitudine è stata sempre e solo interrotta dalla televisione, che è “sia un orologio che un calendario. È la tua scuola, la tua casa, la tua chiesa, la tua amica … e la tua amante”.

La voce fuori campo è accompagnata anche da momenti storici che compaiono sul suo schermo televisivo, condensando il tempo e riducendo una storia di quindici anni in immagini selezionate che durano pochi secondi.

A parte eventi di impatto globale, come la morte della principessa Diana nel 1997, l’attacco terroristico al World Trade Center nel 2001 e la Coppa del Mondo in Corea del Sud e Giappone nel 2002, le immagini si concentrano sul difficile percorso della Corea verso la democrazia. Oldboy è stato distribuito nel 2003, quindi Oh Dae-Su è stato catturato nel 1987, una data importante nella storia della Corea del Sud, in quanto era l’anno delle “prime elezioni dirette in 16 anni … quelle in cui il popolo coreano aveva riguadagnato il diritto scegliere il proprio presidente” (Lee Man-woo).

La scelta da parte del regista Park Chan-wook di riprodurre immagini della storia recente del suo paese, dall’incarcerazione del presidente Roh per corruzione nel 1996 e i problemi finanziari del 1998 e 1999, allo sforzo di Kim Dae-jung di attuare nuove politiche nel nuovo secolo e alla sua visita al presidente della Corea del Nord, Kim Jong Il, afferma il fragile equilibrio di un’intera società e spiega – almeno in parte – l’ascesa del genere thriller suspense e dei film polizieschi emersi negli anni ’90 in Corea del Sud.

L’incertezza, l’ansia e la paura hanno consumato i cittadini del paese e gli spettatori dei cinema erano più che disposti a provare suspense e persino brividi estremi attraverso i meccanismi voyeuristici del film, proprio come i cittadini americani del dopoguerra coltivavano un’affinità con il film noir sul finire degli anni ’40.

oldboy film park Choi Min-sik 2003Dopo quindici anni, Oh Dae-su viene rilasciato, senza una spiegazione. Gli viene fornito un telefono cellulare e del denaro e lasciato a se stesso. La storia di Oldboy parte dopo i primi sedici minuti del film, che servivano da prologo descrittivo dello status e della graduale trasformazione del protagonista, dal già disfunzionale ma stranamente divertente uomo di famiglia della prima scena, alla macchina di vendetta del restante minutaggio.

Oh Dae-su è determinato a trovare la persona che lo ha privato di quindici anni della sua vita. Trova un prezioso alleato e amante in una giovane chef di sushi, Mi-do (Gang Hye-Jung) e insieme cominciano a seguire gli indizi per arrivare alla soluzione del mistero.

La trama segue la narrativa tradizionale del genere thriller, in cui troviamo una vittima – in questo caso Oh Dae-su – torturata sia psicologicamente che fisicamente da una persona sconosciuta. Tuttavia, in contrasto con gli eroi hitchcockiani, sempre raffinati, sofisticati e sotto controllo, Oh Dae-su sembra aver perso gran parte della sua umanità durante la sua prigionia, che lo ha trasformato in un mostro, una persona insensibile consumata dalla rabbia e dai sentimenti di odio e crudeltà. A poco a poco, i pezzi del puzzle si sistemano e lo spettatore incontra il tormentatore di Oh Dae-su, Lee Woo-jin (Yoo Ji-Tae).

Quest’ultimo è un giovane milionario che ha avuto un rapporto incestuoso con sua sorella al liceo. Oh Dae-su, che frequentava la stessa scuola, aveva assistito al contatto dei due fratelli e aveva dato il là al pettegolezzo secondo cui Lee Soo-ah fosse incinta proprio del figlio di suo fratello, che aveva avuto conseguenze imprevedibili, poiché la ragazza – in preda alla vergogna estrema – si sarebbe suicidata per evitare l’umiliazione pubblica, lasciando suo fratello da solo ad affrontare la situazione e fare i conti con la sua perdita.

oldboy film park 2003Lee Woo-jin ha quindi costruito un piano subdolo per vendicarsi della persona che riteneva avesse distrutto la sua vita. Pazientemente ma metodicamente, ha aspettato quindi il momento giusto per spogliare Oh Dae-su di tutto e di tutti quelli che avesse mai a cuore.

Lee Woo-jin ha ucciso sua moglie, il suo migliore amico, e ha cresciuto la sua giovane figlia dall’età di tre anni per completare il suo schema diabolico: fare in modo che Oh Dae-su provasse lo stesso sentimento scellerato che aveva scatenato, rendendo la sua punizione adeguata al crimine commesso.

Mi-do non è soltanto una giovane donna che si è innamorata di un uomo più anziano; è infatti la figlia di Oh Dae-su. Nel momento in cui Oh Dae-Su si rende conto di avere avuto una relazione sessuale con sua figlia, ri-assume il suo ruolo paterno e la prima cosa che gli chiede è se sua figlia sia a conoscenza della sua vera identità. Anche se è stato accusato da Lee Woo-jin di non aver mai protetto le donne in vita sua, ora chiede perdono mentre si rende conto di avere ancora la possibilità di fare ammenda.

Nell’Edipo Re di Sofocle, quando Edipo scopre di aver inconsapevolmente ucciso suo padre, Laio, e di aver poi sposato sua madre Giocasta, adempiendo un’antica profezia, usa gli spilli d’oro di sua moglie / madre per trafiggersi gli occhi. Allo stesso modo, Oh Dae-su cade in ginocchio, prende un paio di forbici e si taglia la lingua, rafforzando le parole di Lee Woo-sin:

Per colpa della tua lingua mia sorella è rimasta incinta. Non è stato il cazzo di Woo-jin … ma la lingua di Dae-su.

Dopo la grande rivelazione e la conseguente fine della sua ‘missione’, Lee Woo-sin si suicida. Un gesto che, insieme alla mutilazione simbolica di Oh Dae-Su, porta alla catarsi. Tuttavia, i titoli di coda di Oldboy non fanno la loro comparsa anticipata, poiché Park Chan-wook opta per un finale più ambiguo. Nell’ultima scena, Oh Dae-su si ritrova infatti in un luogo non identificato, tra le montagne innevate, e con l’aiuto di una donna esperta di ipnosi cerca di cancellare gli insopportabili ricordi dell’incesto. Il guaritore gli chiede di tornare con la mente nell’appartamento di Lee Woo-jin e di dividersi in due persone diverse quando sente il suono di una campanella che lei tiene in mano.

oldboy film parkIn effetti, gli spettatori ora vedono due diversi Oh Dae-su: quello che non ricorda e il mostro che mantiene il segreto. Nell’ultima scena in montagna, Mi-do trova suo padre sulla neve e lo abbraccia, dicendo: “Ti amo Oh Dae-su.” Gli spettatori sanno che Mi-do non è a conoscenza del segreto e la sua presenza lì può essere facilmente spiegata dal fatto che si è presa cura di Oh Dae-su anche quando era uno sconosciuto. Tuttavia, l’uomo è ancora una volta inconsapevole della vera identità della giovane donna.

Il suo sorriso e le sue lacrime significano una riunione di tipo sessuale? Oppure, la sua espressione simboleggia una comprensione più profonda del vero legame che li unisce? La domanda rimane senza risposta e il finale aperto di Oldboy può essere interpretato in base alle credenze, al background e ai desideri di ogni spettatore.

Oldboy è un moderno revenge thriller che però contiene tutti gli “ingredienti” narrativi tradizionali, poiché la trama ruota attorno a una vittima alla ricerca della verità. Tuttavia, Oh Dae-su non è una vittima innocente. Non è il gentile ma curioso L. B. Jeffries di La Finestra sul cortile (1954), né l’onesto Dott. Richard Kimble di Il fuggitivo (1993). È un uomo che beve troppo, parla più di quanto dovrebbe e non sembra preoccuparsi abbastanza della proprio famiglia. Park Chan-wook adotto lo split screen nella scena del confronto che unisce la metà del viso di Lee Woo-jin con quella di Oh Dae-Su, indicando apertamente che la vittima e il carnefice condividono molte più cose di quanto vorremmo.

oldboy film park 2003 Choi Min-sikTuttavia, non si vuole implicare che Oh Dae-su meriti la sua punizione. Al contrario, i suoi difetti dimostrano semplicemente che, a differenza della maggior parte dei thriller di Hollywood, che preferiscono che i loro eroi siano esseri umani impeccabili, le produzioni asiatiche ed europee si avvicinano al genere con maggior attenzione al naturalismo (per quanto riguarda la caratterizzazione), e accettano un “eroe” imperfetto con cui il pubblico possa identificarsi più facilmente, poiché le imperfezioni fanno parte degli esseri umani, persino gli eroi del cinema.

Ciò che Park Chan-wook riesce ad ottenere con il suo brillante uso delle tipiche tecniche di suspense americane (una narrazione che funziona attraverso l’indugio e coi movimenti della telecamera che intensificano la partecipazione del pubblico) va oltre la semplice instillazione della paura nel pubblico. Oldboy costituisce una tragedia moderna, un thriller psicologico fedele alla maggior parte delle convenzioni di genere e che allo stesso tempo allarga i confini del genere incorporando nuovi elementi narrativi, come il finale aperto e l’eroe disfunzionale, al fine di sottolineare le turbolente circostanze sociali in cui il il film stesso è inserito.

Infine, Oldboy conferma che il genere, oltre ad essere “un fenomeno multidimensionale”, è anche un fenomeno multinazionale, prodotto, condiviso e compreso in ogni parte del mondo.

Di seguito la scena finale di Oldboy:

Fonte: OS