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Titolo originale: The Cabin in the Woods , uscita: 12-04-2012. Budget: $30,000,000. Regista: Drew Goddard.

Dossier: Quella casa nel bosco di Drew Goddard, sovvertire il genere horror senza preavviso

05/05/2020 recensione film di William Maga

Nel 2012, Chris Hemsworth era tra i protagonisti di un'imprevedibile e sagace satira sul mondo delle produzioni americane, che non risparmia frecciate anche agli spettatori

La puttana (Anna Hutchison), lo studioso (Jesse Williams), il buffone (Frank Kranz), l’atleta (Chris Hemsworth), la vergine (Kristen Connolly), una baita abbandonata e un sinistro presagio, Quella casa nel bosco (The Cabin in The Woods) del 2012 fornisce al pubblico tutti gli ingredienti giusti per cucinare il ‘perfetto’ film horror. Lo sceneggiatore e produttore Joss Whedon (Buffy l’ammazzavampiri, Firefly) e il co-sceneggiatore e regista esordiente Drew Goddard raccolgono la torcia postmoderna della saga di Scream e mettono a nudo i pilastri stessi del genere.

I molteplici strati e le trame del film sono strettamente intrecciati nella storia e negli stereotipi della tradizione cinematografica del terrore e sono presentati qui come se fossero un inventario, o piuttosto un puzzle, in cui non importa come gli spettatori sistemino i pezzi, il risultato sempre soddisferà le aspettative.

Quella casa nel bosco film locandinaLe allusioni autocoscienti e autoreferenziali di Quella casa nel bosco non sono solo semplici dispositivi ‘dormienti’ alla base della trama, il film è in realtà una fisicizzazione della teoria della metafiction. Questa produzione da 30 milioni di dollari di budget è stata sia elogiata che etichettata come altrettanto parco di ‘spaventi’. Tuttavia, la natura del film suggerisce che l’orrore si nasconde sotto la capricciosa struttura a cornice ed è proprio quest’ultima a costituire l’elemento chiave che ne trasporta il messaggio.

Quella casa nel bosco mostra una costruzione artificiale dei classici cliché di questo tipo di lungometraggi. Questi stereotipi sono introdotti attraverso commenti ironici, ma inconsci, da parte dei personaggi. La rappresentazione di ciascuno dei cinque amici archetipici viene continuamente messa alla prova e allo stesso tempo costretta a rispettare l’ambito della configurazione del canone slasher. Probabilmente uno dei migliori esempi che si prende gioco dell’artificialità della storia e funziona come dispositivo auto consapevole è il fatto che il gruppo di cinque amici cambia e adatta le proprie personalità alla formula dell’horror:

“E da quando Curt si mette a fare queste stronzate da maschio alfa? Voglio dire, è un grande sociologo”. Il ‘fattone’ Marty (Kranz) sperimenta una chiara agnizione e si rende conto che sono solo “burattini” nelle mani di un regista / sceneggiatore che – con ironia macabra – li trasforma in personaggi prestabiliti. Allo stesso modo, Jules (Hutchison) annuncia nei primi minuti di essersi tinta i capelli, fornendo così agli spettatori l’onnipresente ‘oca bionda’. A prima vista, questi cliché sembrano determinare il finale della storia, poiché secondo le convenzioni, è la “vergine” l’unica a cui è permesso sopravvivere.

Tuttavia, ciò che è interessante di Quella casa nel bosco è che i personaggi – quasi pirandelliani – si ribellano contro la loro condizione cinematografica di finzione, e il pubblico è perfettamente consapevole di questo fatto. Gary (Richard Jenkins) afferma che se i personaggi ignorano il modello prestabilito, “il sistema non funziona“, riferendosi chiaramente all’apparente impulso e alla necessità di includere i cosiddetti ruoli e schemi prefissati e ricorrenti in ogni singola produzione slasher. I confini tra realtà e finzione sono sfocati e ci viene presentato un crollo dei livelli diegetici. L’intero film è una chiara e intelligente allegoria alla metanarrazione speculare; la baita stessa è divisa in diversi livelli e l’intradiegetico è collegato al metadiegetico mediante un vero ascensore.

quella casa nel bosco cast filmLa metalessi si svolge proprio all’inizio del film. Quando finalmente i personaggi iniziano l’avventura, un uomo misterioso, provvisto di alcune apparecchiature di telecomunicazione, veglia su di loro mentre escono dal campus e dice: “Il nido è vuoto. Siamo puntuali.

Le implicazioni di questo intervento sono chiare, iDrew Goddard e Joss Whedon, a livello estradiegetico, affermano esplicitamente e apertamente che la storia di Quella casa nel bosco film non è altro che una storia all’interno di una storia, una caratteristica che viene completamente svelata pochi minuti dopo questa scena.

La padronanza del mezzo dei due filmmaker consente loro di andare un po’ oltre nella “metadecostruzione” delle basi del cinema horror. L’ultima, fantastica, estasi del caos in cui i personaggi del livello metadiegetico liberano di propria scelta lo stuolo di mostri e creature fantastiche – che sono in realtà gli epitomi della finzione horror – provoca lo scontro e l’implosione dei diversi livelli. Quindi, c’è una sovversione dei ruoli di potere all’interno di un film e i ‘burattinai’ diventano i burattini nella lotta tra personaggi, regia e spettatore.

Il pubblico è quindi al centro dei dispositivi piuttosto palesi che permeano una storia dominata da una critica latente contro tutto il mondo delle produzioni, del modo di girare e, soprattutto, della ricezione cinematografica hollywoodiana. Chi guarda viene direttamente chiamato in causa da uno dei controller degli oggetti di scena, il quale afferma a un certo punto di Quella casa nel bosco film che loro devono “mantenere il cliente soddisfatto“, sottintendendo così che siamo noi a cercare gli stereotipi prestabiliti che hanno reso tale un genere che ormai ha perso ogni slancio di innovazione .

Nella scena in cui un gruppo di scienziati e ingegneri scommette sul proseguimento della trama del film che verrà da lì a poco ‘girato’ a livello metadiegetico, l’audience viene raffigurata come un rabbioso scommettitore intrappolato nella banalità della finzione horror.

quella casa nel bosco cast film Amy Acker, Richard Jenkins e Bradley WhitfordInoltre, c’è una critica spietata contro l’incapacità del mercato dell’orrore americano di allontanarsi della strada strabattuta per tentare nuove forme di sperimentazione cinematografica. Ciò è chiaramente affermato nel contrasto tra la rappresentazione sarcastica dell’industria internazionale come “Zero morti. Un disastro totale!” e quello americano, col delirante Steve Hadley (Bradley Whitford) che dichiara ingenuamente che se “[vuoi] un prodotto buono, devi comprarne uno americano”.

Quella casa nel bosco è ricco di meccanismo autocoscienti e questa diversità fa di questo titolo un’opera che potrebbe rientrare in molte categorie di meta-cinema. Esiste un chiaro parallelismo con altri classici del genere come La Casa di Sam Raimi (1981). Similmente, la maggior parte delle scene sono impregnate di allusioni intertestuali che si possono trovare nei dettagli più inaspettati: possiamo persino intravedere lo Slenderman in uno dei dipinti appesi a un muro. I riferimenti alle riprese cinematografiche sono chiaramente integrati nella natura della storia che si svolge a livello intradiegetico e nella trasgressione ironica e definitiva dei livelli indica il fatto che il film è effettivamente metalettico.

Tuttavia, il punto di forza di Quella casa nel bosco che aumenta abilmente la complessità della storia e svela lo scopo ultimo dell’approccio ‘meta’ di Drew Goddard e Joss Whedon è il modo in cui i due riescono a trascinare gli spettatori dentro la trama stessa. Il pubblico non solo diventa il bersaglio della dura critica sardonica contro il massimo “godimento a scapito della qualità”, ma anche noi diventiamo personaggi della storia, migliorando così l’efficacia della denuncia. La gigantesca mano che emerge in modo onnipotente dalle viscere della terra alla fine ed è diretta verso la cinepresa, non è semplicemente la mano degli “Antichi”, ma è senza dubbio la mano di un pubblico le cui aspettative sono state frustrate dalla trasgressiva, ma sagace, finzione horror del lungometraggio appena gustato.

Di seguito la scena di Quella casa nel bosco in cui si scatena l’inferno sulla Terra: