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Voto: 8/10 Titolo originale: The Revenant , uscita: 25-12-2015. Budget: $135,000,000. Regista: Alejandro González Iñárritu.

Dossier | Revenant – Redivivo di Alejandro G. Iñárritu: la natura che sfida l’uomo

08/06/2020 recensione film di William Maga

Nel 2015, Leonardo DiCaprio e Tom Hardy erano i protagonisti di un film girato in condizioni estreme, faticoso e sfiancante

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Dopo l’Oscar – non senza polemiche – per Birdman nel 2014, il regista messicano Alejandro González Iñárritu tornava nel 2015 sulle scene con Revenant – Redivivo, un’opera che si presentava come un incrocio tra il cinema di Terrence Malick e quello Sam Peckinpah. Per quanto improbabile possa sembrare sulle prime tale accostamento, l’azzardo funziona – a volte con risultati sbalorditivi. E, in un anno in cui non meno di cinque titoli avevano scelto di affrontare la tematica dell’uomo contro la natura e la sopravvivenza (The Martian, Everest, In the Heart of the Sea e A spasso nel bosco), Revenant – Redivivo risultava di gran lunga il più brutale, stimolante e sorprendente.

locandina revenantRevenant – Redivivo è l’adattato dell’omonimo romanzo di Michael Punke del 2002 che a sua volta era il racconto fittizio della vita di frontiera del ‘leggendario’ Hugh Glass (un Leonardo DiCaprio che qui avrebbe vinto il suo primo agognato Academy Award), un uomo sopravvissuto al brutale assalto di un orso che, gravemente ferito, percorse più di 200 miglia in mezzo a territori ostili nel 1823 prima di trovare la salvezza. La sceneggiatura (scritta da Iñárritu stesso con Mark L. Smith), usando il materiale del libro, espande il travagliato viaggio del protagonista, sia fisico che emotivo, dandogli un figlio Pawnee, Hawk (Forrest Goodluck), e una ragione più tangibile per cercare vendetta contro gli uomini che lo hanno abbandinato, John Fitzgerald (Tom Hardy) e Jim Bridger (Will Poulter).

Revenant – Redivivo è a volte onirico, grazie allo splendido lavoro di Emmanuel Lubezki (anche lui vincitore non a caso dell’Oscar), che trasforma i gelidi e invernali paesaggi della storia in territori parimenti proibitivi e affascinanti. Il film è fitto di riprese che guardano verso il cielo attraverso gli alberi e ci sono numerose scene ‘estese’ che ci immergono in questi luoghi (sebbene i piani sequenza di Birdman siano lontani). Il confronto con Terrence Malick a cui si faceva riferimento non è casuale; il direttore della fotografia messicano è stato infatti collaboratore abituale del regista, a partire dal suo The New World del 2005.

Come sappiamo, le riprese di Revenant – Redivivo (che è costato 135 milioni di dollari) si sono svolte tra non poche difficoltà, specie perché il cast e la troupe hanno dovuto fare i conti con un Alejandro G. Iñárritu non disposto a scendere a compromessi, in stile James Cameron (solo Leonardo DiCaprio, che aveva partecipato alle riprese di Titanic, si è mostrato il meno meravigliato di tutti). Il film è stato infatti girato in esterni nella Columbia Britannica, usando la luce naturale del posto (nessuna ripresa ‘soft’ in un teatro di posa con CGI o simili). Il realismo che permea lo schermo filtra dallo schermo. L’impulso di indossare un cappotto e accovacciarsi sulla poltrona è quasi prepotente.

La parola inglese “revenat” si riferisce a un cadavere (ri)animato che torna dalla morte per perseguitare i vivi. È un titolo senz’altro adatto. Il personaggio cui fa riferimento, Hugh Glass, viene attaccato e quasi ucciso da un enorme orso mentre guida un piccolo gruppo di cacciatori in salvo dopo che una spedizione volta alla raccolta di pellicce cade in un’imboscata da parte della tribù degli Arikara.

Sebbene Glass riesca a uccidere il grizzly, gli altri membri della squadra ritengono che abbia subìto ferite mortali nello scontro. Il comandante, Andrew Henry (Domnhall Gleeson), decide di proseguire, ma lascia tre uomini indietro col compito di prendersi cura di Glass mentre tira gli ultimi respiri (e poi di seppellirlo una volta spirato). Sono il figlio mezzo Pawnee di Glass, Hawk; il giovane e impressionabile Jim Bridger; e il cinico John Fitzgerald.

revenant2Non molto tempo dopo la partenza della compagnia, Fitzgerald decide che la soluzione migliore per tutti sarebbe quella di porre fine alle sofferenze di Glass. Quando Hawk obietta, Fitzgerald lo trafigge a morte e seppellisce Glass vivo. Lui e Bridger se ne vanno, ma Glass è in grado di strisciare fuori dalla tomba, cauterizzare le ferite più gravi, sistemare una gamba rotta e iniziare il lungo viaggio verso la civiltà.

Questa odissea occupa circa la metà degli oltre 150 minuti complessivi di Revenant – Redivivo e permette a Leonardo DiCaprio di sfornare la performance più primordiale, sofferente e originale della sua carriera. Per un attore che si era guadagnato la reputazione di ‘idolo del botteghino’, non c’è nulla di attraente o di fisicamente allettante in questo ruolo.

In un film saturo di momenti angoscianti e scene memorabili, quello che più probabilmente disturba – e che è stato ampiamente citato – è quello dell’attacco del gigantesco mammifero carnivoro. Girato senza tagli, Revenant – Redivivo offre una visione molto realistica di ciò che può accadere quando un uomo si trova faccia a faccia con una mamma di orso infuriato che intende proteggere i suoi cuccioli. La scena è sanguinosa e intensa e lascia poco all’immaginazione di chi guarda.

Alejandro G. Iñárritu opta poi per un tono generale cupo. I revenge movie sono spesso alimentati dal testosterone e dalle aspettative sulla risoluzione finale. Nessuno di questi due aspetti è molto evidente qui. È un film più lento, più serio. Tecnicamente, Revenant – Redivivo è un western ma, come i titoli più recenti afferenti a quel genere, può essere considerato un “western revisionista”, in quanto elimina gli stereotipi tradizionali di “cowboy e indiani” a favore di interpretazioni più equilibrate e universali basate sulla natura umana. Cioè, alcuni dei nativi americani sono bellicosi e assetati di sangue, ma altri vanno in aiuto di Hugh Glass. Dall’altro lato della barricata, Henry è utile e amichevole, mentre Fitzgerald è il cattivo principale.

In definitiva, Revenant – Redivivo è un’esperienza – uno sguardo più viscerale e devastante su tema della ‘sopravvivenza apparentemente impossibile’ rispetto persino a The Martian di Ridley Scott. Forse la cosa più impressionante di questo film è quanto sia diverso da Birdman – indicazione di come Alejandro G. Iñárritu abbia deciso di continuare a mettere alla prova se stesso e i suoi attori. Non è un film per tutti – chiede qualcosa di più al suo pubblico rispetto al cinema hollywoodiano medio – ma per coloro a cui tali argomenti interessano, la visione, benché sofferta, sarà ampiamente appagante.

Di seguito il lungo documentario su Revenant – Redivivo, dal titolo ‘A world unseen‘: