Home » Cinema » Azione & Avventura » Dossier: The Mask di Chuck Russell (1994), è il momento di fare casino

Voto: 7.5/10 Titolo originale: The Mask , uscita: 29-07-1994. Budget: $23,000,000. Regista: Chuck Russell.

Dossier: The Mask di Chuck Russell (1994), è il momento di fare casino

26/05/2023 recensione film di William Maga

Jim Carrey e Cameron Diaz sono al centro di un cinecomic bizzarro e irripetibile, che snatura il fumetto originale per un pubblico adulto donandogli una freschezza insospettabile

the mask 1994 film carrey

Chi era bambino o para-adolescente nei primi anni ’90 forse conserverà tra i ricordi più cari la visione al cinema di The Mask – Da zero a mito. Probabilmente, fu una folgorazione (e non solo – almeno per i maschietti – per la presenza di Cameron Diaz). Jim Carrey era all’apice delle sue capacità e i cartoni animati sui supereroi impazzavano in TV, quindi la sua interpretazione colpì facilmente l’immaginazione dei più giovani. Questo dinamico duo era una coppia potente sullo schermo.

The Mask era anni luce avanti rispetto al suo tempo nel 1994, soprattutto se si guarda allo stato attuale del cinema hollywoodiano. Solo negli ultimi quindici anni o giù di lì i cinecomic hanno conquistato il botteghino, ma qui abbiamo la trasposizione 0dal vivo’ di un fumetto underground che ebbe grande successo di critica e pubblico che è uscita da quasi 30 anni.

Per questo motivo rivedere The Mask oggi serve a ‘testare’ se le sue qualità hanno retto bene al passare del tempo. Ed essendo essenzialmente una commedia, prevede poi l’ulteriore sfida di un umorismo potenzialmente datato da superare.

TheMask-Dazeroamito.jpg

Come probabilmente orami saprete, il film è basato su un fumetto della Dark Horse creato nel 1989 da John Arcudi e Doug Mahnke destinato a un pubblico adulto e il personaggio del titolo è – in pratica – un surrogato di Deadpool. È infatti un assassino psicopatico, alimentato dal dark humor, dall’ultra-violenza e da un fattore di guarigione estremo, e in più rompeva la terza parete già molto prima che il ‘mercenario chiacchierone’ prendesse forma.

Curiosamente, Jim Carrey era apparso nel 1988 in un film della saga dell’Ispettore Callaghan intitolato Scommessa con la morte (in originale ‘The Dead Pool’) ed è oltretutto noto per le sue imitazioni di questo personaggio, che riprende anche in The Mask.

In ogni caso, ci sono voluti anni di dedizione da parte di Ryan Reynolds per portare finalmente Deadpool sul grande schermo nel 2017, ottenendo all’epoca pochissimo sostegno da parte dello studio.

Non erano disposti ad spingerlo, ma quando è diventato a sorpresa il film R Rated dal maggiore incasso di sempre, ha dimostrato loro quanto si sbagliassero e come chiaramente non avessero la minima idea di quello che stavano facendo.

Il punto è che gli studios – e persino il pubblico – non sarebbero stati pronti per questo tipo di personaggio a metà degli anni ’90. Fu allora una mossa tanto avventata quanto saggia da parte di Chuck Russell quella di mettere da parte la violenza cruenta del fumetto e di accentuarne invece la malizia e la comicità cartoonesca. A ben vedere rimangono elementi oscuri che emergono qua e là in The Mask, ma sempre stando attenti a non renderli preminenti. Un risultato notevole, considerando che i precedenti progetti del regista erano stati horror come Russell erano film horror come Nightmare 3 – I guerrieri del sogno e Blob – Il fluido che uccide.

La sceneggiatura di The Mask è stata riscritta per Jim Carrey da Mike Werb e comprende numerosi riferimenti spiritosi alla cultura pop e alla vita reale del tempo. E Chuck Russell ha dichiarato che lo studio risparmiò molti dollari per gli effetti speciali perché il protagonista si mostrò così flessibile nella sua ‘comicità fisica’.

Jim Carrey girò di persona tutti i suoi incredibili balletti, cantò con la sua voce e imparò persino a parlare con le protesi dentarie giganti che indossava, il che ovviamente rese necessari meno interventi di ridoppiaggio in post-produzione. Gli effetti speciali, nominati all’Oscar, e in particolare il trucco utilizzato per creare The Mask dopo la sua trasformazione, sono sorprendenti e ancora oggi sono più belli che mai.

Anche la CGI utilizzata, con il suo stile assurdo e l’accurato texturing, è invecchiata molto bene. Per questo dobbiamo ringraziare i ragazzi della Industrial Light and Magic di George Lucas.

the mask film 1994Anche i costumi sono eccezionali: l’iconico zoot suit color giallo banana di Jim Carrey è stato modellato su quello che sua madre gli aveva fatto per i suoi primi spettacoli di cabaret. L’intero look del film, con il suo esagerato stile da cartone animato e da film-noir alla Dick Tracy, è azzeccato, fino all’aspetto lugubre di Edge City e del suo night club in stile Copacabana.

The Mask è forse l’unico film a cui ha preso parte Jim Carrey in cui tutti gli aspetti visivi si adattano alla sua performance dinamica, esagerata e slapstick, rendendolo ancora più carismatico. Anche la colonna sonora e le canzoni utilizzate sono fantastiche, il cui culmine è rappresentato dal divertente numero musicale “Cuban Pete”, in cui il protagonista seduce l’intero corpo di polizia, che si unisce a lui cantando e ballando in una ‘conga line’.

Un performance così straordinaria che quando il personaggio non è sullo schermo non si vede l’ora che ritorni, rendendo così palpabili le sue apparizioni e la sua ricomparsa nel finale. E poi la visione risulta ancora esilarante. Per chi se lo domandasse, The Mask è chiaramente ispirato al Joker, ma anche a un altro personaggio minore riconducile al mondo di Batman, Creeper.

Tuttavia, Jim Carrey lo fece suo grazie a molta improvvisazione, dichiarando che ciò che lo attirò al ruolo fu l’amore per i cartoni animati di Stanley Ipkiss, l’identità segreta della Maschera. In questo modo ebbe l’opportunità di emulare il Taz, Bugs Bunny e Pepé Le Pew nello stesso film.

Anche la storia narrata è più intelligente di quanto non appaia in superficie, con tematiche importanti sottotraccia. Ipkiss è un bravo ragazzo incredibilmente sfortunato, che si fa mettere i piedi in testa dalla gente e manca di fiducia in se stesso. La Mashera finisce per correggere questi ‘errori’ nella sua vita e gli dà l’incoraggiamento di cui ha bisogno per indirizzarla nella giusta direzione, che si tratti di tenere testa al suo capo autoritario o di provarci con la donna dei suoi sogni.

Cameron Diaz in The Mask (1994)È anche commovente che il personaggio di Cameron Diaz, Tina, finisca per innamorarsi dell’identità segreta e non dell’eroe, una cosa che Lois Lane non potrà mai affermare. È un messaggio semplice e piacevole, che ci dice che se sei un bravo ragazzo e hai fiducia in te stesso, non c’è limite a ciò che puoi ottenere.

Si potrebbe poi affermare che The Mask sia una metafora sull’uso e l’utilità delle droghe

È comunque assurdo considerare che questo fu solamente il secondo film da protagonista per Jim Carrey dopo Ace Ventura, uscito anch’esso all’inizio del 1994. Anche Cameron Diaz se la cava bene, considerando che si trattava del suo debutto assoluto come attrice e che fino a quel momento aveva fatto solo la modella; un ruolo che la rese una star immediatamente.

Tha Mask incassò 351 milioni di dollari a fronte di un budget di appena 23 milioni, diventando il secondo film tratto da un fumetto di maggior incasso all’epoca dopo il Batman di Tim Burton. Ed è rimasto anche il più redditizio fino al 2019, quando è stato definitivamente superato dal Joker di Todd Phillips. Ed è giusto così, vista la grande influenza del principe pagliaccio del crimine sul personaggio di The Mask.

Il film ha poi generato una serie televisiva animata, e un videogioco. Jim Carrey rifiutò l’offerta di tornare per un sequel, probabilmente la mossa giusta, ma questo non ha impedito alla New Line di realizzare comunque nel 2005 The Mask 2, con prevedibili – scarsissimi – risultati.

Forse, nel 2023, è però arrivato il momento di pensare a un reboot vietato ai minori che sia fedele al materiale di partenza, magari coinvolgendo un Jim Carrey più maturo e forse disposto a rimettersi in gioco.

Di seguito una clip di The Mask: