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Voto: 7/10 Titolo originale: Vanilla Sky , uscita: 14-12-2001. Budget: $68,000,000. Regista: Cameron Crowe.

Dossier | Vanilla Sky di Cameron Crowe: un incubo pop a occhi aperti

05/05/2020 recensione film di William Maga

Nel 2001, Tom Cruise, Penelope Cruz e Cameron Diaz erano i protagonisti del remake di Abre los ojos, libero rifacimento dai molteplici significati, più o meno visibili a un primo sguardo

Tom Cruise in Vanilla Sky (2001) film

Momenti memorabili: questa sembrava essere il grande talento di Cameron Crowe. Lloyd Dobler che alza un ghetto blaster sopra la testa in Non per soldi… ma per amore, o le scene del “Show me the money!” o “You had me at hello!” di Jerry Maguire, la reinterpretazione della canzone Tiny Dancer o l’incidente aereo in Quasi Famosi. Sembrava anche che il regista non potesse girare nulla di sbagliato sull’onda del successo di questi film, ma poi è arrivato un titolo che, invece di creare momenti memorabili, tutti sembrarono voler semplicemente dimenticare del tutto. Ci riferiamo a Vanilla Sky del 2001.

Forse in molti non lo ricordano, ma all’epoca moltissime persone lo accolsero nel modo sbagliato. Magari perché non era quello che si aspettavano dal team composto da Cameron Crowe e Tom Cruise (lontanissimo dal film del 1996)? Vanilla Sky è il primo film non originale firmato dal regista; il suo film precedente, Quasi Famosi, era semi-autobiografico, incentrato sui ricordi dei giorni come reporter per il Rolling Stone. Vanilla Sky è infatti il remake del lungometraggio spagnolo Abre Los Ojos di Alejandro Amenbar del 1997.

vanilla sky film 2001 locandinaNon è però un semplice rifacimento, aggiunge strati su strati all’originale, che resta così un film a sé stante. Sono entrambi così diversi che è superfluo sottoporli a un confronto. Alejandro Amenabar affermò:

Cameron ha tutto il mio rispetto e ammirazione. Rispetto, per aver individuato il significato più profondo dell’opera. Ammirazione, per aver cercato nuovi punti di vista e un nuovo approccio alla messa in scena, dando al film il suo tocco inconfondibile. Vanilla Sky è così fedele alla spirito originale quanto irriverente verso la sua forma, e questo lo rende un’opera coraggiosa e innovativa. Penso di poter dire che, per me, i progetti sono come due fratelli molto speciali. Hanno le stesse preoccupazioni, ma le loro personalità sono piuttosto diverse.

Uno degli elementi principali che condivide è il casting di Penelope Cruz, che riprende il suo ruolo da Obre los ojos. Tuttavia, prima di arrivare alla storia d’amore al centro di Vanilla Sky, che è l’aspetto più crowesco del film, si inizia con qualcosa di completamente opposto. Il film si apre in un incubo.

Le prime immagini sono riprese a volo d’uccello su Manhattan, che guardano dall’alto in basso i grattacieli e Central Park. Il direttore della fotografia John Toll ricorre a questa scelta distintiva e di larga scala per informarci di una caratteristica importante del personaggio principale, David Aames, ossia la paura delle altezze. Da queste riprese aeree, ci dirigiamo verso il Dakota Building, famoso per esser stata la casa di John Lennon e per essere l’edificio davanti al quale il musicista venne assassinato da Mark Chapman nel 1981. Questo fa a formare un ‘sostegno’ al film, poiché i titoli di coda si aprono con Paul McCartney che canta la sua canzone ispirata proprio al titolo del film. Ci sono molti momenti di sincronicità che attraversano Vanilla Sky, e talvolta non si può essere sicuri se siano stati previsti o felici incidenti. Non è una critica, sia chiari, è un aspetto del fatto che ci sono così tanti elementi pieni di significato in esso.

La prima frase che sentiamo è il titolo originale, “Abre los ojos”, pronunciata dalla voce di Penelope Cruz, che poi si trasforma nella voce di Cameron Diaz che dice “Apri gli occhi”. Le note di Everything In Its Right Place dei Radiohead risuonano e tutto sembra essere normale. Siamo in un film di Tom Cruise, in cui lui ha una vita da sogno e vive in un appartamento ultra elegante, e si sta dirigendo in centro con la sua splendida macchina. Ma c’è qualcosa che non va. Mentre si avvicina a Times Square, non c’è una persona per strada. È deserta.

Tom Cruise e Penélope Cruz in Vanilla Sky (2001)C’è da sorprendersi che queste scene non siano diventate completamente iconiche nell’immaginario collettivo. È un risultato eccezionale da ottenere, sbalorditivo e incredibilmente inquietante. Dovrebbe essere citata più spesso come una delle sequente più sensazionali degli ultimi 20 anni almeno. La corsa di Tom Cruise è già di per se un’immagine rappresentativa del moderno cinema americano, ma lo combini con una Times Square desolata e l’afflusso travolgente di cultura pop che lo circonda e avete una perfetta distillazione dei tempi.

È un uomo che sta annegando all’interno del mondo moderno? Un uomo assolutamente terrorizzato di essere solo? Qualunque siano le paure metaforiche che alimentano questo incubo, resta un’apertura memorabile, e i problemi per questo personaggio sono supportati da estratti di quella che crediamo essere una sessione di terapia con uno psicologo.

Cameron Crowe ha definito Vanilla Sky “Un film di indizi e allusioni, come la copertina di Sgt. Pepper dei Beatles, ogni volta che lo guardi vedi qualcosa di diverso.” Alcuni di questi indizi possono essere scovati durante la sequenza a Times Square e nei primi minuti. Un film mostrato nell’appartamento di David Aames è Sabrina con Audrey Hepburn, che recita un ruolo importante nelle caratteristiche del personaggio di Sofia Serrano, così come la rappresentazione in stile Nouvelle Vague della storia romantica che si vede nella seconda metà, citata nei poster di Jules e Jim e Fino all’ultimo respiro sui muri. La scenografa responsabile è Catherine Hardwicke, che avrebbe poi diretto Thirteen e Twilight.

L’immagine centrale su uno degli schermi video dietro Tom Cruise riproduce un episodio di Ai Confini della Realtà, intitolato Il teatro delle ombre – un episodio della seconda stagione della storica serie degli anni ’60, che parla di un uomo accusato di aver commesso un omicidio che è certissimo che il mondo che lo circonda sia il suo incubo ricorrente. Cerca di convincere chi sta per giustiziarlo che è così. Questo è probabilmente il primo suggerimento, o indizio, su quale direzione prenderà da lì Vanilla Sky. Altrimenti l’apertura del film sembra solo abbastanza tipica per un film di Cameron Crowe.

Tom Cruise in Vanilla Sky (2001)Il regista collabora nuovamente con Tom Cruise, che gioca davvero bene le carte del fascino e del denaro; ha tutti gli amici giusti, come indicato nella canzone di R.E.M che suona nella colonna sonora – anche Steven Spielberg si presenta in un cameo alla sua festa di compleanno (Cameron Crowe in seguito ha restituito il favore apparendo come un pendolare che legge un giornale in Minority Report). Scambia una battuta con Cameron Diaz e il suo migliore amico (Jason Lee) e poi incontra la ragazza che fa ‘fermare’ tutto quanto.

È un amore istantaneo, splendente e magico come una grande canzone pop. C’è un tipico dialogo di Cameron Crowe sulla vita che è un mix di dolce e aspro. Questa volta, tuttavia, l’accento ricade con maggiore attenzione sul secondo aspetto.

Ci vogliono solo dieci velocissimi minuti per togliere la prima certezza da sotto i piedi del pubblico. La conversazione che sembrava essere stata una sessione di terapia si sta in realtà svolgendo dentro una cella in cui Kurt Russell sta interrogando Tom Cruise, che ora sfoggia una maschera bianca sul volto e viene accusato di omicidio.

È quella stessa maschera che gioca un ruolo importante nel definire il tono di Vanilla Sky nel suo insieme. Dopo i primi 40 minuti, prende il sopravvento. Al munto 40 risuona una traccia scritta da Nancy Wilson, interpretata da Cameron Diaz, e attribuita al suo personaggio Julie Gianni. Si intitola I Fall Apart, e da questo momento il film esce dai binari convenzionali ed esplode in un’altra direzione, proprio come l’auto che la bionda attrice sta guidando con Tom Cruise a bordo sbanda e da un ponte finisce dritta contro un muro. È un’inquietante immagine statica, ripresa a una distanza tale da dare il tempo di immaginarsi le orribili conseguenze di quell’incidente.

David Aames sopravvive, ma resta sfigurato e si nasconde dietro la maschera che abbiamo visto nel flashforward. Durante una scena che si svolge in un club, viene messa in risalto la sua evocativa qualità. L’uomo vaga per il locale, senza espressione, quasi come un fantasma. In effetti il ​​barista finge di non vederlo all’inizio, distogliendo lo sguardo mentre chiede un drink. Un momento che funziona benissimo, considerando che il pubblico è abituato a vedere Tom Cruise in faccia, col suo grande sorriso, che ora viene del tutto rimosso. Anche quando rimuove la maschera, quel viso è sfigurato. Questi sono i primi passi di Vanilla Sky nel territorio dell’horror puro.

Tom Cruise e Cameron Diaz in Vanilla Sky (2001)La scena del club anticipa il grande colpo di scena dell’intero film, che potrebbe non essere percepibile alla prima visione. Dopo la scena di cui sopra, Sofia scappa, lasciando David che crolla sul marciapiede, sconfitto. nell’aria risuona un altro indizio ‘lirico’, la melodia della canzona Sweetness Follows dei R.E.M. Quando arriva la mattina e David si risveglia per strada, ci sono molti indizi sottili che qualcosa non va.

Un graffio su un disco, il suono dell’ago che tocca il vinile, mentre sfumiamo dal nero. Una vibrazione di suoni strani e una tavolozza di colori insolita. L’indizio principale è il cielo, quasi psichedelico. Nelle visioni successive ci rendiamo conto che questo è il momento in cui David Aames ha scelto di iniziare il suo ‘sogno lucido’. Un prodotto di un’azienda che offre l’estensione dalla vita, un programma che ti fa sognare mentre sei congelato criogenicamente. Da questo momento in poi Vanilla Sky si svolge interamente nella testa del protagonista, e siamo risucchiati da un altro dei suoi incubi.

Anche sapendo dove si sta dirigendo nelle visioni casalinghe successive, la seconda metà del film rimane sempre straniante. I dialoghi suggeriscono ciò che sta accadendo con personaggi che dicono cose come “Abbiamo creato il nostro mondo insieme“. Ci sono scene di sesso montate nello stile della Nouvelle Vague con freeze-frame e stacchi netti, evidenziando l’amore di David per quei film visti nei suoi poster. Ma quando i misteri iniziano a svelarsi, lasciano parecchio perplessi. Sofia e Julie cambiano ruolo, senti la voce di qualcuno che esce dalla bocca dell’altra o un personaggio inizia a impersonare l’altro. Anche le linee temporali iniziano a incrociarsi, incrinando ulteriormente le certezze di chi guarda.

Tutto questo culmina in una scena di omicidio che è un trionfo del montaggio a tutti i livelli. In particolare l’editing del suono – il mix qui è fenomenale. Le canzoni che sono apparse nella colonna sonora si dissolvono sopra glitch, rumori radio, in particolare dal progetto Conet, i numeri vengono letti in un modo che ricorda Revolution Number 9 dei Beatles. Questi numeri rappresentano il paziente David Aames.

Man mano che il film raggiunge l’apice, diventa più difficile discutere di Vanilla Sky. La trama si adatta alla melodia di Good Vibrations dei Beach Boys, che funziona come ottimo contrappunto al momento, ma in qualche modo rende una delle canzoni pop più allegre di tutti i tempi qualcosa di veramente sinistro. La cosa davvero complessa è che Vanilla Sky è costruito in modo tale da poter significare più cose per le diverse persone che lo guardano. Cameron Crowe ha affermato nel commento audio che ci sono quattro principali interpretazioni del finale del suo film. Una di queste è alimentata da una tassa di circolazione che presenta una data senza senso – il 30 febbraio 2001 – che ha portato qualcuno a leggere il film nella sua interezza come un sogno di David Aames.

Tom Cruise e Noah Taylor in Vanilla Sky (2001)Vanilla Sky può avere significati molto personali per ciascuno. Sicuramente è strepitoso il modo in cui utilizza le nostre relazioni personali con la cultura pop per creare delle scene della nostra vita e gli aspetti che penetrano nei nostri sogni e finiscono per definirci. L’iconografia della nostra giovinezza finisce per inquadrare come vediamo il mondo e, soprattutto, per un film di Cameron Crowe, come ci innamoriamo. Una delle grandi domande che il regista ha ammesso di voler esplorare con questo film è stata “Cos’è l’amore in un mondo alimentato dalla cultura pop?”.

Sotto lo strato di stranezza, si tratta ancora di un film romantico formato da Cameron Crowe, anche parla di qualcuno che è morto più di cento anni fa e qualcuno che è criogenizzato. Una delle frasi più significative viene pronunciata da David Aames sul finale: “Le piccole cose … Niente è più grande, vero?“. E nel montaggio successivo che definisce la vita del protagonista, tutte quelle piccole cose rifulgono luminose: importanti copertine di album musicali, home video e altro ancora. È una sequenza da (ri)percorrere fotogramma per fotogramma se volete approfondire il film ed estrarne il significato ultimo, perché è pieno di piccole cose, indizi e momenti, e non c’è niente di più grande.

Riassumendo l’esperienza di Vanilla Sky, il regista vuole alludere all’enormità del suo focus, dicendoci che vede il film come “in parte una canzone pop, in parte favola, in parte poesia e in parte una conversazione a tarda notte impegnata in cui le grandi idee scorrono liberamente“. Non molti titoli di Hollywood hanno questa ambizione, unita a sentimenti molto personali nella sceneggiatura. Solo per questo, Vanilla Sky dovrebbe essere applaudito e ricordato.

Di seguito la scena finale di Vanilla Sky: