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Voto: 5/10 Titolo originale: アーヤと魔女 , uscita: 03-02-2021. Regista: Goro Miyazaki.

Earwig e la strega: la recensione del film animato in 3D CGI di Goro Miyazaki

21/07/2021 recensione film di Gioia Majuna

Il regista figlio d'arte torna sulle scene dopo 10 anni con l'adattamento del romanzo fantastico di Diana Wynne Jones, un progetto innovativo per lo Studio Ghibli ma poco riuscito

earwig e la strega film 2021

Earwig e la strega (Âya to majo) dello Studio Ghibli segna il loro 22° lungometraggio e il loro primo film d’animazione in 3D. Adattato dal romanzo del 2011 di Diana Wynne Jones (il secondo tratto dai suoi libri, dopo Il castello errante di Howl del 2004), vuole essere un’avventura fantastica in cui una precoce orfanella si ritrova adottata da un strega, Bella Yaga, e dal suo compagno, Mandragora. Il problema è che finisce proprio sul più bello, quando sembra appena iniziato, lasciando il pubblico con la sensazione di essere stato imbrogliato all’improvvisa comparsa dei titoli di coda.

Se questo fosse uno studio diverso dal Ghibli, tale irritazione sarebbe il massimo ‘disturbo’ in quanto il film, fino a quel momento, è piuttosto affascinante; ma non è un altro studio, è il leggendario Studio Ghibili ed Earwig e la strega è piuttosto lontano dalla presunta qualità media di uno dei loro tipici lavori.

Lasciata in un orfanotrofio da bambina, Earwig (doppiata in originale da da Kokoro Hirasawa), chiamata Erica dalla direttrice dell’istituto, cresce senza la minima idea che sua madre (doppiata da Sherina Munaf) sia una potente strega in fuga. Questa ignoranza tiene Erica al sicuro, e tiene a bada anche eventuali guai; beh, almeno guai dall’esterno, poiché Erica riesce a crearne molti di suo mentre manipola tutti nell’orfanotrofio in modo che lei possa fare ciò che vuole …

Earwig-e-la-Strega-film-poster-2021Tutto il suo divertimento viene rovinato, tuttavia, quando Bella Yaga (Shinobu Terajima) e Mandragora (Etsushi Toyokawa) arrivano e la scelgono come loro figlia adottiva, solamente per avere però un paio di mani in più per mescolare pozioni e creare incantesimi per i suoi vari clienti in città. Non più al centro dell’attenzione, Erica deve così ricominciare tutto da capo, imparando tutta la magia che può in modo da poter tornare a vivere una vita in cui lei ha il controllo di ogni cosa.

Innanzitutto, nel caso in cui foste curiosi del titolo, Earwig e la strega non ha alcun collegamento con il musical del 1998 di John Cameron Mitchell e Stephen Trask dal titolo Hedwig and the Angry Inch. C’è una canzone, “Don’t Disturb Me”, l’unica traccia che risuona in tutto il film e la cui connessione con Erica è spiegata attraverso la narrazione. Il nome “Earwig” è invece più strettamente legato alla sua stessa definizione inglese, “infastidire o tentare di influenzare con discorsi privati”.

È un riferimento a come Erica, o Earwig appunto, impara a ottenere ciò che vuole attraverso una manipolazione spesso sottile. Nella sua caratterizzazione, non è tanto che lei voglia sovrastare gli altri, come una forma di regalità da adorare, è che le piace fare ciò che vuole e, quindi, le piace ottenere ciò che vuole. Nelle poche scene che vediamo della ragazzina all’orfanotrofio, Erica dimostra come lo faccia attraverso conversazioni educate, disponibilità e consapevolezza degli altri, quindi c’è una chiara distinzione, con lei che non ha la minima intenzione di danneggiare gli altri per arrivare al risultato.

Questo aspetto è importante, poiché si impegnerà ben presto in un ‘tiro alla fune’ con Bella Yaga e Mandragora una volta che si trasferisce con loro. In questo, Earwig e la strega è coerente su tutta la linea nel presentare Erica come una giovane ragazza dotata, mantenendola allo stesso tempo in uno stato di disagio, che richiede una crescita attraverso diverse sfide. Questo è un punto fermo di altre storie del Ghibli, così come gli elementi magici che compongono il mondo in cui si muove la protagonista.

Senza aver letto il romanzo originario, non resta che esaminare il film scritto da Keiki Niwa (Quando c’era Marnie) ed Emi Gunji e diretto da Gorô Miyazaki (I racconti di Terramare) esclusivamente attraverso i meriti del figlio di Hayao che, purtroppo, non sono molti. Con una durata di 83 minuti, ci sono molte pagine da coprire, ma il risultato è incompleto come detto; dove Earwig e la strega si chiude è inaspettato, come se nel bel mezzo di una frase ci si interrompesse bruscamente.

Earwig and the Witch film 2020Non è quindi noto a chi scrive se quello che vediamo sia il finale originale del libro, con Diana Wynne Jones che aveva intenzione di tornare sulla storia per un seguito (l’autrice è scomparsa nel 2011), oppure se sia stato immaginato così per una scelta precisa dello Studio Ghibli, ma resta il fatto che è sia scoraggiante che frustrante. Senza entrare in zona spoiler, Earwig e la strega finisce all’incirca quando sta per iniziare il quarto atto di un’opera teatrale in quattro atti.

Erica è stata presentata, si è trasferita con Bella Yaga e Mandragora e si è ritagliata una nuova casa nel suo magico ambiente. Ha anche scoperto che i suoi nuovi genitori sono membri della band che ascoltava quando era ancora all’orfanotrofio.

Tranne per il fatto che questa parte non è minimamente esplorata dai personaggi e sembra rilevante solo per il pubblico. Forse sarebbe stato importante in una parte successiva della storia, ma, in caso contrario, è del tutto frustrante e non c’è una vera risoluzione dei conflitti né c’è una vera crescita personale di Erica, solo un ritorno allo status quo all’interno di un nuovo ambiente. Anche un film per bambini ha bisogno di offrire una sorta di risoluzione appagante se vuole raccontare un arco narrativo come si deve. Earwig e la strega, tuttavia, sembra contento di raccontare solamente una frazione di una storia e lasciare la soddisfazione all’immaginazione di ciascuno.

In ogni caso, bisogna menzionare anche l’animazione 3D. In un’intervista, Gorô Miyazaki ha spiegato che “ho sentito che non ci sarebbe stato futuro per lo Studio Ghibli se avessi semplicemente copiato ciò che avevano già fatto prima”. Ha senso che il regista volesse proporre una nuova personale visione, deviando dal percorso di disegno tradizionale a mano usato con successo per anni. C’è solo un problema: l’approccio a tre dimensioni adottato non fa nulla per migliorare un’esperienza che il 2D avrebbe potuto fare altrettanto bene (o meglio).

Earwig e la Strega film ghibli 2021Prendete il recente Lupin III: The First (la recensione). Usava l’animazione 3D per raccontare la sua storia e il suo utilizzo rendeva l’avventura il più vicino possibile a un racconto di Lupin in live action, almeno per come si potrebbe ottenere senza utilizzare effettivamente persone reali.

O ancora, Promare del 2019 (la recensione) ricorreva a un mix di animazione 2D e 3D in modo che le sequenze di combattimento dei mecha sembrassero fuoriuscire dallo schermo. Non abbiamo nulla di tutto questo in Earwig e la strega. Non un solo fotogramma creato richiedeva l’animazione 3D per raccontare meglio questa storia.

L’uso si uno stile di animazione all’avanguardia non è fondamentale per la maggior parte degli studi di animazione. La Illumination, la DreamsWorks o la Pearl ricorrono al 3D nei loro film ma, molto spesso, lo fanno per raccontare una storia he non può essere realizzata in live-action. Per Earwig e la strega, l’aspetto ceroso dell’animazione 3D e la rigidità perpetua rifuggono la natura fondamentale della realtà per qualcosa che dovrebbe essere meraviglioso ed è, purtroppo, banale e privo di ispirazione. Ci fosse a monte qualsiasi altro studio sarebbe triste, ma dal Ghibli sembra solo uno spreco di talento e potenziale.

Sebbene Earwig e la strega non sia dunque all’altezza della magnifica reputazione dello Studio Ghibli, non si può criticare Gorô Miyazaki per aver provato a spostare il tiro in questa direzione inesplorata. Non è che ci sia qualcosa di sbagliato nell’animazione disegnata a mano o che l’animazione 2D sia, in qualche modo, carente.

Soltanto ha senso che un grande studio di animazione sperimenti all’interno del suo campo da gioco. Rimanere fedeli alla tradizione può portare conforto agli spettatori, ma quello stesso conforto può trasformarsi in stanchezza creativa per gli artisti coinvolti. Se il Ghibli o anche Gorô Miyazaki decidessero di fare un altro film in 3D, non ci resta che sperare che la narrazione sarà più completa e lo stile più necessario al racconto della nuova fiaba.

Di seguito trovate il trailer doppiato in italiano di Earwig e la strega, nei nostri cinema dal 21 luglio: