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Voto: 6/10 Titolo originale: Equals , uscita: 15-07-2015. Budget: $16,000,000. Regista: Drake Doremus.

Equals: la recensione del film sci-fi diretto da Drake Doremus

07/11/2020 recensione film di William Maga

Kristen Stewart e Nicholas Hoult sono i protagonisti di una storia d'amore proibita in un futuro senza sentimenti, visivamente appagante ma ben poco acuta in termini sci-fi

hoult film equals 2015

Uno dei futuri più terrificanti che si possano contemplare è un mondo in cui l’immaginazione si è così drenata che la gente a dovuto cominciare a riciclare vecchie distopie. Ed è purtroppo quello che più o meno succede ​in Equals, storia d’amore fantascientifica ambientata in un universo che è sì visivamente abbagliante per simulare un’evocativa perfezione, ma in cui la premessa centrale è pericolosamente vetusta.

Kristen Stewart e Nicholas Hoult interpretano i Romeo e Giulietta di questo sventurato futuro, due ragazzi che riscoprono l’amore in un mondo in cui le emozioni sono state universalmente soppresse. Le loro glaciali interpretazioni, che scaturiscono dall’altrettanto algido ambiente tutt’intorno a loro, offrono l’attrattiva principale di un film costata 16 milioni di dollari che se la cava grazie ad uno stile visivo impressionante, ma che non aggiunge nulla di nuovo agli annali del futurismo da incubo.

Equals.jpgIl regista Drake Doremus è riuscito – coi suoi Like Crazy (2011) e Breathe In (2013), vincitori al Sundance – a costruirsi una reputazione di regista capace di raccontare con drammatica serietà le agonie delle storie d’amore moderne, ma il depresso e zelante Equals lo porta in territori meno battuti. Gli adepti della fantascienza – anche del ceppo più ‘filosofico’ recentemente riportato in auge da Ex Machina – probabilmente eviteranno in partenza la visione, mentre la mancanza di appeal mainstream data generalmente dal genere viene quasi compensata dall’insolita accoppiata formata dalla giovani star Kristen Stewart e Nicholas Hoult.

La vicenda si svolge nel futuro, qualche tempo dopo che lo sviluppo umano è stato radicalmente dirottato a seguito di una Grande Guerra – lo sappiamo grazie a una serie di trasmissioni a sfondo storico che sembrano essere costantemente convogliate lungo le strade e nei luoghi di lavoro di questa città, presumibilmente sotto il dictat del Ministero dello Spiegone.

In questa società, conosciuta come “il Collettivo”, tutti sono apparentemente intercambiabili, le identità personali sono ridotte ai minimi blandi termini dalla regolamentazione medica, gli individui vivono da soli e di giorno si muovono a grandi e con espressione facciale neutra per andare a lavorare vestiti in uniformi bianche immacolate. Ma gli avvertimenti ufficiali sugli schermi onnipresenti raccontano di una condizione chiamata SOS, o “Switched On Syndrome” (un acronimo interessante, vero?), in cui le emozioni, e soprattutto l’Amore, tornano a essere pienamente operative.

Questo è esattamente ciò che accade all’illustratore Silas (Hoult) e alla sua collega Nia (Stewart), una scrittrice. Dopo un approccio iniziale timida e cauto nel toccarsi ed abbracciarsi, come se stessero inventando con cautela il romanticismo, le cose si surriscaldano e i due pianificano un futuro insieme. Tuttavia, la situazione prende una brutta piega quando la sceneggiatura di Equals sceglie di rielaborare spudoratamente un colpo di scena shakespeariano molto familiare.

La storia originale, secondo i titoli di coda, è opera del regista, ma lo sceneggiatore Nathan Parker non è comunque minimamente in grado di bissare qui nessuna delle intriganti complessità che era riuscito a trasmettere nel suo brillante script per Moon. Fortunatamente, i due protagonisti controbilanciano la scarsità del materiale offerto dal copione con prove sottili e sfumate, spingendosi oltre le restrizioni intrinseche della premessa, con Kristen Stewart che in particolare riesce ad esaltare senza risultare fuori luogo la naturale fredda inespressività che spesso caratterizza le sue performance.

equals doremusCome detto, Equals è visivamente più che appagante, coi set designer Katie Byron e Tino Schaedler che fanno un uso imponente dell’architettura futuristica esistente davvero in certe zone del Giappone, mentre il direttore della fotografia John Guleserian ricorre a una tavolozza di colori ristretta dominata dal turchese freddo e temperato e dall’arancione caldo, coi suoi primi piani dei volti che massimizzano delicatamente le emozioni palesate attraverso piccole sfumature.

Eppure, è inevitabile guardano Equals provare una terribile sensazione déjà vu in questa visione di un futuro senza amore – echi di un futuro orribile che rimandano non solo al classico 1984 di George Orwell, ma anche al meno conosciuto romanzo degli anni ’20 Noi di Yevgeny Zamyatin.

Se i futuri immaginari di Andrew Niccol in Gattaca e In Time erano specificamente in sintonia con le ansie contemporanee sul controllo sociale e l’esclusione, Equals si limita meramente a rielaborare scenari sorti da specifiche ansie politiche del XX secolo. Potrebbe apparire al massimo come una decente storia d’amore proibita tratteggiata in un contesto insolito, ma all’interno del genere non è altro che una visione arcaica e distorta.

Di seguito il trailer italiano di Equals: