Esclusivo – Intervista a Jaume Balagueró: la stregoneria, la musica leggera italiana, i 15 anni di REC
27/10/2022 news di Redazione Il Cineocchio
A Sitges 55 abbiamo incontrato il regista spagnolo, parlando della sua passione per il genere e dei progetti futuri
Ospite come in quasi ogni edizione del Festival del cinema fantastico di Sitges, abbiamo avuto il piacere di sederci per quattro chiacchiere con Jaume Balagueró, quest’anno presente per presenziare all’anteprima della sua ultima fatica come regista, Venus (la recensione) e come ‘attore’ nel documentario [REC] Terror sin pausa.
Vedendo Venus, mi pare di ravvisare più di qualcosa in comune con opere come Le streghe di Salem di Rob Zombie, il Suspiria di Dario Argento – ma anche quello di Luca Guadagnino – e al cinema sopra le righe di Alex de la Iglesia (peraltro regista di Le streghe son tornate). Puoi parlarmi del tuo rapporto con la stregoneria e con l’immaginario che ne deriva?
Penso che l’approccio a questo universo di streghe si basi su ciò che ho guardato e letto nel tempo. Certamente ho visto tutti i film che citi, ma più che a Lords of Salem, ad esempio, mentre giravo Venus avevo in testa Rosemary’s Baby, a cui peraltro lo stesso Rob Zombie si è rifatto. L’edificio Venus ha molto in comune con quello di New York visto nel film di Roman Polanski, con le streghe nascoste che tramano qualcosa … Non è esattamente la stessa cosa, ma capisci le connessioni.
E ci sono leggende locali spagnole magari a cui hai guardato?
No, nessun racconto popolare di queste parti. Sono soltanto attratto dal mistero, dalla religione, dalla stregoneria.
Scorrendo la tua filmografia, praticamente tutti i tuoi film hanno al centro protagoniste femminili. Si tratta di una volontà ben precisa o è semplicemente un caso dettato dal copione?
Hai ragione. Non è una cosa premeditata … Non so perché, ma i personaggi femminili mi attraggono sempre di più di quelli maschili. Credo abbiano una maggiore complessità e una forza latente, atavica, superiore a quella dell’uomo. Pensa solo alla maternità, c’è una furia dietro, incredibile, unica.
In Venus mi ha sorpreso sentire addirittura due canzoni italiane … Mi dici di più di questa scelta?
Volevo inserire due pezzi totalmente scollegati dalle atmosfere tetre e orrorifiche del resto del film. Così ho pensato a Nessuno di Mina e a Musica Leggerissima di Colapesce e Dimartino, perché volevo dare un contrappunto simpatico a quelle particolari scene in cui le ho usate. Momenti di relax, di distensione. Esiste anche una versione spagnola di Musica Leggerissima, cantata da Ana Mena, ma quella originale mi ha ossessionato fin dal primo ascolto!
Quindi sei un ascoltatore della musica italiana?
Diciamo che ascolto molta musica, ma quella italiana l’ho sempre ascoltata con piacere. Da piccolo adoravo Adriano Celentano. Ora mi piacciono molto i Maneskin, li ho scoperti all’Eurovision Song Contest e sono molto bravi.
Tu sei qui a Sitges anche per festeggiare i 15 anni dall’uscita di REC, un film senza dubbio importantissimo per te
Si, non abbiamo mai smesso di parlarne in tutto questo tempo. Sempre mi fanno domande su REC. Si è rivelato un film epocale per la mia carriera, e anche per la mia vita. Ha cambiato tutto per me e per Paco Plaza.
Pensi che, oggi, sarebbe possibile girare un film come REC in quello stesso modo?
Apparentemente no, ma come ho detto anche recentemente a Paco Plaza, in un paio di anni potremmo pensare in effetti di girare il quinto capitolo. Si tratta di una saga che si è evoluta nel tempo come stile e tono, ma col quinto film credo che potremmo tornare alle origini … ma andando oltre!
Nei tuoi oltre 20 anni di carriera hai lavorato soprattutto nei vari sottogeneri dell’horror. Hai mai pensato di dedicarti a un progetto di genere totalmente differente, come una commedia o una storia romantica?
Mah, guarda … Generalmente la mia mente è sempre al lavoro su progetti tipicamente ‘di genere’, ma non mi precludo alcuna possibilità. In fondo a me interessa la bontà di una storia, non tanto il genere in cui rientra. Quindi, se capitasse, non lo scarterei a priori.
C’è un progetto nel cassetto che sogni di poter realizzare un giorno, ma che al momento – magari per motivi di budget – non sei ancora in grado di realizzare?
Ti dirò, vorrei tanto girare un film catastrofico, sulla fine del mondo. Non necessariamente un disaster movie hollywoodiano, pieno di grandi esplosioni e cose simili, ma prettamente sulla fine del mondo così come lo conosciamo, in termini umani. Non che io sia pessimista di natura, ma proprio mi interesserebbe esplorarne le conseguenze.
Di seguito trovate il teaser trailer spagnolo di Venus:
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