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Voto: 3.5/10 Titolo originale: Geostorm , uscita: 12-10-2017. Budget: $120,000,000. Regista: Dean Devlin.

Geostorm: la recensione del film catastrofico di Dean Devlin

27/02/2022 recensione film di William Maga

Gerard Butler e Ed Harris sono i protagonisti di un disaster movie che sceglie inspiegabilmente di non focalizzarsi sulla distruzione 'ignorante' secondo le regola del sottogenere, scegliendo sottotrame poco consone

geostorm film 2017

Quando il regista e sceneggiatore Dean Devlin (Bad Samaritan) ha deciso di chiamare il suo ultimo progetto Geostorm, ha stipulato simultaneamente un patto tacito con il suo potenziale pubblico. Ha infatti scelto un termine altisonante e di pura fantasia e, così facendo, ha promesso un film altisonante e di pura fantasia. Nessuno quindi sarebbe entrato nel cinema in cerca di approfondimenti sulla complessità della condizione umana, o anche solo di un commento sociale su come quella bomba a orologeria che è il cambiamento climatico in atto continua a ticchettare a causa di ‘contrattempi’ politici.

Non siamo davanti a Quarto potere o a Una scomoda verità, né c’è qualcuno che potrebbe mai aspettarsi qualcosa di simile. Tutte le parti coinvolte avrebbero tecnicamente dovuto comprendere i termini di questo tacito accordo, una proposta alla “Se la costruisci, loro verranno” in cui quel “lo” si riferisce a niente di meno che a una catastrofica apocalisse naturale. Tutto ciò che Dean Devlin avrebbe dovuto fare era di scatenare sul pianeta una tempesta, ma non una tempesta normale: una tempesta di proporzioni ‘geografiche’. Per dirla in breve, aveva un unico vero compito.

Geostorm.jpgImmaginate, quindi, una versione ‘alternativa’ de Lo squalo in cui Richard Dreyfuss e compagni vengono informati dalle autorità che un pescecane gigante sta per devastare le loro tranquille coste. A quel punto gli uomini avrebbero trascorso la maggior parte del film facendo tutto ciò che era in loro potere per impedire l’arrivo della bestia e, sebbene Steven Spielberg avrebbe occasionalmente rivelato un frammento della sua pinna, avrebbero allontanano con successo ila minaccia prima che la sabbia delle spiagge si tingesse del rosso del sangue dei bagnanti.

Ebbene, Dean Devlin lascia sì trapelare una manciata di minuti della terribile potenza di Madre Gaia, bruciando Hong Kong qui e sommergendo Abu Dhabi là, ma attenzione: non c’è traccia di un ‘geostorm’ in piena regola in Geostorm. Ci è stata sostanzialmente venduta aria fritta.

Se il regista avesse deciso di dare ‘carta bianca’ al cataclisma (e conseguenti effetti speciali), gli spettatori forse avrebbero potuto anche essere disposti a sorvolare su aspetti secondari come la caratterizzazione monodimensionale dei personaggi, sulla trama risibile e sui dialoghi da prima elementare.

Invece non si guadagna nemmeno un decimo della buona volontà che ci vorrebbe per ‘farla franca’ con un protagonista del calibro di Jake Lawson (Gerard Butler). Padre single e dalla vita dura che non disegna la compagnia dell’alcol ed è disgustato dalle regole dei burocrati, è tratteggiato sullo stile del tipico “poliziotto al limite”, se non per il fatto che è un astronauta. Fatti da parte allora John Glenn, perché Jake è il soggetto più birichino che la Nasa abbia mai avuto tra le sue fila; non solo ha un’ombra di barba della misura perfettamente giusta in ogni momento, ma ha anche inventato una rete globale di satelliti dal nome in codice “Dutch Boy” che controlla artificialmente l’atmosfera della Terra e che ha fermato il riscaldamento globale. Tutto questo, che ci crediate o no, a un certo punto va storto.

Questo avrebbe potuto essere Geostorm. I computer meteorologici vanno in tilt, la Terra precipita in una immane tempesta mondiale in CGI, il nostro eroe si fionda nello spazio per bloccare sul nascere la fine dei tempi, tutti ritornano a casa felici. Invece Dean Devlin, la cui penna aveva già fermato l’Armageddon nel tremendo Independence Day: Resurgence, spreca il minutaggio a disposizione per mettere sullo schermo un miscuglio di nonsense che il pubblico non può fare a meno di risentirsi – tra le altre cose – per la mancata distruzione della Malesia da parte del potentissimo laser termico (una delle poche intuizioni interessanti dello script).

Ci sono molti affari in ballo con il fratello minore di Jake, Max (Jim Sturgess), che sia la relazione non esattamente serena tra i due o la sua storia d’amore segreta con una donna dei servizi segreti (Abbie Cornish). Nel senso più pragmatico del termine, la ‘funzione’ di Max è quella di collegare l’azione principale con una sottotrama che coinvolge una vasta cospirazione governativa guidata dal presidente Palma (Andy Garcia) o dal segretario di Stato Dekkom (Ed Harris). Metaforicamente, il ragazzo è un mero vestibolo spoglio che collega due stanze vuote.

geostorm filmIn quanto catalizzatore di sbadigli, Max è anche l’elemento più problematico in una sceneggiatura già tortuosamente vicina a sfondare il muro del ‘so bad it’s good’. Tra l’altro, se Dean Devlin non ha idea di come spendere dignitosamente i 120 milioni di dollari di budget che qualcuno gli ha avventatamente affidato per il suo disaster movie, avrebbe almeno potuto buttarla in vacca spingendo sugli aspetti più imbarazzanti, su tutti il gigantesco orologio verso fine del mondo.

Invece il regista spreca un’infinità di scene che segnano il tempo, dipanando la matassa di una trama di cui a nessuno potrebbe fregarne di meno mentre una bufera di neve istantanea si sta diffondendo in tutto l’Afghanistan come una gelida peste bubbonica.

La tempesta del millennio dovrebbe essere la protagonista, non un fugace spettacolo secondario sullo sfondo degli sforzi di Gerard Butler di incutere emotività all’azione. Dopotutto, il film si chiama Geostorm, non ‘Space Redemption’. All’interno del genere del disaster movie, la presenza eccessiva di tutto ciò che non è l’annientamento totale su larga scala di Rio de Janeiro semplicemente occupa metri di pellicola preziosi. Capito?

Di seguito trovate il trailer italiano di Geostorm:

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