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Voto: 7/10 Titolo originale: Greyhound , uscita: 09-07-2020. Budget: $50,300,000. Regista: Aaron Schneider.

Greyhound: Il nemico invisibile | La recensione del film di guerra con Tom Hanks (su AppleTv+)

20/07/2020 recensione film di William Maga

C'è Aaron Schneider alla regia dell'adattamento del romanzo The Good Shepherd del 1955, un war movie girato in modo atipico e dal messaggio più che mai attuale

Greyhound Il nemico invisibile film tom hanks

La perseveranza è la chiave della sopravvivenza. Non stiamo solo parlando di evoluzione, ma della volontà di respingere qualsiasi ostacolo messo sulla strada dall’uomo o dalla Natura. Nel caso di Greyhound: Il nemico invisibile del regista Aaron Schneider (The Funeral Party), che ha lavorato su una sceneggiatura del protagonista Tom Hanks (Salvate il soldato Ryan) che adatta il romanzo del 1955 The Good Shepherd scritto da Cecil Scott Forester, questo si traduce con la Sony Pictures che ha optato – vista la situazione di emergenza sanitaria imposta dal COVID-19 – per affidare il suo kolossal d’azione da 50 milioni di dollari ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale a AppleTV+ per la distribuzione in esclusiva. A mali estremi …

La perseveranza è anche il tema chiave del film, in cui l’attore premio Oscar interpreta il comandante di nave Ernest Krause, al timone di un cacciatorpediniere soprannominato “Greyhound”, che guida 37 navi alleate cariche di rifornimenti e uomini nelle prime fasi del coinvolgimento degli Stati Uniti nel secondo conflitto mondiale. Sebbene opera di finzione, Greyhound: Il nemico invisibile non risulta meno straziante per la decisione di mantenere saldamente la prospettiva fissa sul nuovo capitano, sebbene cinque U-Boat tedeschi inizino lentamente ad assediare il convoglio, rendendo l’ignoto terrificante per il pubblico quanto lo è per il comandante Krause.

Greyhound.jpgAbbiamo visto ormai così tanti war movies al cinema che è quasi ‘obbligatorio’ trovare un nuovo modo per attirare il pubblico. Un nome come Tom Hanks potrebbe servire allo scopo, ma basta? Ad esempio, il recente 1917 di Sam Mendes (la recensione) ricorre all’illusione di un unico piano sequenza, mentre The Outpost (2020) evoca il cinéma vérité per catturare al meglio La battaglia di Kamdesh. Ognuno di questi metodi ha contribuito a trasmettere il terrore dell’ignoto che affronta qualsiasi soldato in combattimento, quella paura crescente di non essere mai pienamente consapevole di dove possano venire le minacce.

Anziché utilizzare la presentazione in terza persona del libro originale di Cecil Scott Forester, Tom Hanks e Aaron Schenider optano per tre persistenti forme di ‘isolamento’ per generare e mantenere alta la tensione, creando un’esperienza che si intensifica quasi senza sosta durante l’intera durata di 91 minuti. Il metodo usato è, appunto, triplice: focus narrativo sul comandante Krause, ambientare tutta l’azione sul ponte della sua nave e avvantaggiarsi della sensazione di solitudine fornita dalla vastità dell’oceano stesso. Queste soluzioni sovrapposte contribuiscono ad accrescere la tensione narrativa fino a quando il pubblico non scopre che sta trattenendo un ‘respiro collettivo’, incerto se un’atmosfera di sicurezza tornerà mai.

Greyhound: Il nemico invisibile si svolge principalmente mentre il gruppo di navi americane viaggia in quella zona dell’Oceano Atlantico soprannominata ‘The Black Pit’, un posto dove non c’è alcuna copertura aerea. Se qualcosa va storto nel viaggio, quindi, solo il convoglio stesso può gestire il problema, il che significa che, da lì in poi, l’unica cosa tra i soldati e la morte sarà il capriccio della natura. Aggiungete all’equazione cinque U-Boat che possono viaggiare sott’acqua praticamente impercettibili, uno dei quali ‘provoca’ di tanto in tanto la nave di Krause, e la situazione si fa presto gravida di stress perpetuo. Il regista punta la cinepresa verso il mare, usando utili didascalie per identificare quali navi alleate sono in vista, ma non abbandoniamo mai realmente la Greyhound.

In tal modo, gli spettatori sono sostanzialmente ‘tagliati fuori’ dalle informazioni vitali al pari di Krause e del suo equipaggio. Le poche volte in cui la mdp lascia la postazione del Comandante, segue il flusso di dati delle richieste da una stazione sonar o il Charlie Cole di Stephen Graham, il secondo in comando.

Mantenere la mdp su Krause e l’equipaggio sul ponte della nave suscita lentamente un senso di claustrofobia, specialmente mentre il tempo scorre durante i cinque giorni senza supporto e aumentano gli attacchi ai vari membri del convoglio. Proprio quando una nuova crisi viene evitata o affrontata, un’altra sorge per prendere il suo posto, portando l’equipaggio totalmente al limite, e Krause anche oltre. Questo, ovviamente, ci porta al’interpretazione di Tom Hanks del personaggio principale. Tramite il flashback iniziale (e il trailer …), il pubblico viene informato che questa è la prima missione da Comandante per Krause e Tom Hanks si concentra nel riflettere continuamente un uomo che si interroga su tutte le ‘scelte senza scelta’ che deve fare durante la guerra.

Greyhound Il nemico invisibile film 2020L’attore 64enne ha dimostrato più volte di essere ‘affidabile’, in grado di incanalare col corpo le lotte interne di un personaggio con la stessa sicurezza di come riesca a comunicarle attraverso i dialoghi. Non dovrebbe sorprendere nessuno, pertanto, la capacità di restituire anche in Greyhound: Il nemico invisibile sia il peso di ogni perdita di vite umane, sia l’incredibile sollievo quando ogni scontro viene apparentemente vinto. È una performance così sommessa, spesso striata di note di totale disperazione, che lo spettatore non può fare a meno di immedesimarsi in lui e chiedersi, come Krause sembra peraltro fare da solo, se sia all’altezza del compito mentre la sfida marittima coi sommergibili nemici si intensifica.

Questa è una parte chiave del romanzo, che si traduce bene sullo schermo principalmente per merito di Tom Hanks, ma anche perché Aaron Schneider si concede momenti in cui risulta chiaro come i suoi uomini non siano per niente sicuri delle decisioni che sta prendendo. Eppure, proprio perché ogni scelta, ogni decisione, sembra pesare così tanto sull’anima di Krause, l’equipaggio e il pubblico alla fine comprendono.

Greyhound: Il nemico invisibile può contare su un cast di grandi dimensioni, con molti che rimangono per lo più nell’ombra, ma anche le parti più esigue hanno un impatto rilevante sull’insieme. Come l’addetto alle comunicazioni radio che segue Krause attraverso il cacciatorpediniere per aiutare a trasmettere informazioni, l’elettricista che non è in grado di far funzionare correttamente il sonar col freddo dell’inverno, il confidente Charlie, Elisabeth Shue (Ritorno al Futuro II) o lo chef interpretato da Rob Morgan (Il diritto di opporsi), che sembra essere l’unico a prendersi cura di Krause. Tom Hanks naturalmente spicca sul gruppo, ma ci sono molti ruoli minori che concorrono a comporre il grande arazzo di Greyhound: Il nemico invisibile, ognuno dei quali contribuisce alla posta emotiva di questo equipaggio immaginario all’interno di una guerra molto reale.

Greyhound Il nemico invisibile filmIl film potrà pur non esser stato distribuito per il 109° anniversario della formazione della Marina degli Stati Uniti, ma nondimeno è una celebrazione dei marinai che sfidarono – e sfidano ancora – i mari per difendere gli Stati Uniti. Sorprendentemente, Greyhound: Il nemico invisibile non è un prodotto nazionalista, ma globalista. Il comandante Krause è sì alla guida del convoglio, fungendone da ‘protettore’, ma nel gruppo ci sono anche navi di Canada e Gran Bretagna.

Il gruppetto diviene così il simbolo di ciò che accade quando un grande pericolo minaccia la sicurezza di tutto il mondo. Ci uniamo per risolvere il problema. Quando ci sentiamo deboli o incerti, come così spesso capita al protagonista, altri ci aiutano a colmare le lacune della nostra fiducia o a tirar fuori il meglio dalle truppe.

Sarebbe così facile per Hollywood dimenticare il contributo di altri paesi durante la seconda guerra mondiale e concentrarsi semplicemente su ciò che gli Stati Uniti hanno ottenuto in quel periodo, un conflitto in cui entrarono in ritardo perché impegnati a mettere l’America ‘al primo posto’. Accantonando questo slogan, ritornato di grande attualità ultimamente (e non solo negli USA), ricordando che tutti quanti siamo più forti quando lavoriamo in concerto con gli altri, possiamo realizzare anche ciò che sembra impossibile.

Nell’ambito di Greyhound: Il nemico invisibile, ciò si traduce nel sopravvivere a un prolungato scontro marittimo con un nemico la cui tecnologia avanzata offre un vantaggio superiore su un campo di battaglia spietato.

Un vero peccato non averlo potuto apprezzare in una sala cinematografica.

Di seguito il trailer internazionale (con sottotitoli italiani) di Greyhound: Il nemico invisibile, disponibile su AppleTv+ dal 10 luglio: