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Titolo originale: The Thing , uscita: 25-06-1982. Budget: $15,000,000. Regista: John Carpenter.

Guillermo del Toro: “Il finale di La Cosa di Carpenter riflette magnificamente il mio pensiero sull’umanità”

04/05/2018 news di Redazione Il Cineocchio

Il regista messicano ha parlato della sua visione del mondo, prendendo ad esempio il classico del 1982 per descrivere la vera essenza degli esseri umani

guillermo del toro bifff 2018

Se ci seguite, saprete ormai che all’ultima edizione del BIFFF di Bruxelles abbiamo sia incontrato faccia a faccia Guillermo del Toro (la nostra intervista esclusiva), ma abbiamo partecipato anche a una lunghissima masterclass tenuta dal regista messicano e moderata dai colleghi Fabrice du Welz (Calvaire) e Jonas Govaerts (Cub – Piccole prede), nel corso della quale si sono toccati moltissimi argomenti.

Così, dopo avervi estrapolato il momento in cui del Toro è ritornato su Mimic del 1997, una “esperienza che quasi mi uccise e che terminai solo grazie all’aiuto di Mira Sorvino e Quentin Tarantino” (il resoconto completo), oggi vogliamo soffermarci sulle dichiarazioni che hanno interessato La Cosa (The Thing) di John Carpenter.

Riallacciandosi a una precedente affermazione, in cui aveva sottolineato come in La Spina del Diavolo (El espinazo del diablo) del 2001 solo tutti i personaggi assieme costituissero una persona ‘intera’ o ‘completa’, Guillermo del Toro ha approfondito la sua visione della vita e dell’umanità:

La mia idea era di far capire come tutti quanti siamo incompleti fino a quando non stiamo insieme. Comprendo davvero l’imperfezione della natura umana, ma ritengo fortemente che l’unico modo in cui potremo sopravvivere come specie sia fare tabula rasa del passato. Non sopravviveremo se continueremo odiarci per tutte quelle differenti ragioni, non importa quanto queste siano ritenute importanti.

Alla fine di tutto, quando saranno rimaste soltanto un paio di persone sulla Terra – e prima o poi succederà – queste si renderanno conto, guardandosi, che non c’è mai stato un ‘loro’ e ‘noi’, ma solamente un ‘noi’. Una constatazione tragica, ma che prima ce ne renderemo conto, meglio sarà. Kim Morgan ha scritto un commento meraviglioso nel suo blog sul finale di La Cosa di John Carpenter, il più bello che abbia mai letto e che approvo completamente. In sostanza, ha scritto: “Alla fine del film, i due personaggi sono lì vicini nel gelo, e uno sa benissimo di essere sicuramente La Cosa, ma sa anche che è molto più spaventoso stare da solo.”

E’ un pensiero meraviglioso e molto umanistico. Questo è esattamente il modo in cui io percepisco il nostro ruolo di esseri umani. Ovviamente continueremo a essere dei bastardi e degli stupidi, ma a un certo momento comprenderemo che siamo tutti quanti allo stesso modo incasinati e capiremo che se la perfezione non è un obiettivo raggiungibile, l’imperfezione è invece per tutti quanti, quindi dovremo essere felici e imperfetti tutti insieme.

Di seguito la scena finale in originale di La Cosa:

Fonte: BIFFF