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Hollywood sfrutta l’anime per risparmiare? I creatori giapponesi si infuriano

23/06/2025 news di Stella Delmattino

I professionisti del settore non ci stanno

L’anime è oggi più popolare che mai a livello globale, ma non tutti i professionisti del settore sono entusiasti di come Hollywood stia cavalcando l’onda. Il malcontento è emerso apertamente durante un recente evento Machi Asobi in Giappone, dove Noritaka Kawaguchi, fondatore di CoMixWave Films e produttore dei film di Makoto Shinkai, ha commentato con tono critico la tendenza occidentale a trasformare qualsiasi franchise in una versione anime.

“Ci sono un po’ troppi titoli da controllare. Devo guardare gli anime giapponesi e leggere anche Shonen Jump.”

A fargli eco è stata Mie Onishi, responsabile delle operazioni estere dello studio, che ha rivelato l’irritazione crescente per il modo in cui l’anime viene trattato da molte realtà hollywoodiane:

star wars visions 2021“Per questo motivo non è una buona idea animare tutto. L’anime è solo un metodo, non un genere.”

Il fastidio nasce da una mentalità diffusa tra i dirigenti occidentali, che vedono nell’animazione giapponese un’alternativa low-cost ai blockbuster dal vivo. Onishi ha raccontato uno scambio diretto con un produttore statunitense:

“Mi ha detto: ‘Fare questo film in live-action costerebbe 20 miliardi di yen, quindi non potete farlo come anime?’ Mi fa davvero arrabbiare. Dietro a quella domanda c’è l’idea che l’anime sia economico. Ma non lo è, non in termini di lavoro, tempo o qualità.”

L’accusa è chiara: Hollywood tratta l’anime come un escamotage produttivo, ignorando la complessità e il valore artistico del mezzo. Eppure, l’ossessione occidentale continua. Dopo Star Wars: Visions su Disney+ e La guerra dei Rohirrim di Warner Bros., altri franchise sembrano pronti a passare per la via dell’animazione giapponese.

Se alcuni progetti sono nati da una sincera collaborazione, molti altri appaiono come operazioni “usa e getta”, pensate per capitalizzare il successo globale di Demon Slayer, Attack on Titan e simili.

I creatori, però, iniziano a spingere indietro, rivendicando la dignità di un linguaggio artistico che va ben oltre la logica del contenuto serializzato a basso costo.

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