Sci-Fi & Fantasy

Il ragazzo e l’airone: la recensione del 12° film animato di Hayao Miyazaki

Il maestro 82enne torna sulle scene con un'opera di non facile approccio, che mescola e rielabora tutte le sue esperienze pregresse per un'esperienza inaspettata

Alla vigilia della prima internazionale di Il ragazzo e l’airone (Kimi-tachi wa dō ikiru ka) tenutasi al recente Toronto International Film Festival 2023, tra la il pubblico serpeggiavano due grandi fonti di entusiasmo: questo è infatti il primo film di Hayao Miyazaki da Si alza il vento del 2013 (il nostro approfondimento), e si pensava inoltre che sarebbe stata l’ultimissima fatica per il maestro dell’animazione giapponese.

Quest’ultima affermazione parrebbe tuttavia errata, in quanto il giornalista della CBC Eli Glasner ha riportato su Twitter che il vicepresidente dello Studio Ghibli Junichi Nishioka ha già dichiarato che Hayao Miyazaki sarebbe al lavoro per pianificare un altro lungometraggio. È ormai celebre per “ritirarsi” poco prima di realizzare l’ennesimo capolavoro, e l’ottantaduenne filmmaker di Tokyo molto probabilmente continuerà a dirigere per il resto della sua vita, c’è poco da fare.

Nonostante quest’ultimo ‘mancato pensionamento’, è facile vedere Il ragazzo e l’airone come il tentativo di Hayao Miyazaki di mettere un punto alla sua carriera. Il suo precedente sforzo, Si alza il vento appunto, era stata un’opera inusuale e cupa, una riflessione simile a quella del recente Oppenheimer (la recensione), in cui si guardava indietro ai risultati di una vita e ci si ritrovava davanti all’orrore.

Il ragazzo e l’airone condivide con Si alza il vento l’ambientazione della Seconda Guerra Mondiale, ma ripropone i vibranti elementi fantasy che hanno definito le opere più amate del regista e si propone di trasmettere un messaggio più ottimistico per le generazioni future.

Per coloro che hanno visto e amato qualsiasi altro film di Hayao Miyazaki – e siamo onesti, questa frase è ridondante quando praticamente tutti coloro che hanno visto i suoi film li venerano – Il ragazzo e l’airone non ha certo bisogno di recensioni positive per spronarvi a vederlo al cinema quanto prima.

In Giappone non ha avuto nemmeno bisogno di trailer promozionali, con un solo poster usato durante tutta la campagna pubblicitaria (negli USA si è invece puntato su un trailer sorprendentemente, e volutamente, vago). Tutto quello che dovete sapere è che Il ragazzo e l’airone vi colpirà, anche se non è immediatamente adorabile come La città incantata o Kiki consegne a domicilio, e che probabilmente vorrete leggere qualche commento dopo i titoli di coda per capire meglio cosa diavolo avete appena visto.

La scena d’apertura di Il ragazzo e l’airone non assomiglia a nulla di quanto già realizzato da Hayao Miyazaki. Per quanto riguarda il soggetto, il paragone più vicino nella biblioteca dello Studio Ghibli è quello col devastante Una tomba per le lucciole di Isao Takahata.

Per quanto riguarda lo stile, è meno realistico e più fluidamente caotico, in un modo che porta l’espressionismo di La storia della Principessa Splendente ad elaborati estremi. Questo incipit è la ‘Guernica’ di Hayao Miyazaki, l’espressione più cruda e travolgente degli orrori della guerra e della tragedia della perdita di una madre.

Per evitare che il film diventi troppo orribile, Il ragazzo e l’airone non si sofferma comunque a lungo in questa ambientazione. Dopo la morte della mamma Hisako, il giovane protagonista Mahito Maki e suo padre Shoichi fuggono dai bombardamenti di Tokyo per rifugiarsi in una lussuosa tenuta in campagna.

Questa parte del film è come una versione più triste e angosciante de Il mio vicino Totoro, mentre Mahito esplora e si adatta a un nuovo ambiente, scoprendo gradualmente elementi magici nella natura corcostante. Alla fine Il ragazzo e l’airone si trasforma in qualcosa di più vicino ad una avventura in stile Alice nel paese delle meraviglie di La città incantata, con elementi magici ancora più liberi che ne Il castello errante di Howl cui si aggiunge l’ ‘esistenzialismo naturale’ di Principessa Mononoke.

Come tutti i migliori film di Miyazaki, anche Il ragazzo e l’airone – oltre che accompagnato dalla musiche del fido Joe Hisaishi – è zeppo di personaggi stravaganti di cui vorrete presto comprare un sacco di peluche. Amate le sue vecchiette? Qui ce ne sono ben sette, che sciamano l’una sull’altra intorno alla tenuta come una versione Ghibli dei Sette Nani (e non è l’unica immagine ispirata a Biancaneve a comparire nel film).

Adorate le sue creaturine? Aspettate di vedere i Warawara, inevitabilmente assimilabili ai Kodama. E se i vostri personaggi preferiti sono i mostri, allora amerete l’airone grigio del titolo, una bestiola dalla conformazione insolita (è davvero un airone o è un tizio dal grosso naso con un costume da airone?) che può essere maestosa, divertente o terrificante a seconda dell’umore. Per non parlare dei coloratissimi pappagallini …

In patria, Il ragazzo e l’airone è uscito col titolo E voi come vivrete?, dall’omonimo libro di parabole filosofiche per bambini del 1937 scritto da Genzaburo Yoshino. Il film di Hayao Miyazaki non ne è un adattamento fedele, anche se il libro stesso appare in una scena emozionante che sembra almeno semi-autobiografica. Dal punto di vista tematico, i collegamenti ci sono; da quello stilistico, non potrebbero essere più diversi.

E mentre il volume di Genzaburo Yoshino espone direttamente alcune ‘grandi idee’ ai bambini in modi che loro possano facilmente comprendere e a cui possano far riferimento, non è altrettanto certo di come si comporteranno gli spettatori più piccoli davanti a Il ragazzo e l’airone. Al di là delle preoccupazioni di base sulla violenza e sulle immagini spaventose che quasi certamente faranno guadagnare al film il VM 14, Hayao Miyazaki tenta infatti a malapena di spiegare qualcosa al di fuori di alcuni momenti chiave.

Ci sono così tanti strani colpi di scena, realtà ‘traballanti’ e complicate metafore da assorbire che è già abbastanza arduo da comprendere appieno alla prima visione da parte di un adulto, figuriamoci di un bambino, ma è anche vero che a volte i bambini riescono a capire le cose meglio degli adulti …

A parte tutto, Il ragazzo e l’airone parla – almeno in parte – dell’amore tra genitori e figli e di come questi legami possano trascendere lo spazio e il tempo. Questo tema si arricchisce poi ulteriormente della consapevolezza pubblica che Hayao Miyazaki è stato un padre spesso terribile per suo figlio Goro, e il culmine della storia qui narrata potrebbe essere visto come una domanda su ciò che è giusto che gli anziani chiedano alla generazione successiva.

Il cinema di Hayao Miyazakii da decenni ci racconta storie di persone, giovani o anziane – a volte entrambe – che provano a comprendere complessi e strani ‘ecosistemi umani e ambientali’. Le storie sono meno incentrate su un cattivo da sconfiggere e più sull’integrazione interna ed esterna. Trovare un barlume di comprensione che porti alla soddisfazione di sapere qual è il proprio posto.

Il ragazzo e l’airone è una celebrazione della creatività dello Studio Ghibli tutto, che non vede nulla da temere nell’idea che la sua eredità possa scomparire per sempre molto presto. E parla di uccelli. Anche se non è il canto del cigno di Hayao Miyazaki, questo film sa bene che gli uccelli sono creature speciali.

Di seguito trovate il teaser trailer internazionale di Il ragazzo e l’airone, nei cinema italiani l’1 gennaio 2024:

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Published by
William Maga