Voto: 5/10 Titolo originale: In the Lost Lands , uscita: 27-02-2025. Budget: $55,000,000. Regista: Paul W. S. Anderson.
In the Lost Lands: la recensione del film fanta-dark di Paul W.S. Anderson
21/04/2025 recensione film In the Lost Lands di Gioia Majuna
Milla Jovovich e Dave Bautista sono al centro di un delirio post-apocalittico tra heavy metal, steampunk e lupi mannari tratto liberamente da George R.R. Martin

Chiunque conosca Paul W.S. Anderson sa bene che il suo nome divide il pubblico: da una parte c’è chi lo considera un mestierante che realizza film traballanti tratti da videogiochi, dall’altra chi lo ritiene un formalista incompreso — forse addirittura un talento. Pochi registi possono contare su un culto di appassionati così fervente, specialmente nei circoli cinefili più attivi online.
Stabilire se meriti davvero questa fama è quasi impossibile, ma sarebbe altrettanto sciocco negare i suoi tic e le sue idiosincrasie: sono proprio questi elementi — al di là della qualità percepita — a segnare la presenza di un autore.
Il suo nuovo film, In the Lost Lands, non fa eccezione. Raccoglie molti degli stilemi andersoniani più riconoscibili e, come da tradizione, vede come protagonista la sua musa e compagna Milla Jovovich, figura centrale per il suo fandom. Tratto molto liberamente da un racconto di George R.R. Martin (non ambientato a Westeros), il film si presenta come un miscuglio di ossessioni visive, cliché narrativi e spudorati omaggi a opere ben più riuscite.
Il futuro post-apocalittico in cui si svolge la vicenda è dominato dalla Regina della Città sotto la Montagna (Amara Okereke), ossessionata da un unico desiderio: ottenere il potere di trasformarsi in un lupo mannaro (le motivazioni restano vaghe). A esaudire il suo desiderio viene chiamata la leggendaria strega Gray Alys (Jovovich), forse immortale e famosa per non aver mai negato un desiderio a nessuno. Per affrontare l’impresa, Alys recluta Boyce (Dave Bautista), cacciatore mercenario dal passato misterioso e armato di un fucile che spara un serpente a due teste.
A prescindere dal contesto narrativo, questo particolare è innegabilmente esaltante.
La missione li porta ad attraversare terre desolate alla ricerca di una pelle di lupo mannaro (o almeno così sembra). Lungo il cammino incontrano zombie, mutanti, zombie mutanti e fanatici religiosi. Il tutto viene servito in una zuppa visiva fatta di steampunk, heavy metal e fantasy medievale, più saporita di quanto ci si possa aspettare.
Non sembra affatto casuale che l’eroina di Milla nella saga di Resident Evil, diretta dallo stesso Anderson, si chiami Alice: In the Lost Lands appare spesso come un seguito post-post-apocalittico di quella saga. Ma è altrettanto evidente il debito con Mad Max: Fury Road, con l’aggiunta di elementi fantasy generici.
Tuttavia, Anderson non ha mai mancato di personalità visiva, e proprio questo distingue In the Lost Lands dai suoi modelli. Il film abbonda di composizioni simmetriche, rallenty spinti, pose iconiche della Jovovich e mostri digitali fuori di testa.
Chi guarda con occhio più critico — e meno indulgente — noterà immediatamente l’aspetto economico del progetto: fondali in green screen spesso sfocati, abuso di primi piani, e una fotografia tutta giocata su toni marroni e arancioni che rende il film simile a un pantano. Tuttavia, è sorprendente quanto l’universo messo in scena, pur con un budget chiaramente limitato, risulti coerente e (quasi) credibile.
Il fascino di tutto questo resta ovviamente soggettivo. Ma per chi conosce il regista e apprezza la sua visione — per gli “iniziati”, per così dire — In the Lost Lands potrebbe essere un piccolo cult in divenire.
Di seguito trovate il trailer internazionale di In The Lost Lands:
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