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Intervista esclusiva a Lloyd Kaufman: dai problemi della Troma al set di Rocky, passando per Roberto Rossellini

23/04/2018 news di Alessandro Gamma

Abbiamo incontrato al BIFFF 2018 il co-fondatore dell'irriverente studio cinematografico, rimasto ultimo baluardo del cinema indipendente americano, che ora sopravvive soltanto grazie ai fan

lloyd kaufman

Regista, attore, sceneggiatore, produttore, montatore, direttore della fotografia, compositore e scrittore, il 72enne Lloyd Kaufman è probabilmente conosciuto ai più per essere il fondatore – insieme a Michael Herz – e attuale presidente della Troma, la più nota casa di produzione cinematografica indipendente degli Stati Uniti, tra i cui numerosi film diventati cul citiamo The Toxic Avenger, Tromeo and Juliet, Troma’s War e Terror Firmer.

Presente al recente BIFFF di Bruxlelles in qualità di presidente della giuria internazionale e per presentare il suo Return to Return to Nuke ‘Em High aka Volume 2, abbiamo avuto modo di incontrarlo faccia a faccia e parlare della situazione attuale del cinema indipendente americano, del primo film di Rocky e di Italia.

Quest’anno si festeggiano i 40 anni della Troma. Può dirci come se la passa la il cinema indipendente – e il suo modo di intenderlo – di questi tempi?

Male. Nessun business, zero distribuzione. Si va avanti solo grazie alla nostra fanbase molto forte, ai quali possiamo arrivare grazie a Internet. Molti personaggi famosi amano la Troma e ci aiutano a sopravvivere senza volere nulla in cambio. Siamo più famosi che mai ora, ma il business è ai minimi storici. Siamo l’unico studio indipendente rimasto negli Stati Uniti … Tra l’altro, per celebrare i nostri primi 40 anni, sul canale ufficiale YouTube Tromamovies potete trovare disponibili in versione integrale tutto il nostro catalogo.

Come – e quando – si è arrivati a questo punto?

Negli USA ci sono delle leggi che impediscono il monopolio. Ma allo stesso tempo ci sono le mazzette legalizzate, si chiamano lobby, con queste grosse aziende delle telecomunicazioni che spendono molti soldi a Washington per influenzare i tizi del Congresso. Quindi, le leggi che dovrebbero aiutare a prevenire il monopolio sono aggirate e ora abbiamo in sostanza un oligopolio, un cartello.

Il consolidarsi di tutto questo è cominciato con Ronald Reagan, quando venne concesso ai grandi studi di possedere i cinema. E ora abbiamo sostanzialmente solo due catene di sale cinematografiche, che fondamentalmente programmano solo film da 200 milioni di dollari. Nessun interesse per le pellicole indipendente. Il cinema e la TV negli Stati Uniti passano roba innocua e approvata dal Governo, non c’è spazio le voci fuori dal coro. Ed è una situazione globale.

Lo stesso Festival di Cannes, lentamente ma inesorabilmente è divenuto una manifestazione fascista ed elitaria, che in fin dei conti non è un Festival, solo un red carpet che idolatra le major. Lo stesso vale per il Sundance, che in teoria dovrebbe essere il promotore per eccellenza del cinema indipendente, e che ha adorato per quasi trent’anni Harvey Weinstein, che abitava in uno chalet in cima a un crinale. E ora abbiamo scoperto che per tutto questo tempo si sono inginocchiati davanti alla Perversione … E lentamente, la Troma è stata messa da parte dallo stato di polizia che si è venuto a creare. Sembriamo molto più grandi di quello che in realtà siamo. Arriviamo nei cinema solo perchè i fan chiedono alle sale di proiettare i nostri film.

Penso che il Museum of Modern Art di New York, recentemente ha deciso di proiettare in anteprima Return to Return to Nuke ‘Em High aka Volume 2 al fianco di pellicole di Woody Allen, dei fratelli Coen e di Martin Scorsese. Un riconoscimento importantissimo per me e la Troma, che arriva dopo 50 anni di carriera. Tuttavia, siamo più poveri che mai oggi e per il nuovo film – che sarà ispirato a La Tempesta di William Shakespeare – i soldi li stiamo mettendo interamente io e mia moglie. Era già successo nel 2006 con Poultrygeist: Night of the Chicken Dead, che era stato presentato qui al BIFFF, e ovviamente fu un disastro economicamente.

Nel 1984, anno di uscita del primo capitolo, si aspettava tutto quel successo per The Toxic Avenger e il suo protagonista?

Certo! Per ogni film che ho fatto mi aspettavo il successo, e ogni volta finiamo inesorabilmente nella black list. Così ogni nuova pellicola ci mette un po’ di tempo a farsi una reputazione. Solo il buon passaparola ci tiene a galla. All’epoca però, nessuno aveva compreso il film all’interno dell’industria.

Mancava il coraggio, c’era paura di perdere soldi scommettendoci. Successe anche nel 1993 per Cannibal! The Musical, film in cui scoprimmo Trey Parker e Matt Stone [creatori di South Park]. Vennero da noi a proporcelo e ci chiesero dei soldi, ma non ne avevamo, così gli dicemmo di provare con i grandi studi. Ovviamente la major furono terrorizzate dal soggetto scottante. Tornarono da noi e riuscimmo a dar loro qualche dollaro, così che potessero almeno finirlo e divenne il nostro più grande successo.

Passando invece a Troma’s War del 1988, che ricordi ha della genesi di quel film e del suo messaggio, ora più attuale che mai?

Fu la mia risposta alle politiche di Ronald Reagan, che stava riportando in auge l’idea che una guerra fosse una cosa bella. Quando ero all’università, rischiai di vedermi sparare addosso per colpa della stupida guerra del Vietnam … Poi passò il tempo e infine arrivò Reagan, che pur senza iniziare nuove guerre, iniziò a parlarne in modo piacevole.

Inoltre, la sua amministrazione non prendeva molto in considerazione il problema dell’AIDS … il loro motti erano ‘ignoralo’ o ‘è una punizione divina’ … Io volevo quindi che l’AIDS fosse sbattuto in faccia gli spettatori. Poi c’era la questione del terrorismo … In effetti si tratta di tematiche ancora oggi molto attuali … L’avvelenamento delle acque da parte delle industrie …

Lei è stato anche sul set del primo Rocky del 1976. Che ricordi ha di quella esperienza?

Rocky e La febbre del Sabato sera sono stati la mia palestra di cinema. Dopo essere uscito da Yale, capii di averne abbastanza di quel mondo, così decisi che mi sarei attaccato a registi di talento. Così nel 1970 mi ritrovai sul set di La guerra del cittadino Joe, grande successo low budget di John G. Avildsen. Mi resi subito conto che aveva talento, quindi cominciai a lavorare gratis per lui, confidando che quando lo avessero di nuovo chiamato per una regia mi avrebbe portato con sé.

Girò Il PornOcchio [Cry Uncle!], che ora è un film del catalogo Troma e dopo qualche tempo gli affidarono Rocky, ma non avevano abbastanza soldi per filmarlo a Philadelphia. Sylvester Stallone voleva essere il protagonista, ma era ancora sconosciuto, quindi i produttori concessero solo 1 milioni di dollari. Avildsen non poté quindi portare l’intera troupe in quella città e si affidarono alla Troma per occuparsi dei dettagli di Philadelphia. Mi occupai personalmente di trovare le location adatte e – assieme alla squadra di Il PorOcchio – filmai in segreto alcune delle scene più famose, tra cui quella della salita della scalinata, senza che il sindacato lo venisse a sapere. Girai anche un dietro le quinte, una cosa che all’epoca non faceva nessuno.

Ora lo puoi trovare tra i contenuti speciali del DVD. John G. Avildsen era davvero un bravo ragazzo, è morto di recente purtroppo. Lui, Stan Lee, Roger Corman … tutta gente che conosco da moltissimi anni … ora sono molto anziani e malandati … Alcuni altri amici sono già morti, come Lemmy Kilmister, Wes CravenGeorge A. Romero … Chi lavora nell’horror è brava gente, che non si dà aria.

In chiusura voglio chiederle del suo rapporto con il cinema italiano

Roberto Rossellini, Roberto Rossellini, Roberto Rossellini. Questo è il mio rapporto. [ride] Anche Federico Fellini, ma Rossellini è davvero il re. E poi girava nello stile Troma, con le sedie a rotelle per i dolly … Pochissimi soldi dopo la guerra, ma un grandissimo talento. Uno dei più grandi di sempre. Amo anche il cinema di Dario Argento, anche se non lo conosco di persona. Con la Troma ho distribuito I guerrieri dell’anno 2072 di Lucio Fulci, un film molto interessante, anche se non ci sono i gladiatori! 

Conosce invece qualcuno dei nuovi registi italiani?

Ho visto Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino … sono contento per lui e per le nomination agli Oscar, ma odio proprio quel tipo di film …Ho visto anche La Grande Bellezza, bellissimo ma così noioso … un film che ha avuto molto successo tra gli anziani, eccetto me! Mi è piaciuto moltissimo Gomorra di Matteo Garrone però.

Di seguito trovate il trailer di Return to Return to Nuke ‘Em High aka Volume 2 e più sotto il video in cui Lloyd Kaufman canta a suo modo ‘My Way‘: