Voto: 4.5/10 Titolo originale: Jiu Jitsu , uscita: 20-11-2020. Budget: $23,000,000. Regista: Dimitri Logothetis.
Jiu Jitsu: la recensione del film fanta-action con Cage, Jaa, Moussi e Grillo
12/09/2021 recensione film Jiu Jitsu di Marco Tedesco
Il regista Dimitri Logothetis mette insieme un cast notevole, che viene brutalmente sprecato in un film poverissimo di budget, di idee e di soluzioni tecniche
Pensate a tutti i film d’azione che avete mai visto nella vostra vita e con quanti di questi avete chiuso un occhio per la pessima recitazione, per una svolta sciocca nella storia o per i valori di produzione non all’altezza degli standard minimi. Ebbene, Jiu Jitsu è quel titolo che fa piazza pulita di tutti gli elementi che solitamente vi convincono bene o male a cominciare – o a continuare – la visione e combina tutti i ‘problemi’ su cui in genere sorvolate in un gigantesco stufato di tremendaggine e non contento ci aggiunge pure un ulteriore carico, incluse una fotografia ai limiti dell’amatoriale e fatalmente, tremende coreografie dei combattimenti.
Evidentemente incoraggiato dalla recente ‘rivitalizzazione’ del franchise di Kickboxer, il regista e co-sceneggiatore Dimitri Logothetis riunisce qui quello che sulla carta è certo un cast impressionante di artisti marziali attorno allo stuntman e “attore” Alain Moussi per un film d’azione a tema fantascientifico che combina elementi di Predator e di Mortal Kombat – senza il budget o l’immaginazione di entrambi, per inciso – in un B-Movie legnoso, inerte e insensato che nemmeno una prova spiritata del mattatore Nicolas Cage può riscattare.
Jake Barnes (Moussi, Kickboxer: Vengeance) è un soldato che sfugge alle grinfie di avversari invisibili per atterrare nelle acque al largo della Birmania / Myanmar senza sapere chi sia o come ci sia arrivato. Accompagnato in un vicino accampamento militare da gente del posto che non sa cosa fare con l’imponente straniero, l’uomo viene incarcerato e interrogato da un’ufficiale dei servizi segreti, Myra (Marie Avgeropolous), che sta conducendo una missione per indagare su strani fenomeni apparentemente associati al passaggio di una meteora che compare in cielo ogni sei anni.
Ma prima che Myra possa sbloccare uno qualsiasi dei segreti nascosti nella testa di Jake, viene salvato da un misterioso guerriero di nome Keung (Tony Jaa) e si riunisce con un piccolo gruppo di combattenti addestrati per proteggere la Terra da una micidiale forza extraterrestre.
Mentre si avventura nella giungla birmana con le sue coorti ben addestrate, tra cui il burbero specialista di armi da taglio Harrigan (Frank Grillo) e la graziosa Carmen (JuJu Chan), le cui attenzioni suggeriscono che hanno condiviso più dello stesso addestramento, Jake inizia a riacquistare la sua memoria e scoprire di più sul piano del gruppo, che in realtà è lui ad aver concepito.
Ma anche se l’eccentrico eremita Wylie (Cage) cerca di aiutarlo a ricordare chi è e a capire il pericolo che stanno affrontano tutti – e la posta in gioco se falliranno – Jake deve affrontare le sue responsabilità nei confronti dell’umanità e decidere se è all’altezza della sfida che deve affrontare. dimenticare ciò che ha già deciso di accettare.
La versione ‘invitante’ della trama di cui sopra sarebbe “un tizio con amnesia apprende che dovrà lottare contro un alieno camaleontico che ritorna sulla Terra ogni sei anni per incrociare i pugni coi più grandi guerrieri del pianeta”, ma Dimitri Logothetis vuole strafare infarcendo lo script di Jiu Jitsu di rimandi vari ed eventuali a Matrix, Power Rangers, The Bourne Identity e probabilmente dozzine di altri film di arti marziali basati su un torneo.
Se consideriamo che ci sono Frank Grillo, Nicolas Cage, Tony Jaa, JuJu Chan e altri nel cast di supporto, Alain Moussi è tristemente fuori cast nei panni di un bellimbusto a cui dovremmo affezionarci profondamente, e affibbiargli anche il compito ingrato di rendere la sua perdita di memoria qualcosa di simpatetico o di avvincente è semplicemente ingiusto – per lui e per il pubblico.
Durante la prima metà di Jiu Jitsu ci sono almeno tre o quattro inversioni di prospettiva che suggeriscono che Jake potrebbe essere l’eroe o il cattivo mentre questi diversi gruppi tentano di incarceralo o pilotarlo, ma Alain Moussi reagisce a ogni nuovo sviluppo con la stessa incredulità (e nessuna nuova reale informazione per dipanare la trama che incede).
Prima dell’arrivo di Nicolas Cage, la maggior parte dei dialoghi di Jiu Jitsu è una semplice variazione di domande che sembrano determinate a non trovare risposte: “Chi è questo tizio?” “Cosa sa?” “Lui non ne ha idea, vero?” “Non sai qual è il tuo stesso piano?” ecc. Quando Nicolas Cage entra in scena, tuttavia, prende di petto la situazione, una specie di combinazione tra il Morpheus di Matrix – molti consigli del tipo “abbandonati e sii chi tu sei” – e il Dennis Hopper sotto febbre da cocaina di Apocalypse Now.
Accoppiato con uno stuntman che esegue le sue sequenze di lotta, Nicolas Cage quasi indirizza il film verso una zona di ironia più adeguata, specie se l’alieno sembra una versione ‘dal vivo’ delle action figures dei Super Naturals degli anni ’80 con la faccia che è un ologramma e che combatte come un cattivo dei Power Rangers.
Ma è difficile capire chi ha toppato di più, se il regista d’azione e coreografo degli stunt Supoj Khaowwong (I mercenari 2) o Gerardo Madrazo (Kickboxer: Retaliation), nel creare le sequenze d’azione troppo lunghe, troppo noiose e senza suspense di Jiu Jitsu. Tony Jaa potrebbe pur essersi un po’ perso via ultimamente, ma ciò non toglie che meriti di meglio di una scena di presentazione in cui avversari coraggiosi e senza volto aspettano letteralmente a pochi metri l’uno dall’altro che lui esegua senza troppo entusiasmo la coreografia volta a raggiungerli (e nemmeno gli spari in CGI che lo sospingono convenientemente in avanti sono convincenti …).
Gerardo Madrazo organizza ogni scontro avendo in mente i rallenty cari a Zack Snyder, con ogni calcio o pugno che viene enfatizzato da una pausa prima che arrivi a bersaglio. E se le innumerevoli e ripetute capriole per catturare i salti mortali non finissero per privare gli spettatori dalla gioia di guardare questi talentuosi artisti marziali praticare le loro coreografie, gira una sequenza in cui Jake adotta indiscriminatamente il punto di vista della mdp, saltando nell’inquadratura e poi tornando indietro, lasciandoci a domandarci o come mai un combattente impiegherebbe cotanta tattica specifica o perché un regista avrebbe dovuto ricorrere a quell’angolo di inquadratura per documentarla.
Anche se potrebbe essere ingiusto sottolineare quanto Jiu Jitsu sia stato ovviamente realizzato con un budget inadeguato alle ambizioni, ciò che conta davvero è come abbiano utilizzato le loro risorse limitate, e nessuno dei problemi del film deriva dall’approccio fumettoso o dai suoi effetti visivi decisamente mediocri.
Quello che ci si domanda alla fine è: perché questi attori han deciso di prendervi parte? Solo per un ‘lauto’ assegno? O forse erano state loro promesse migliori opportunità per mostrare le loro abilità di recitazione o nelle arti marziali di quelle che sono finite sullo schermo?
Perché, diciamocelo sinceramente, l’idea di un extraterrestre che scende sulla Terra per mettere alla prova i suoi più grandi combattenti non è la cosa peggiore che sia stata partorita a Hollywood. Eppure, non c’è una buona ragione per cui il protagonista, che peraltro ha escogitato il piano che tutti quanti sono concordi nel dover usare per battere quell’alieno, trascorra due terzi di Jiu Jitsu senza avere idea di chi sia lui o chiunque altro. E, in definitiva, questo è solo l’inizio di una lunga lista di ragioni per cui il film è semplicemente fatto male. Parlare di occasione sprecata è un eufemismo che non racconta minimamente la delusione provata.
Di seguito trovate i il trailer internazionale di Jiu Jitsu, distribuito in anteprima a sorpresa su Tim Vision:
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