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Voto: 7/10 Titolo originale: Nowhere to Run , uscita: 15-01-1993. Budget: $15,000,000. Regista: Robert Harmon.

La recensione concisa: Accerchiato di Robert Harmon (1993)

25/09/2020 recensione film di Marco Tedesco

Nel 1993, Jean-Claude Van Damme e Rosanna Arquette erano al centro di un action drama dal sapore curiosamente western

accerchiato film van damme

Joe Eszterhas, lo sceneggiatore ‘miliardario’ e alla moda di Music Box – Prova d’accusa e Basic Instinct, un tipo che si ‘accontentava’ nei primi anni ’90 di 700.000 lire a parola, tornava nel 1993 sulle scene hollywoodiane con Accerchiato (Nowhere to run), action da 15 milioni di dollari di budget di cui aveva scritto, insieme a Leslie Bohem e Randy Feldman, il non memorabile copione (come ammesso in seguito anche dagli attori), un film che tentava di riciclare il macho del momento, il divo belga delle arti marziali Jean-Claude Van Damme (reduce da Universal Soldier) come primo amoroso a tutti gli effetti.

accerchiato film van damme posterOrmai coccolato – i suoi film all’inizio uscivano alla fine di agosto (periodo storicamente ‘morto’ in Italia), questo, per esempio, in stagione piena – e amato trasversalmente dal pubblico, che aspettava le sue nuove spettacolari mosse di kickboxing, JCVD sceglieva a sorpresa qui di economizzare sui bicipiti e inaugurare la sua imprevedibile stagione romantica da fotoromanzo.

Nel ruolo di Sam Gillen, un ladro in fuga, evaso da una corriera carica di prigionieri, l’attore diventa in Accerchiato, senza che il suo volto duro e infantile ne rechi la benché minima traccia, il vendicatore dei torti subìti da una agreste vedovella con due figli (la bionda Rosanna Arquette), vessata dagli speculatori immobiliari.

Jean-Claude Van Damme riprende così in qualche modo il prototipo western del ‘cavaliere della valle solitaria’, il personaggio silenzioso che prima fa giustizia e poi accetta giustizia, in resurrezione morale.

L’ ‘end’ è infatti happy solo per metà in Accerchiato, perché dopo aver fatto fuori i perfidi nell’agguato casalingo finale, il nostro espierà la sua giusta pena, con la promessa che la donna lo aspetterà qualche anno accanto al focolare prima di poterlo riabbracciare.

Notturno, fintamente pensoso, pronto a tutto, tra pugni e tramonti, pur di far spettacolo, anche allo show in motocross giù per le scarpate e al rapimento dei bambini, Accerchiato, che è ben fotografato da David Gribble (Cadillac Man) e musicato a dovere da Mark Isham, si lascia seguire nei suoi 94 minuti di durata per elementari doti di curiosità, ma non regala mai alcun palpito né ai ragazzi in cerca di testosterone, né alle ragazze desiderose di sentimenti. Jean-Claude Van Damme, da parte, sua offre una prova meditabonda da fumetto, ‘contagiando’ anche un’attrice in genere briosa come Rosanna Arquettc.

Se mai, è interessante allora commentare la ‘maniera western’ con cui il regista Robert Harmon, che al suo attivo aveva un cult movie del calibro di The Hitcher – La lunga strada della paura (1986), ribalta le prospettive etiche del racconto: l’evaso da colpevole diventa giustiziere, mentre i veri ‘cattivi’ sono gli speculatori che incendiano, rapinano, minacciano, uccidono come una moderna versione dell Ku Klux Klan: una strage in nome del dio Dollaro.

Non c’è molto altro da dire, se non dei caratteristi credibili, della perizia tecnica con cui è girato l’incidente stradale dell’inizio, di qualche scazzottata ben assestata e della tenera saggezza dell’11enne Kieran Culkin, fratellino prodigio del piccolo divo che aveva già perso due volte l’aereo.

Pur non performando particolarmente bene negli Stati Uniti (22 milioni di dollari incassati), Accerchiato finì per raccoglierne 64 globalmente, garantendo alla sua star il lasciapassare per altri titoli.

Di seguito una scena memorabile di Accerchiato: