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Titolo originale: Lords of Chaos , uscita: 20-09-2018. Regista: Jonas Åkerlund.

Lords of Chaos: la recensione del film di Jonas Åkerlund all’alba del black metal (Sitges 51)

25/10/2018 recensione film di William Maga

Il regista ricostruisce i tragici e disperati albori della scena musicale black metal norvegese, con Rory Culkin e Jack Kilmer devoti interpreti degli esponenti di spicco del movimento

Rory Culkin in Lords of Chaos (2018) film

Non è necessario essere metallari per godersi questa straziante storia vera (e falsa … come recita un cartello prima dei titoli di testa) di come i membri di una band di musica black metal siano andati troppo oltre per dimostrare di non essere dei semplici poser che stavano seguendo soltanto l’ultima tendenza musicale. Ispirato al controverso libro Lords of Chaos: The Bloody Rise of the Satanic Metal Underground di Michael Moynihan and Didrik Søderlind del 2003, lo svedese Jonas Åkerlund (Spun, The Horsemen) concretizza in immagini all’eredità della band dei Mayhem e al suo contributo fondamentale alla scena black metal norvegese nei primi anni Novanta.

Al di là della sua musica piuttosto influente, il gruppo divenne noto soprattutto per il suo coinvolgimento in una serie di crimini di varia gravità, che spaziarono dall’incendio doloso di chiese ed edifici sacri fino all’omicidio. Grazie a una regia viscerale e a performance coinvolgenti, Lords of Chaos riesce a fondere dark humor, tragedia e un pizzico di orrore psicologico per scavare sia nell’oscurità che ha alimentato quella musica che nella musica che ha alimentato quell’oscurità per una generazione di giovani problematici.

Il film è narrato dal fondatore e chitarrista dei Mayhem, Oystein Aarseth (Rory Culkin), anche conosciuto come “Euronymous”, mentre guida il pubblico attraverso la storia della sua band, il suo astio per quello che lui considera “life metal” e la ricerca di un nuovo cantante. Scopre Per “Dead” Ohlin (Jack Kilmer), un malinconico ragazzo svedese che odia i gatti – e sé stesso – e che possiede una malsana ossessione per la morte.

Dopo il raccapricciante – e disturbante – suicidio di Dead, Euronymous vede però la sua morte come un’opportunità clamorosa per promuovere l’immagine e l’autenticità del gruppo piuttosto che piangere la tragica perdita di un amico. Ben presto, un ammiratore dal fare timido e la voce flebile che si fa chiamare “Varg” (Emory Cohen) si avvicina a Euronymous, desideroso di compiacerlo.

Nonostante Euronymous non sia minimamente impressionato all’inizio da Varg (criticandolo perché ha sulla giacca una toppa dei rammolliti Scorpions), ascolta il demo tape che gli ha portato, e subito viene sconvolto dal suono innovativo e dalla sua voce. Non passa quindi molto tempo prima che il disperato bisogno di approvazione di Varg diventi distruttivo, col giovane che inizia a manifestare comportamenti inquietanti e una fame insana per crimini seri.

Presto, anche i membri iniziati dell’esclusivo ‘Black Circle’, sorta di setta di cui Euronymous è il leader, cominciano a pensare che anche loro debbano mettersi alla prova per garantirsi il rispetto nella comunità metal (non sono dei ‘poser’) e così la situazione degenera, fino alle estreme conseguenze.

Al di là della lezione di storia della musica, il vero nucleo di Lords of Chaos si focalizza sull’ossessione della ‘percezione personale rispetto alla realtà effettiva’ quando c’è in ballo la propria immagine pubblica. Così come accade per ogni sottocultura, i metallari si sforzano di dimostrare – soprattutto a sé stessi – di non essere solamente un mucchio di ragazzetti annoiati che seguono ciecamente come pecore una moda passeggera, ma devono soprattutto rendersi conto che in realtà credono davvero in quello che dicono e in come si comportano e acconciano. Durante tutto il film, ci viene mostrato che i membri dei Mayhem – poco più che adolescenti – vivono ancora tutti in casa con i loro amorevoli genitori borghesi, che sostengono finanziariamente i loro capricci e la ricerca di appartenenza a qualcosa senza fare troppe storie.

È, senza che lo si provi a nascondere in alcun modo, uno dei tanti spietati esempi di come ragazzini privilegiati e non certo disagiati cerchino disperatamente di trovare una propria identità, autenticità e una comunità che li accolga che a un certo punto decidono di adottare misure estreme per acquisirli. Ma se Euronymous – architetto di quello che ripetutamente, orgogliosamente e pomposamente definisce “True Norwegian Black Metal” – predica di essere un morboso servitore di Satana, sotto la facciata di circostanza da duro cela invece un uomo d’affari senza scrupoli molto consapevole di ciò che vende (nel suo negozio di dischi, nello studio di registrazione con la sua etichetta discografica indipendente …) e del valore ‘pubblicitario’ che hanno certe sparate atte a scandalizzare il perbenismo del paese scandinavo.

Curiosamente, per un’opera che si concentra sull’orgoglio norvegese dei Mayhem e sul desiderio di dare alla Norvegia un posto ben preciso e distinto all’interno della scena metal mondiale, la scelta di Jonas Åkerlund di appoggiarsi a un cast di attori americani suona quanto meno bizzarra. Indipendentemente da ciò, Rory Culkin offre una  prova sorprendente, simpatetica e stratificata, mentre Emory Cohen riesce dal canto suo a catturare l’oscurità frutto del plagio sotto la sua innocenza infantile.

Lords of Chaos ha un modo decisamente inquietante di trasmettere le emozioni interiori di Euronymous e Varg mentre spingono la loro amicizia / rivalità al livello successivo, in un’escalation di folle e incosciente autodistruzione. Ci sono momenti in cui l’esitazione e il dubbio lampeggiano negli occhi dei due mentre assistono ai vicendevoli atti criminali, dimostrando che entrambi, in vari punti della pellicola, realizzano la profondità e la portata delle azioni compiute, eppure proseguono ugualmente con la stessa intensità di un esaltato fedele alla sua causa, anche quando sa che lo porterà all’inevitabile rovina. Viene anche suggerito che molti dei loro seguaci fossero spaventati dal loro modo di fare, ma che il bisogno di accettazione, unito alla sete di fama, li abbia spinti a spingersi ulteriormente oltre nella loro distruzione sociopatica.

Per chi fosse già a conoscenza di come si svolsero i fatti, morte e autolesionismo sono trattati in modo viscerale dal regista svedese. Oltre a un omicidio a sfondo omofobo e alla costruzione freddissima del tremendo suicidio di Dead, scaturita da evidenti segnali molto reali e ben identificabili di depressione, vediamo più volte sequenze in cui i membri del Black Circle guardano horror di serie C, metafora della disconnessione del loro modo di guardare alla morte, anche quando si ritrovano a provarla in prima persona. Tutto questo porta a chiedersi dove finisca la linea del Black Metal come forza creativa e inizi l’istigazione alla violenza, all’odio e alla negatività.

Nonostante quello che dicono o fanno, i protagonisti sembrano soltanto dei ragazzini come tanti, che passano le giornate a parlare negli scantinati, bevendo birra e parlando di musica. Per potersi concentrare sul rapporto tra Euronymous e Varg, si ha invece la sensazione che alcune parti interessanti della storia, come gli inizi dei Mayhem con Dead come cantante, siano state troppo trascurate. Inoltre, possiamo godere di un unico show – quello con le teste di maiale mozzate – prima della dipartita del cantante, così come pochissimo spazio viene dato alle sessioni di registrazione.

Jonas Åkerlund descrive con il giusto distacco la cattiveria che circonda la tragica storia dei Mayhem, senza istrionismi e riuscendo a mantenere lungo la narrazione una certa autoironia che alleggerisce la pesante aria che tira. In definitiva quindi, che conosciate o meno la storia del black metal norvegese, questo non vi impedirà di celebrare con un headbanging Lords of Chaos.

Di seguito il full trailer di Lords of Chaos, che arriverà nei cinema americani l’8 febbraio e poi in VOD dal 22 febbraio (ancora nessuna data per l’Italia):