Voto: 5/10 Titolo originale: Midway , uscita: 06-11-2019. Budget: $100,000,000. Regista: Roland Emmerich.
Midway (2019): la recensione del film sulla Guerra del Pacifico di Roland Emmerich
17/11/2019 recensione film Midway di William Maga
Woody Harrelson, Patrick Wilson e Luke Evans sono tra i protagonisti di un kolossal che spreca talenti e budget a disposizione per un risultato incredibilmente svogliato e approssimativo
Negli anni ’70, sono fioriti numerosi film – poi divenuti classici o semi-classici – sulla Seconda Guerra Mondiale, inclusi titoli come Tora! Tora! Tora!, MacArthur il generale ribelle, Quell’ultimo ponte e La battaglia di Midway. Quest’ultimo è di particolare interesse, in quanto è il titolo ritenuto adeguato per uno pseudo remake da Roland Emmerich (Independence Day, 2012).
Quella del 1976 era un’opera infarcita di star, da Henry Fonda a Charlton Heston, passando per Toshiro Mifune, James Coburn e Robert Mitchum (tutti volevano far parte di un grande disaster movie all’epoca) e il regista Jack Smight aveva reso il giusto omaggio a coloro che avevano combattuto in una delle battaglie più epocali del secolo. Quindi, perché diamine non rifarlo oggi?!
Ed è proprio così che appare Midway, una gita indietro nel tempo da 100 milioni di dollari di budget giusto per il gusto di farla, senza grossi pensieri sulle motivazioni o l’approccio da adottare.
Non esattamente una copia carbone dell’originale, gli eventi che hanno portato gli Stati Uniti ad entrare in guerra – in particolare contro il Giappone – vengono tutti raccontati, incluso l’attacco a Pearl Harbor del 1941 e i vari scontri navali che seguirono per i successivi due anni, fin alla culminante Battaglia della Midway, punto di svolta nel mezzo dell’Oceano Pacifico. Quello che sconvolge, è l’aria meccanica e apatica con cui ogni cosa è messa in scena.
Ma andiamo con ordine, iniziando con il cast. Certo, anche qui abbiamo un qualche accenno di star power con nomi del calibro di Woody Harrelson (Benvenuti a Zombieland) nei panni dell’Ammiraglio Nimitz, Patrick Wilson (Nell’erba alta) come l’addetto navale Layton e Luke Evans (Dracula Untold) come Tenente Comandante McClusky, Aaron Eckhart (Il cavaliere oscuro) nel ruolo di Jimmy Doolittle, Dennis Quaid (L’alba del giorno dopo) in quello dell’Ammiraglio Halsey e, se può essere annoverato in questa categoria, pure Nick Jonas, come semplice aviatore (forse una risposta a Christopher Nolan, che ha lanciato Harry Styles in Dunkirk?).
Ma questo è, forse, il maggior pregio di Midway. Questi attori e la massa di altri personaggi minori che li circondano finisco per fondersi in un insipido miscuglio umano, che impedisce dopo pochi minuti allo spettatore di distinguere adeguatamente una persona dall’altra in qualsiasi modo significativo, specialmente quando seguiamo i militari semplici.
Nessuno ha niente di interessante da dire, e anche quando lo fa, la scelta per esternarlo preferito è la vagamente strascicata barbosità e insensatezza. Si ha l’impressione che nessuno dei protagonisti sia particolarmente interessato o impegnato in qualunque cosa stesse pronunciando. Peggio ancora, lo sceneggiatore Wes Tooke (la serie Colony) sembra per primo apparentemente non troppo curarsi del materiale che ha scritto, mantenendo i dialoghi sul piano di comuni convenevoli e banalità assortite.
Visivamente parlando, sorprendentemente visto il coinvolgimento dell’esperto di catastrofi ed esplosioni Roland Emmerich, Midway non propone nulla di particolarmente degno di menzione (tralasciando un certo inevitabile debito con Pearl Harbor di Michael Bay del 2001).
Svariate sequenze sono gravate da scelte di montaggio bizzarramente ingannevoli (citiamo solo quella di una donna che corre dietro al suo bambino durante l’attacco a Pearl Harbor, dirigendosi proprio verso la carneficina, che in qualche modo non si accorge di ciò che sta accadendo proprio di fronte a lei, che occupa sostanzialmente l’intero campo visivo, fino all’ultimissimo momento, quando l’immagine sembra effettivamente oscillare un po’ su e giù …), e l’intera produzione presenta una sovrabbondanza di effetti visivi scialbi, il tutto immerso in colori e sfumature aspre e palesemente artificiali, spesso in contrasto con il cachi che altrimenti domina lo svolgimento.
L’elemento più grave – stiamo pur sempre parlando di un blockbuster hollywoodiano PG-13, non di un documentario – è l’assoluta mancanza di grandiosità per le scene di battaglia e tutto il resto.
Roland Emmerich è infatti riuscito in un compito che sulla carta sembrava impossibile (specie per lui), ovvero imbottigliare la guerra, condensando ogni inquadratura in quello che sembra un capannone o un teatro di posa di modeste dimensioni. Non sembra mai, per esempio, che il cielo sia pieno di leggendari Zero o che l’oceano aperto si trovi davanti a noi carico di portaerei e cacciatorpedinieri o quant’altro.
Come intuibile, l’effetto di tutto ciò non è pertanto un brillante ed epico (anche un po’ propagandistico) spettacolo che parla di clamorosi atti di coraggio compiuti in tempo di guerra, ma piuttosto un modestissimo prodotto cinematograficamente sciapo e svogliato.
In definitiva, Midway non è necessariamente da cestinare in toto, anche se alcune parti meriterebbero tale destino, ma riduce il ricordo della guerra a una rissa da cortile scolastico glorificata e soprattutto tratta l’argomento con superficiale passione e minima padronanza della materia, vanificando anche lo stuolo di attori a disposizione. Se addirittura persino in patria l’han disertato (solo 35 milioni di dollari raccolti), un motivo ci sarà.
Di seguito il trailer italiano di Midway, nei nostri cinema dal 28 novembre:
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