Titolo originale: W lesie dziś nie zaśnie nikt , uscita: 20-03-2020. Regista: Bartosz M. Kowalski.
Non dormire nel bosco stanotte (Parte 1) | La recensione del film horror di Bartosz M. Kowalski
29/10/2020 recensione film Non dormire nel bosco stanotte di William Maga
Il regista dirige il 'primo slasher polacco', un'opera derivativa che si limita a omaggiare i soliti classici, con qualche guizzo splatter
Etichettato come ‘il primo slasher polacco mai realizzato’, Non dormire nel bosco stanotte (W lesie dzis nie zasnie nikt) del regista Bartosz M. Kowalski – distribuito in esclusiva da Netflix – giocherella con i cliché del genere in modo consapevole, ma non dà nessun particolare motivo per diventare una visione consigliata (nemmeno sotto Halloween).
Adrenalina è un camp situato nel bel mezzo del nulla nelle foreste della Polonia, una zona rurale dove non è mai accaduto niente di strano, tranne forse un orso che ha maltratta qualche cervo sprovveduto. Gli adolescenti dipendenti da Internet e dai social media vengono portati in questo luogo per disintossicarsi: niente laptop, niente cuffie, niente Instagram e – soprattutto – niente smartphone.
Piccoli gruppi di ragazzotti ancora vivi (per il momento) si avventureranno nei boschi con una guida per un’escursione di tre giorni, ovviamente ignari che una casa nelle vicinanze è popolata da due uomini purulenti e subumani che, apprendiamo nel prologo, sono fratelli gemelli rimasti orfani dopo la morte della madre in seguito a una caduta dalle scale (e una coltellata …) mentre cerca di trascinare un cinghiale morto in cantina per dar loro da mangiare.
Abbiamo cinque principali escursionisti: la ragazza tranquilla, Zosia (Julia Wieniawa-Narkiewicz), il nerd Julek (Michal Lupa), il fusto a torso nudo Daniel (Sebastian Dela), il ragazzo sensibile, Bartek (Stanislaw Cywka) e la “pollastra sexy” Aniela (Wiktoria Gasiewska), che mette in valigia il suo ferro arricciacapelli e gli shorts alla Daisy Dukes per il trekking nei boschi. Iza (Gabriela Muskawa) è la loro guida. Altri personaggi che sicuramente sembrano condannati in partenza e che vivono nei boschi vicini includono un prete schizzinoso (Piotr Cyrwus) e un vecchio (Miroslaw Zbrojewicz) che una volta incontrò gli uomini-bestia e che ha un paio di gambe protesiche per dimostrarlo.
Tornando agli adolescenti, alcuni di loro litigano e altri si baciano in spiaggia, ma tutto appare vano. I loro destini sembrano segnati, specialmente dopo che tutti si sono svegliati una mattina e Daniel è scomparso, e noi sappiamo perché è scomparso, perché la scena precedente ci ha mostrato uno degli schifosi esseri umanoidi che lo sbatteva contro un albero fino a renderlo un viscido sacco di carne, sangue e ossa indistinguibile. Lo cercano e – naturalmente – ignorano gli avvertimenti di Julek su tutte le cose stupide che in genere i protagonisti dei film horror fanno. E ne faranno molte di più …
Ebbene, quanti altri titoli dalla trama e dagli sviluppi simili potrebbe richiamare immediatamente alla mente di chiunque Non dormire nel bosco stanotte? Vediamo … Prendete dalla mensola un pizzico di Venerdì 13, di Le colline hanno gli occhi e di Wrong Turn, alcune vibrazioni alla Non aprite quella porta e un goccio di Scream o di Quella casa nel bosco. Una formula consolidata e immutabile, che nel 2020 è già stata spremuta all’osso.
Se allora Zosia è l’unico personaggio a cui la sceneggiatura del film – opera di Bartosz M. Kowalski e altri due compari – offre ben mezzo arco narrativo (oltre ai due mostruosi gemelli), è Wiktoria Gasiewska a garantire la dose di peccaminosi topless e di scene di sesso necessari a intervallare un’uccisione e l’altra.
C’è da dire che la fotografia di Cezary Stolecki per Non dormire nel bosco stanotte è molto curata, che gli effetti pratici e il trucco sono efficaci, che la regia di molte scene è adeguatamente cupa, che i sintetizzatori usati nella colonna sonora sono sufficientemente carpenteriani e che un paio di uccisioni sono ingegnose (se vi avvicinate all’ennesimo slasher squisitamente in cerca di ‘inventiva’ nelle morti, almeno una qui dovrebbe ampiamente accontentarvi).
Detto questo, a stupire più di tutto forse è l’assoluta assenza di momenti ‘leggeri’ di Non dormire nel bosco stanotte. Il regista punta forte sulla gravità della situazione, senza preoccuparsi però di bilanciare con spunti divertenti tutto il gorgoglio di sangue e il suo palese disprezzo per la logica.
È elegante ma, a differenza di altri titoli horror ‘d’autore’ recenti, il film manca di qualsiasi tipo di sottotesto socioculturale (la critica all’abuso di social e videogame è esilissima) e Bartosz M. Kowalski non ha molto altro da dire nei 104 minuti complessivi (troppi) che non sia un modesto meta-commento sul genere; Non dormire nel bosco stanotte perlopiù si limita infatti alla mite deferenza verso i classici dello slasher che lo hanno preceduto. Va bene, ci sono un paio di momenti di belli tesi e i cattivi sono effettivamente truci, ma non c’è molto di cui entusiasmarsi. Forse il pensiero di vedere il regista alla guida di un altro film horror, a patto che non sia un sequel.
Di seguito il trailer internazionale di Non dormire nel bosco stanotte:
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