Voto: 4.5/10 Titolo originale: Orphan: First Kill , uscita: 27-07-2022. Budget: $10,000,000. Regista: William Brent Bell.
Orphan: First Kill, la recensione del film prequel diretto da William Brent Bell
12/05/2023 recensione film Orphan: First Kill di Redazione Il Cineocchio
Isabelle Fuhrman riprende l'iconico ruolo in un'opera mediocre, che getta al vento quanto di buono visto nel 2009
Orphan: First Kill è il prequel di Orphan del 2009, un superbo thriller in cui Isabelle Furhman, all’epoca appena dodicenne, interpretava una bambina assassina di nome Esther. Oltre all’astuto ‘segreto’ che la piccola protagonista era in realtà una paziente psichiatrica di 33 anni con una malattia genetica che le permette di passare – appunto – per una ragazzina, l’originale si preoccupava dei suoi personaggi. Esther si ‘infiltra’ nella coppia al centro del film – interpretata in modo altrettanto buono da Vera Farmiga e Peter Sarsgaard – e usa i problemi profondi del loro matrimonio per dividerli.
Al di là del colpo di quel scena, gli attori riuscivano a vendere ogni frustrante manipolazione, ogni tradimento emotivo e, non secondariamente, ogni momento spaventoso. Sfortunatamente, Orphan: First Kill scarica a mare tutta la profondità dei personaggi e si risolve, sostanzialmente, in un film di serie B.
Mentre il suo predecessore vendeva un’idea altrimenti assurda con interpretazioni e una posta in gioco psicologica che elevavano la premessa, questo prequel diretto da William Brent Bell (The Boy) riduce Esther a una sorta di bizzarra macchietta, sebbene anche Orphan: First Kill contenga un twist da urlo, che verrà doverosamente discusso in dettaglio in seguito.
Parte del fascino di Orphan stava nel vedere Isabelle Furhman come attrice bambina capace di dare vita ad una performance che ci convinceva di due cose: prima, che Esther era una piccola psicopatica, e poi, che Esther era un’adulta intrappolata nel corpo di una dodicenne.
Questo tipo di ‘impresa’ richiede un talento incredibile, raro per una persona così giovane, anche ad Hollywood. Oggi, a venticinque anni, Isabelle Furhman rimane una brava interprete, ma non è certo più una ragazzina, e la novità di una meravigliosa interpretazione infantile viene quindi a cadere.
Al contrario, William Brent Bell – e gli sceneggiatori – optano per de-invecchiare la protagonista utilizzando trucchi ‘in camera’, tra cui scarpe con plateau per i co-protagonisti della Furhman per farla apparire più bassa, stuntgirl più piccole nelle scene più movimentate e prospettive forzate. Il risultato non è del tutto convincente, e nemmeno privo di sbavature.
La struttura ossea di Isabelle Furhman è ovviamente cambiata da quando è diventata un’adulta, e non riesce mai a scomparire del tutto nel ruolo, nonostante replichi la sua voce giovanile con un’intonazione perfetta.
Guardando il primo film, lo spettatore non aveva mai dovuto sospendere la propria incredulità, nemmeno quando Esther si struccava e rivelava i segni dell’età di una persona più vecchia di due decenni. Il prequel non ottiene la stessa, necessaria, illusione.
Questo dettaglio potrebbe pure essere trascurato se Orphan: First Kill, originariamente intitolato Esther, avesse investito sui suoi personaggi tanto quanto sulla sua trama. Ma lo sceneggiatore David Coggeshall (The Haunting in Connecticut 2: Ghosts of Georgia) e il regista William Brent Bell sembrano intenzionati a sfruttare i lati più pulp del franchise, ignorando – o cambiando attivamente rotta – rispetto al tono più drammatico dell’originale. Invece di manipolare abilmente coloro che incontra, Esther non mantiene a lungo il suo travestimento infantile.
Il film si apre nell’Istituto Saarne in Estonia, da cui, come gli spettatori di Orphan già sanno, Esther fuggirà presto. Con il suo nome originale di Leena Klammer, riesce a liberarsi rapidamente di alcune guardie e di un nuovo terapeuta. Ma ci sono già dei dettagli confusi. Per esempio, Leena è considerata la paziente più pericolosa dell’ospedale e, a quanto ci risulta, ha già ucciso in passato. Allora perché il prequel si chiama First Kill quando il suo ‘primo omicidio’ è avvenuto addirittura prima degli eventi di questo film?
Comunque. Dopo la fuga, Leena convince le autorità locali di essere Esther Albright, una bambina scomparsa dalla sua ricca famiglia del Connecticut quattro anni prima. La riuniscono così con la madre di Esther, Tricia (Julia Stiles), il padre artista (Rossif Sutherland) e l’indifferente fratello adolescente Gunnar (Matthew Finlan). Tutti si chiedono cosa abbia passato Esther e perché ora abbia un accento russo.
Da questa premessa, lo spettatore potrebbe allora aspettarsi uno svolgimento simile a quello di Orphan, in cui Esther seduce gradualmente il padre di famiglia, ‘sabotando’ al contempo la madre e il fratellastro. Ma il regista ha in serbo qualcosa di diverso quando, a metà film SPOILER, rivelano che Gunnar ha in realtà ucciso la vera Esther e che Tricia ha orchestrato l’insabbiamento. I due sanno quindi che Esther non è Esther e hanno intenzione di sbarazzarsi di lei. Come si scopre, l’unica cosa peggiore di un pazzo omicida sono i membri di famiglia benestante dell’alta società americana. FINE SPOILER
È un colpo di scena che intuiamo presto, e che rovina l’integrità di Esther come ‘cattiva’. In questo, gli sceneggiatori di First Kill commettono un errore comune a molti franchise horror che, nei loro sequel, trasformano i loro villain in antieroi e li privano così del loro potenziale. Quando il boogeyman di un film horror diventa popolare, gli studios spesso rispondono dando al pubblico un’altra volta ciò che vuole: quel boogeyman. Di solito, ciò avviene riproponendo pedissequamente ciò che aveva reso il boogeyman minaccioso in primo battuta e, a volte, mettendolo contro un nemico ancora più detestabile.
Pensiamo all’evoluzione del Freddy Krueger della saga di Nightmare, ad Hannibal Lecter o, più recentemente, al Cieco di Man in the Dark.
Orphan: First Kill tenta qualcosa di simile. SPOILER Sebbene sia divertente vedere Julia Stiles in un ruolo assai diverso da quelli solitamente interpretati, non ha molto da fare oltre che tormentare Esther e fornire agli spettatori un cattivo sopra le righe. Rossif Sutherland è simpatico nei panni di un pittore ignaro e in difficoltà che insegna a Esther la tecnica UV che lei applicherà in Orphan. Matthew Finlan non sfugge mai alla sua ‘routine’ di psicopatico angosciato. Anche Isabelle Fuhrman è limitata dai pochi usi che lo script fa di Esther. FINE SPOILER
Ogni personaggio possiede, al massimo, due dimensioni, una in meno rispetto a quelle del film del 2009. E la storia non se la passa meglio. Prendiamo la sottotrama di Esther che fa amicizia con un topo nella grande villa della sua nuova famiglia. Sospettando che Tricia stia cercando di avvelenarla, dà da mangiare al roditore la sua ciotola di maccheroni al formaggio. In seguito, l’esserino muore dopo aver mangiato quasi tutta la ciotola, ma non è chiaro se sia morto per il veleno o per aver mangiato il suo stesso peso in maccheroni. In effetti, la maggior parte della trama passa da una situazione improbabile all’altra, ognuna più sciocca della precedente, perché la sceneggiatura non si prende il tempo di rendere i suoi personaggi convincenti.
Uscito in poche sale negli USA e su Paramount+ in un’uscita simultanea, Orphan: First Kill sembra più che altro un’imitazione a buon mercato, arrivata con un decennio di ritardo e non degna di un’uscita più ampia (in Italia, infatti, non è stato distribuito).
Per di più, questo prequel appare decisamente confuso rispetto all’originale, che era molto ben realizzato dal punto di vista visivo. Il direttore della fotografia Karim Hussain (Firestarter), immerge ogni inquadratura in una zuppa di colori scuri e marronciastri, con una messa a fuoco quasi ‘morbida’ che non fa altro che accentuare la pessima CGI nel climax infuocato.
La cosa più deludente è tuttavia che lo script abbia eliminato le sfumature e le emozioni dalla narrazione, lasciandoci quasi 100 minuti così modesti invece delle oltre 2 ore di emozioni drammatiche del primo capitolo. Anche se affrontato come divertimento senza pensieri del venerdì sera, Orphan: First Kill si rivela prevedibile e quasi ridicolo. I produttori hanno preso un film arguto – e che sarebbe rimasto tranquillamente unico – e gli hanno dato il seguito (o prequel) più misero possibile.
Di seguito trovate il trailer internazionale di Orphan: First Kill, in Italia direttamente in home video dal 18 maggio:
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