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Voto: 5.5/10 Titolo originale: Paradise , uscita: 24-06-2023. Regista: Boris Kunz.

Paradise: la recensione del film sci-fi tedesco di Boris Kunz (su Netflix)

29/07/2023 recensione film di Gioia Majuna

Il regista imbastisce un'opera che può contare su un cast in forma e un worldbuilding competente, ma piuttosto superficiale sul versante dei contenuti

paradise film netflix 2023

In Time del 2011 probabilmente non è stato uno dei film di fantascienza più originali della storia, specie perché pescava dalla storica serie americana Tales of Tomorrow e dal mediometraggio The Price of Life del 1987. Era stato anche diffidato per violazione del copyright a causa della sua grande somiglianza con l’opera «Pentiti Arlecchino!» disse l’uomo del tic-tac dello scrittore Harlan Ellison.

Detto questo, oltre forse a La Fuga di Logan, è stato comunque uno dei pochi lungometraggi che ha affrontato il concetto di Tempo come ‘valuta’. Le persone in questo futuro distopico invecchiavano fino a 25 anni e poi cercavano di garantire la loro sopravvivenza entro l’arco di un anno guadagnando la loro aspettativa di vita. I ricchi avevano quindi quantità di tempo quasi illimitate, un dettaglio che conferiva loro praticamente l’immortalità, mentre la classe operaia doveva continuare a lottare per ottenere il prezioso minutaggio necessario a continuare a vivere, che trovavano però difficile da ‘trattenere’ a causa dell’inflazione.

Nonostante la presenza del sempre dignitoso Cillian Murphy, di una buona fotografia, di scene d’azione ben coreografata e di un worldbuilding affascinante, In Time non è comunque riuscito a guadagnarsi lo status di cult. Data la sua prossimità concettuale, Paradise, appena finito dritto nel catalogo di Netflix in esclusiva, aveva allora tutte le carte in regola per essere qualcosa di più. Eppure, commette in definitiva gli stessi errori del film di Andrew Niccol.

paradise film 2023 posterDiretto e co-scritto dal tedesco Boris Kunz, insieme a Peter Kocyla e Simon Amberger, Paradise racconta la storia di una coppia, Max (Kostja Ullmann) ed Elena (Corinna Kirchhoff), che vivono in un futuro distopico in cui il tempo è letteralmente denaro.

Max è essenzialmente una sorta di agente assicurativo per un’azienda chiamata AEON, per la quale si reca dai bisognosi per convincerli a vendere alcuni anni della loro vita in cambio del denaro di cui hanno bisogno. Gli ‘anni’ che spendono vengono donati e, quando il DNA corrisponde a quello di chi sta cercando di comprare quegli ‘anni’ per prolungare la sua vita, viene trasferito all’acquirente.

Il concept viene venduto dalla CEO della AEON, Sophie Theissen (Iris Berbe), come un modo per permettere ai geni di raggiungere il loro pieno potenziale anziché essere ‘limitati’ dall’invecchiamento. Elena è un’infermiera. Ha una relazione sana con Max. Vogliono avere dei figli e invecchiare insieme in modo naturale.

Tuttavia, quando la loro casa va a fuoco, si ritrovano di fronte a un enorme debito. E poiché Elena aveva messo in pegno i suoi ‘anni’, deve cedere 40 anni della sua vita alla banca. È allora che Max si rende conto che l’azienda per cui ha lavorato è inumana non solo verso la gente comune, ma anche verso i propri dipendenti.

Come accennato in precedenza, la profondità della sceneggiatura di Paradise non va oltre i messaggi del tipo “le persone ricche sono cattive e i poveri vengono sfruttati”.

Si potrebbe dire che, dato che l’ineguaglianza economica sta aumentando di secondo in secondo nel mondo reale, è necessario mantenere le cose il più esplicite possibile perché non c’è spazio per la sottigliezza. E si può pure concordare con questo sentimento.

Il presente è così cupo che è inutile stratificare la narrazione con critiche sfumate alla società moderna, perché se la vita reale non può motivare le persone a ribellarsi contro l’oppressione, cosa potrebbe mai fare un film?

C’è una palpabile sensazione di impotenza e di rassegnazione volontaria al fatto che stiamo affondando come civiltà, e ciò è adeguatamente riflesso nel percorso di Max ed Elena. Tuttavia, il problema principale è che, prima che la suddetta presa di coscienza si realizzi tra i personaggi, Paradise cerca di suscitare un senso di urgenza nell’invertire l’invecchiamento di Elena, ma non ci riesce. E se non riesci a soddisfare le aspettative che stai creando, allora lo script è da rivedere.

Data la natura della trama di Paradise, c’è un aspetto da ‘bomba a orologeria’ innescato dal disperato tentativo di Max di cercare giustizia per Elena. La gente che lavora per Sophie, guidate da Kaya (Lorna Ishema) e Nowak (Numan Akar), si stanno affrettando per rintracciare Elena e Max. E poi c’è un gruppo radicale di nome Adam che vuole rapire i due protagonisti per ragioni che considerano giuste.

paradise film 2023Ma dopo un certo punto, la trama di Paradise sembra sempre meno preoccuparsi di arrivare al dunque o di generare qualsiasi tipo di tensione a causa del proverbiale stringersi del cappio intorno al collo di Max ed Elena. Il fatto è che se questo fosse il punto – la consapevolezza di Max ed Elena che non devono seguire questa procedura complicata per invertire ciò che è stato loro tolto – si potrebbe pure essere d’accordo.

Tuttavia, dato che si continua a trascinare fino alla fine, diventa evidente l’indecisione del film se essere una corsetta lenta verso il traguardo o piuttosto uno sprint vertiginoso. E le caratterizzazioni piuttosto superficiali e i dialoghi poco ispirati non aiutano.

Per quanto riguarda l’aspetto meramente visivo, il worldbuilding di Paradise è curato con attenzione. Si ricorre ala CGI e agli effetti pratici, uniti per conferire all’insieme il necessario tocco distopico e futuristico. I costumi sono parimenti interessanti, non troppo ‘assurdi’ e credibili. Anche il sound design gioca un ruolo importante per l’atmosfera generale.

La tavolozza di colori tenui inizialmente sembra invece una scelta mirata per ‘completare’ i temi oscuri del film. Tuttavia, quando Paradise inizia a sembrare confuso e incomprensibile, sembra che Boris Kunz e il direttore della fotografia Christian Stangassinger non ci abbiano riflettuto così bene, col risultato che il film appare meno coinvolgente.

Per capirsi, Paradise ricorre nel suo crescendo a una grandiosa scena d’azione, con un’inquadratura di Max che corre senza tagli al montaggio. Ci sono alcune impressionanti esplosioni e acrobazie. Purtroppo, a causa del calo di qualità in termini di sound design e di illuminazione, l’impatto emotivo viene incredibilmente attutito.

D’altro canto, le prove del cast sono di buon livello. Kostja Ullmann scompare nel suo ruolo e l’unica cosa che affiora è un uomo tormentato dall’ansia che fa tutto ciò che è in suo potere per aiutare la donna che ama così appassionatamente. Anche quando fa qualcosa di semplice come puntare una pistola alla testa di qualcuno, sai che non ha alcuna malizia nel suo cuore. L’attore si assicura che il pubblico sappia che Max è una vittima del sistema marcio che lui stesso ha sostenuti per anni.

paradise film 2023 netflixAnche se Corinna Kirchhoff fa molto del lavoro pesante per dare vita al personaggio di Elena, la giovane Marlene Tanzcik merita pari apprezzamento per aver ‘gettato le basi’ del personaggio. Se non stabilisse subito il conflitto interno di Elena e i suoi sogni, sarebbe un po’ pià difficile accettare la recitazione di Corinna Kirchhoff.

Detto questo, l’attrice 65enne è il cuore e l’anima di Paradise, perché è in gioco la sua vita e lei fa un buon lavoro nel trasmettere questo aspetto della storia. Lorna Ishema e Numan Acar all’inizio sembrano piuttosto ‘generici’, ma quando iniziano a flirtare tra loro, si rivelano individui complessi che stanno lottando per separare la loro morale personale dai requisiti richiesti sul lavoro. Lisa-Marie Koroll e Iris Berben sono parimenti professionali, ma è meglio fermarsi qui per non incorrere in spoiler.

Insomma, Paradise è un film modesto, affrettato, che non ha nulla di nuovo da dire sugli argomenti di cui ha scelto di parlare. Le performance del cast e il worldbuilding sono comunque abbastanza interessanti (specie per un prodotto europeo) da non far rimpiangere la visione.

E quando arrivano i titoli di coda e Paradise ci lancia un’esca per il possibile sequel, l’insegnamento più importante che avremo recepito sarà probabilmente quello di rispettare il tempo che abbiamo a disposizione e che gli esseri umani non dovrebbero immischiarsi nel processo naturale di invecchiamento in cerca dell’eterna giovinezza. Ma non è qualcosa che sappiamo già?

In ogni caso, vederlo back-to-back con In Time potrebbe rivelarsi un’esperienza ulteriormente piacevole, visto che in qualche modo si completano.

Di seguito trovate il trailer internazionale di Paradise, nel catalogo di Netflix dal 28 luglio: