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Recensione libro + Intervista | Tarzan – Il mito dell’avventura tra giungla, storia e società di R. De Falco

31/03/2021 news di Alessandro Gamma

Un volume cartonato di quasi 500 pagine che attraversa oltre secolo di storia del personaggio creato da Edgar Rice Burroughs, attraverso l'esame di film, fumetti, serie TV e romanzi dedicati al 're della giungla'

tarzan il mito NPE de falco

Frutto di ben cinque anni di approfondite ricerche, Tarzan – Il mito dell’avventura tra giungla, storia e società di Raffaele De Falco (19×26 cm, cartonato a colori, pagg. 496, 49 euro), da poco uscito per Edizioni NPE, rappresenta il saggio più completo in Italia su tutto ciò che riguarda il mondo dell’uomo scimmia. Il celebre personaggio creato nel 1914 da Edgar Rice Burroughs viene infatti analizzato in tutte le sue numerose sfaccettature e – soprattutto – la sua multimedialità, partendo dal primo romanzo e dai suoi numerosissimi (e a volte assurdi) seguiti ai fumetti (sia le strip che i ‘giornaletti’), passando poi per i film al cinema, le serie tv, i cartoni animati e persino le trasmissioni radio. Una popolarità immensa che solo per brevi frangenti temporali ha conosciuto battute d’arresto.

Letteratura, cinema, fumetto, radio e televisione vengono esplorate da Raffale De Falco con metodo analitico, per cercare di abbracciare a tutto tondo la comprensione di un fenomeno trans-generazionale entrato a far parte della cultura sociale mondiale del secolo scorso e che perdura tutt’ora. E tutto ciò nonostante gli svariati adattamenti, più o meno sovrapponibili all’originale versione di Tarzan del primo romanzo.

Tarzan – Il mito dell’avventura tra giungla, storia e società di R. De Falco (3)Tarzan non è infatti soltanto un eroe, un giustiziere, un “super uomo”, ma è la quintessenza del senso assoluto di libertà.

Tarzan – Il mito dell’avventura tra giungla si avvale inoltre di una completissima cronologia multimediale di tutte le opere e degli adattamenti che si sono avvicendati negli anni e che hanno permesso a più generazioni di poter conoscere la leggenda dell’uomo scimmia e le sue avventure. In più, viene riservato ampio spazio ai disegnatori che ne hanno curato le versioni a fumetti e realizzato le illustrazioni.

Infine, un’intera sezione è dedicata, naturalmente, alla storia del suo creatore, Edgar Rice Burroughs, di come ha dato vita a questo incredibile personaggio e di come lo ha trasformato in un incredibile business che dura da oltre un secolo e che ancora oggi continua a dare i suoi frutti, trovando il modo di adattarsi alle esigenze delle nuove generazioni.

Insomma, un volume prezioso e cartonato, che può contare su un ricco apparato di immagini e foto di repertorio a colori.

Abbiamo fatto una chiacchierata con Raffaele De Falco per parlare della genesi di Tarzan – Il mito dell’avventura tra giungla, storia e società e della sua passione per il personaggio:

Pensa di essere riuscito a dire tutto quello che c’è da dire su Tarzan?

Perbacco! …e come si fa a dire “Tutto” su Tarzan? …Sarebbe come affermare di aver detto tutto, che so …”sul desiderio d’avventura”! Diciamo che, immodestamente, posso senza ombra di smentita certificare che ho detto …forse ”Tanto” …massì anche tantissimo! …O quasi tutto, tutto! …Ma non di certo tutto, tutto, tutto!… A parte gli scherzi, per quanto mi riguarda ho fatto un viaggio di cui ho tenuto un diario nei variegati aspetti mediatici, nei molteplici mondi di Tarzan ed è stato come aprire un forziere strabordante di tesori e meraviglie.

A chi si rivolge Tarzan – Il mito dell’avventura tra giungla, storia e società?

Quando mi sono deciso a scrivere questo libro (consapevole di affrontare un’impresa non facile) non ho pensato d’indirizzarlo ad una categoria o come si usa dire adesso un “target” specifico. Dico sempre che scrivo i libri come vorrei leggerli: per quanto possibile completi nella loro complessità strutturale d’argomento e allo stesso tempo quanto più variegati e tali da stuzzicare curiosità e interessi senza annoiare.

In questo caso, come mi era successo anche per Tex Willer, il libro è poco “etichettabile” nelle varie categorie ma è un lavoro che raccoglie in sé le caratteristiche di: “Saggio”, “Enciclopedia”, “Catalogo”, “Narrativa” …Quindi, in definitiva, possiamo dire che si rivolge agli appassionati di Tarzan che vogliono sapere tutto del loro eroe, ma anche soprattutto, a tutti i “curiosi” amanti della lettura in generale. Ognuno qui può trovare occasione di sorprendersi e rimanere stupito di fronte a: il racconto della vita di un uomo, Edgar Rice Burroughs, che sembra uscito egli stesso dalle pagine di un romanzo d’avventura!

O la storia della filmografia che è tra le più vaste, complesse e longeve dedicate ad un singolo personaggio cinematografico. …O la storia editoriale U.S.A e italiana che vanno a braccetto con le rispettive Storie culturali, di costume e sociali seppur esse stesse sono realtà tanto diverse l’una dall’altra! …O, ancora, sollevare i veli nell’approfondita genesi di una letteratura che ha influenzato attraverso la produzione autorale tutta una serie di generi e sviluppato filoni mai pensati prima! … e via discorrendo!!! Quindi il libro va a chi ha voglia di approfondire le conoscenze su un mito mediatico ma anche ai curiosi che vogliono scoprire dei mondi a noi vicini che a volte paiono così lontani.

Tarzan – Il mito dell’avventura tra giungla, storia e società di R. De Falco (2)Qual è stato l’aspetto più difficile del mettere insieme Tarzan – Il mito dell’avventura tra giungla, storia e società?

Legandomi a quanto detto sopra, la difficoltà nell’allestire questo lavoro è stata soprattutto la ricerca approfondita nei vari campi mediatici della figura di Tarzan. Campi che rappresentano interi mondi ognuno vastissimo nella propria singolarità. La raccolta della documentazione, la verifica dei dati per essere precisi ma anche corretti, l’andare alla fonte per quanto possibile delle informazioni, scavare negli archivi e nella memoria, approfondire sui vari canali e reperire le edizioni originali, cogliere spunti e interrelazioni tra persone, media e pubblico… beh! Non è stata una passeggiata. Non è casuale il fatto che ci son voluti cinque anni di sudore per tirare fuori 500 pagine che soddisfacessero me… e spero chi poi legge il libro.

Cos’hai capito di Tarzan mettendo insieme tutto questo materiale?

Sarebbe più breve dire cosa non ho capito di Tarzan! …volendola ridurre a poche parole la considerazione è che la figura di Tarzan rappresenta un fenomeno sociale a dir poco unico. È un “Mito”, non è una “moda”. È la materializzazione o l’incarnazione di un concetto intimo. È l’archetipo di un intrinseco bisogno dell’animo umano che riflette la profonda e lontana origine genetica e del suo legame con il mondo naturale in conflitto rispetto a quello fittizio che l’umanità si è costruito intorno.

Perché ritieni sia importante parlare di Tarzan ancora oggi?

Sono più di 100 anni che si parla di Tarzan, se lo si è fatto una ragione ci dev’essere e allora perché mai non si dovrebbe continuare a farlo? Tarzan – Il mito dell’avventura tra giungla, storia e società (spero) faccia capire perché se n’è parlato finora e perché è importante continuare a farlo. Tarzan rappresenta un bisogno ancestrale svincolato da qualsiasi catena di tempo e di luogo. Parlare di Tarzan è necessario, nella misura in cui le generazioni che si susseguono studiano la letteratura per formarsi, per elevarsi culturalmente e staccarsi dal mondo “bestiale” … legandosi, prendendone coscienza, sempre più strettamente all’ambiente, alla Natura con la quale attraverso un legame indissolubile siamo un tutt’uno.

Lo spazio dedicato al fumetto mi è sembrato superiore a quello riservato ai comunque non pochi film / serie TV e ai libri. Come mai questo apparente ‘sbilanciamento’?

Mi si accusa di essere di parte verso il fumetto!? …il fatto ben noto, che sia uno storico del fumetto, un incallito collezionista, un irriducibile amante della nona arte, un profondo estimatore della letteratura disegnata …dovrebbe deporre a favore dell’accusa! .. ma non lo confesso! A parte le battute. Sono amante allo stesso modo del Cinema, dei Cartoon e dei Romanzi. Cerco di chiarire meglio le scelte.

Tarzan – Il mito dell’avventura tra giungla, storia e società di R. De FalcoIn realtà “lo sbilanciamento” è molto relativo, funzionale e necessariamente legato a diversi fattori percettivi oggettivi. Mi spiego meglio. Tenendo conto di quanto detto sulla definizione del libro: saggio? Enciclopedia? Catalogo?… e quant’altro …proprio la ricerca di una forma equilibrata tra i vari capitoli in analisi (dei quali da ognuno si potrebbe tirare fuori un libro o addirittura una serie di volumi!) tale da non essere ripetitiva ed esprimere comunque l’immane quantità di dati espressi mi ha spinto verso la “scaletta” in sommario e gli spazi dedicati ad ognuno dei capitoli.  Spazi secondo la mia “costruzione” necessari a esporre (tra concetti basilari intrinseci e materiale inedito) quanto di più espressivamente gradevole e interessante ci fosse in quel campo.

Per fare un esempio, mentre il cinema di Tarzan lo si può trattare come unico contenitore espressivo (complesso ma tutt’uno), il fumetto ha le sue diverse identità (strip, comics, graphic novel …) che obbligano ad analisi e esposizioni diversificate. Alla fine l’intento di dire il massimo per ogni capitolo è stato raggiunto in base al rispetto della quantità e qualità di pagine occorrenti a farlo. Segno dell’obbiettivo raggiunto è proprio il fatto che, alla fine, a seconda del proprio gusto personale o passione verso un media piuttosto che un altro, ognuno avrà il suo capitolo preferito che sicuramente pur trasmettendo tanto, paradossalmente gli sembrerà e sarà percepito come poco rispetto al resto!

Rivelaci allora la tua storia a fumetti e il disegnatore preferiti (e perché) e, naturalmente, i peggiori (o ‘meno migliori’)

Beh! Qui mi si punge sul vivo! In realtà, visto che in qualche modo il legame che troviamo tra romanzo e fumetto è molto più forte rispetto alle altre trasposizioni vuoi teatrali piuttosto che radiofoniche o persino rispetto a quanto si possa immaginare con il cinema. In definitiva è un po’ come un gioco degli specchi dove il signore della giungla dei romanzi si rispecchia in quello del fumetto e questo a sua volta si riflette in quello del romanzo! Il fumetto “letteratura per immagini” e il romanzo “letteratura in narrativa scritta” si intersecano e non è un caso che il fumetto di Tarzan nasce come prima costola rispetto a tutte le altre diramazioni mediatiche arrogando in sé la primogenitura del fumetto avventuroso!

Fatta questa premessa è importante anche dire che il fumetto ha visto protagonista Tarzan nelle sue diverse forme “espressive” dalla daily strip e Sunday page dei quotidiani ai Comics, alle graphic novel … e in ogni settore di questi ci sono stati Maestri illustri che hanno dato la loro interpretazione del re della giungla, da Harold Foster a Russ Manning, da Joe Kubert a Gil Kane, da Burne Hogarth a Thomas Yates… tra tutti non c’è un vero e proprio preferito e se devo citare una storia (ad eccezione del capolavoro del ciclo dell’acqua e del fuoco di Hogarth) dico quella delle origini di Tarzan disegnata dai 4/6 dei nomi elencati prima, dove pur trattando della stessa trama ognuno di questi autori ha saputo trasmettere attraverso l’elemento grafico e la propria intima sensibilità emozioni diverse. Ciascuno ha saputo aggiungere qualcosa di unico, di gradevole rendendo la fruizione dello stesso racconto piacevolmente “diversa” come se la si vedesse per la prima volta.

La storia peggiore?… nel criterio del gusto personale c’è proprio un intero periodo quando per ragioni commerciali la Dell che editava Tarzan in comics fece uscire delle storie che strizzavano un po’ troppo l’occhio ai telefilm con Ron Ely pubblicando storie un po’ troppo fanciullesche per i miei gusti! O anche qualche storia pubblicata in Italia dalla Cenisio di origine nordeuropea scritta male e disegnata peggio!!! Ma tutto sommato considerando la vastità della produzione globale delle tavole dedicate al nostro eroe qualche défaillance ci può stare!

tarzan hal fosterStesso giochino con i film …

Non mi è mai piaciuto troppo fare classifiche giudicando opere di artisti e forse per questo non faccio “il critico”. Un giudizio obiettivo senza le influenze delle proprie “piacionaggini” diventa difficile da imbastire e ancor di più quando si debbono giudicare opere cinematografiche tratte da romanzi o con protagonisti personaggi nati sui libri. Quindi, conciliando asetticità e gusto personale, valutando le opere in base anche al contraltare romanzato e nel rispetto di questo posso dire che secondo me un bel film è Greystoke: The Legend of Tarzan, Lord of the Apes con Christopher Lambert del 1984 diretto da Hugh Hudson, dove trovo ben miscelata la trasposizione dell’originale personaggio e storia di Edgar Rice Burroughs con la visione e rilettura del regista.

Il peggiore? …in realtà probabilmente il film che è in fondo alle classifiche di gradimento e non solo la mia è Tarzan, the Ape Man del 1981 diretto da John Derek con Bo Derek (decretata Peggior attrice ai Razzie Awards, se non ricordo male, delle sei nomination avute dal film), che con il Tarzan del romanzo a parte il titolo ha veramente poco a che fare. Peccato! Perché alla fine Miles O’Keeffe che veste i panni (si fa per dire!) di Tarzan fisicamente dal punto di vista estetico è stato uno dei migliori.

Chi è stato l’interprete di Tarzan più fedele a quello che era il tuo ideale? A chi affideresti il ruolo oggi?

Il buon Edgar Rice Burroughs ha sempre fatto buon viso a cattivo gioco sulla questione attori che impersonavano Tarzan, dei quali era veramente poco entusiasta e solo le entrate che gli portavano i diritti d’autore calmavano il suo disappunto! ERB aveva avuto voce in capitolo solo nella scelta di due attori: James Pierce nel film Tarzan and the Golden Lion ed Herman Brix in The new adventures of Tarzan. Per il resto non è stato mai del tutto soddisfatto delle scelte fatte sugli attori che hanno interpretato il re della giungla. Persino l’enorme successo di Weissmuller, che lo arricchiva da una parte, dall’altra lo aveva deluso non riconoscendo in lui il “vero” Tarzan!

Restando nel mio giudizio personale l’ultimo Tarzan, cinematografico, Alexander Skarsgard, non è che mi sia dispiaciuto (al di là di tutte le critiche che il film ha ricevuto), ma resto dell’idea che finora l’attore che si è avvicinato di più al Tarzan letterario è il già citato Christopher Lambert (che Edgar Rice Burroughs, morto nel 1950, non ha mai visto), che ha espresso una recitazione in linea con le basi del personaggio letterario.

Per quanto riguarda a chi io affiderei oggi il ruolo è una bella domanda. Posso dire che più di un nome, un attore famoso, o un’immagine fisica, io ricercherei la “figura” del personaggio, andrei alla ricerca sì di visi e fisici adatti (belli nelle loro espressioni di linee e non di “delicatezza”) che mi dessero soprattutto sensazione di debordante “forza armonica”, sia fisica sia psichica (sopravvivere nella giungla dove si lotta per mangiare e non essere mangiati! vuol dire avere doti fisiche incredibili è vero ma da sole queste non bastano, c’è bisogno anche di forza morale, determinazione e intelligenza tali da avere un equilibrio interno fuori da qualsiasi luogo comune) e, quindi, capaci di emanare quell’aura di fiera consapevolezza e infinito senso di libertà. …Utopia?

the-legend-of-tarzan-samuel-l-jackson-alexander-skarsardContinuiamo allora con il libro preferito e meno preferito …

Più che da un libro sono attratto dal ciclo dei primi dieci romanzi, che possiamo definire un unico affresco, dove la narrativa procede per eventi consequenziali costruendo una cronologia in cui si muove Tarzan e assistiamo al divenire del mondo a lui legato. Con Tarzan’s Quest e Tarzan and the foreign Legion si ha lo svincolo dalla “continuity” quindi da questo ciclo e Tarzan vive le sue avventure come singole storie a se stanti con lui al centro. Come detto, preferisco il quadro che ERB dipinge nei primi dieci romanzi, che si può leggere come un unico monumentale romanzo. Un romanzo dove si costruisce un mondo definito per luoghi, personaggi ben identificabili, ricco di riferimenti precisi ma anche intriso di mistero, avventura, fascino, sensualità e colpi di scena!

Detto ciò all’interno di questo arco narrativo quelli che ricordo con più piacere perché rappresentano un po’ la summa di quanto detto e dalla lettura dei quali si possono ben capire l’epica e lo spirito d’avventura nell’uno e l’intimo carattere, la natura dell’animo di Tarzan nell’altro, sono Tarzan e i gioielli di Opar e la raccolta di novelle Jungle Tales of Tarzan.

Come vedi il futuro di Tarzan sui vari media?

In oltre cento anni di vita abbiamo imparato che per Tarzan la parola futuro è solo un’incognita relativa al quando e come riproporsi nel suo essere sempre costante nella memoria sociale. Ci saranno sempre dei nostalgici da un lato e nuove generazioni che non conoscono Tarzan dall’altro che daranno linfa a qualcosa che trascende dalle mode, se – come abbiamo detto – il re della giungla è un’icona che rinasce ogni volta dalle ceneri, vedi i periodici sviluppi di interesse attraverso film, cartoni, romanzi… questo legame finirà, ma si rinnoverà e riproporrà di volta in volta. Si tratta di un fenomeno transgenerazionale che rappresenta l’idea personificata del nostro infinito desiderio di libertà… e questo desiderio può seguire un flusso ondulante ma non finirà mai!

Di seguito il trailer di Greystoke – La leggenda di Tarzan, il signore delle scimmie:

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