Voto: 5/10 Titolo originale: Invaders from Mars , uscita: 06-06-1986. Budget: $12,000,000. Regista: Tobe Hooper.
Recensione Story | Invaders di Tobe Hooper
12/07/2021 recensione film Invaders di Marco Tedesco
Nel 1986, Karen Black e Louise Fletcher erano le protagonisti di un remake modesto e raffazzonato, tra i film più dimenticabili del regista
All’epoca stabilmente ingaggiato dalla beneamata Cannon, il maestro dell’orrore Tobe Hooper vivacchiava a colpi di remake: prima aveva rifatto Space Vampires (1985) e poi, l’anno successivo, tornava nei cinema con Invaders, liberamente ispirato al classico di William Cameron Menzies Gli Invasori Spaziali del 1953 (la sceneggiatura è firmata da Dan O’Bannon) Qualche mese più tardi sarebbe uscito invece Non aprite quella porta 2, seguito, a dieci anni di distanza, del suo celebre debutto.
Presentato in anteprima al MystFest di Cattolica, dove passò giustamente inosservato, Invaders è anche più sgangherato e ridicolo di Space Vampires. II vecchio soggetto di fantascienza (l’originale era firmato da Richard Blake) diventa qui lo spunto per una parata
di mostri e mostriciattoli di gomma al limite del presentabile. Non c’è suspense, l’ambientazione è di maniera, perfino la progressione orrorifica si sfilaccia in un gioco — forse — ironico che, però, sconfina nel ridicolo.
Rovesciando il filone spielberghiano degli alleni ‘bruttini ma buoni’, che vengono sulla Terra in cerca di incontri ravvicinati, gli invasori del titolo sono marziani malefici risoluti a farci tutti schiavi. Noi li vediamo, materializzati, solo nella seconda parte del film, perché all’inizio preferiscono penetrare silenziosamente nei corpi del terrestri. Come riconoscere gli infetti allora? Beh, a parte l’umore cattivo — ne sa qualcosa il piccolo David (Hunter Carson), che vede i suoi genitori trasformarsi in cannibalesche presenze — hanno un bubbone purulento sulla nuca.
Guai a grattarsi: altrimenti la metamorfosi è assicurata. Ovviamente nessuno, nella cittadina californiana, crede al ragazzino. Lo prendono per uno che ha visto troppi film di fantascienza, che non sa più distinguere tra realtà e fantasia. Eppure l’astronave, barocca, coloratissima (tra le poche cose memorabili), è atterrata davvero, proprio dietro casa.
L’unica a dar retta a David è Linda (Karen Black), un’insegnante di psicologia ancora non contagiata dal virus. Intanto la città si anima di alieni in forme umane, proprio come succedeva nel classico L’Invasione degli ultracorpi di Don Siegel. L’America è in pericolo, e ce ne vorrà prima di convincere il generale beota a capo della vicina base militare a intervenire a colpi di bazooka.
Negli anni ’50, in piena guerra fredda, il cinema di fantascienza americano pensava spesso ai sovietici quando portava sullo schermo gli extraterrestri e paragonava alle quinte colonne, venute a insidiare il sistema capitalista, i connazionali contaminati dagli alieni. A fare da baluardo chiamava l’esercito, che, presidio di libertà, respingeva i nuovi venuti e smascherava i traditori della patria. Gli invasori spaziali si muoveva in quell’ottica, raccontando l’arrivo dei marziani e la loro sconfitta per i meriti congiunti d’un ragazzetto e dei militari.
Perché mai il regista Tobe Hooper, in una situazione politica assai mutata, riprendeva quindi quel vecchio film e ne offriva al pubblico una versione che ne aggiornava qua e là la sceneggiatura, cucinandone tuttavia in sostanza la stessa minestra? Verosimilmente per due motivi: per continuare ad alimentare la diffidenza nei confronti dei ‘barbari’ e di chi il appoggiava, e per esercitare, con l’aiuto degli scenografi hollywoodiani, la fantasia di chi si chiedeva come potesse esprimersi l’intelligenza degli extraterrestri.
Sciatto e scontato, Invaders sembra soprattutto ricordare la sublime capacità della Cannon di immiserire i registi che metteva sotto contratto: quando era ancora un cineasta fieramente indipendente, squattrinato e ruspante, Tobe Hooper aveva infatti saputo impaginare emozionanti rapsodie del terrore (Quel motel vicino alla palude, Il tunnel dell’orrore); adesso che poteva permettersi budget milionari, sceglieva di riciclare stancamente effettacci speciali (curati però da Stan Winston e John Dykstra) e vecchie idee pensando alla pagnotta.
Oltre alla citata Karen Black (Ballata macabra, Capricorn One), tra i protagonisti troviamo anche la sempre brava Louise Fletcher (Fenomeni paranormali incontrollabili). Fa un bel po’ tristezza, comunque, vedere un premio Oscar sgranare gli occhi e divorare una rana viva come l’ultima delle comparse.
Di seguito il trailer internazionale di Invaders:
© Riproduzione riservata